Giappone in Europa di Ennio Caretto

Giappone in Europa Le trattative col Mec Giappone in Europa (Gli investimenti nipponici aumentano nell'area della Comunità) Bruxelles, 28 settembre. Per la prima volta nella storia, il Giappone s'affaccia sull'Europa. Alcuni giorni fa, sono incominciate a Bruxelles le trattative per un suo accordo commerciale non preferenziale con la Cee. E' di oggi la notizia che gli investimenti nipponici nei paesi dei « Sei » si sono triplicati in cinque anni. Si prospetta inoltre la creazione di un organismo consultivo per una collaborazione in campo economico e finanziario, innanzitutto in seno al Fondo monetario e al Gatt. Quasi trent'anni di « guerra fredda » industriale vengono dunque rovesciati. Non si tratta d'una decisione subitanea. Sondaggi erano in corso dal '63. Recenti avvenimenti hanno tuttavia accelerato il processo di ravvicinamento tra la Cee e il Giappone. In un rapporto della Commissione esecutiva di Bruxelles ai ministri degli Esteri dei « Sei » è scritto: « Tokio non potrebbe guardare con favore a un assetto mondiale in cui l'Europa si dedicasse esclusivamente ad una cooperazione con l'Africa e i paesi del Mediterraneo, mentre le Americhe rischìerebbero dì orientarsi verso una zona economica separata. Dato che, per molteplici ragioni, non è facile realizzare in Asia una unione economica, il Giappone verrebbe a trovarsi isolato nel Pacifico, sia rispetto agli Usa, sia rispetto alla Cina e all'Urss». La spinta decisiva sul Giappone l'hanno esercitata da Washington le correnti neoisolazioniste e antinipponiche. Il trenta per cento circa degli scambi giapponesi avvengono con gli Stati Uniti: dall'America dipendono i settori più delicati dell'industria nipponica, dai tessili all'acciaio. Ma l'America oggi rimprovera a Tokio di trincerarsi dietro tariffe troppo numerose e alte, di mirare ad un attivo della bilancia commerciale di 10 miliardi di dollari circa per il 1975, che avrebbe-, ripercussioni disastrose Sui' sistema internazionale, e di non voler rivalutare a nessun costo lo yen. \ Un accordo tra il Giappone e la Cee non sarà facile. La Commissione esecutiva di Bruxelles si è detta però disposta « ad un massiccio aumento degli scambi, purché siano adottate misure adeguate per evitare situazioni critiche» (cioè clausole di salvaguardia per taluni mercati settoriali europei). Dal canto suo, il Giappone ha annunciato che ridurrà « entro la fine del '71 l'elenco di voci tariffarie, corrispondenti a prodotti industriali e agricoli, da 120 a 60 circa » (cioè procederà verso un grado elevato di liberalizzazione). Qualcosa di analogo potrebbe avvenire per gli investimenti, sia pure su scala molto più limitata. Le trattative continueranno con una visita a Tokio del membro tedesco della commissione esecutiva della Cee. Haferkamp. Si prevede che durino da sei mesi a un anno. La clausola di salvaguardia, applicata proprio in questi giorni dall'Italia, contro le motociclette giapponesi, rappresenta l'ostacolo più grave. Come, si concreta attualmente la presenza giapponese in Europa? Nel 1968, le esportazioni di Tokio alla Cee (il 5 per cento del suo totale) hanno raggiunto i 652 milioni di dollari: macchinari industriali e apparecchi elettrici per 95 milioni, articoli lavorati in metallo per 70, strumenti scientifici per 47, prodotti chimici per 42, tessili per 39, veicoli per 34. Il miglior cliente del Giappone tra i « Sei » è stata la Germania, che ha importato per 290 milioni di dollari, seguita dal Benelux (154 milioni). Nel '68 le esportazioni della Cee verso il Giappone sono state pari a 637 milioni di dollari. Nello stesso anno, gli investimenti diretti nipponici nella « piccola Europa » hanno totalizzato 13 milioni di dollari, soprattutto nei settori degli apparecchi elettrici. Non a torto, l'economista svedese Hedberg ha parlato di una « sfida giapponese » agli europei. Negli ultimi due o tre anni, infatti, all'« invasione » delle radio si è aggiunta quella delle automobili, e delle motociclette, e ora sta per aggiungersi quella degli orologi. La Cee, che oggi è la prima potenza commerciale del mondo, precedendo, nell'ordine, gli Stati Uniti e lo stesso Giappone, ha tutti i mezzi per rispondere alla sfida. Come le trattative in corso confermano, la collaborazione è nel reciproco interesse. Francesi e giapponesi sfruttano già insieme miniere d'uranio in Nigeria. Ennio Caretto

Persone citate: Gatt