L'arte del comando nell'azienda d'oggi di Luciano Gallino

L'arte del comando nell'azienda d'oggi L'arte del comando nell'azienda d'oggi Chester J. Barnard: « Le funzioni del dirigente - Organizzazione e direzione », Ed. Utet, pag. XIX-480, L. 6500. e i o i n i . La letteratura sulla « teoria dell'organizzazione », una disciplina dai contorni sfuggenti in cui si ritrovano larghi apporti della sociologia Industriale e della pratica direttiva aziendale, insieme con elementi di psicologia sociale e d'ingegneria, di teoria politica e, recentemente, di cibernetica, riempie — non solo in senso figurato — intere biblioteche. L'opera dedicata da Chester J. Barnard alle funzioni del dirigente, nell'ormai lontano 1938, non sfugge ai limiti propri della letteratura organizzativa, ma ha su buona parte di essa il vantaggio d'essere scritta da un dirigente di professione, il quale, con i problemi di stabilire rapporti coerenti e operanti tra uomini, e tra uomini e cose, si è scontrato ogni giorno per molti anni. Forse con un successo persino eccessivo, e certo con ostacoli minori di quelli che si incontrano oggi in qualunque impresa, tanta è la sicurezza con cui elenca i fattori psicologici e sociali che assicurano il buon funzionamento dei sistemi cooperativi, o con cui discute dei rapporti tra organizzazione formale e organizzazione informale, o, ancora, dei fondamenti dell'autorità nell'azienda. L'intento da cui partiva allora Barnard, ricercare i principi universali dell'organizzazione, era quanto mai ambizioso, e non può esser preso a titolo di demerito l'esserne rimasto assai lontano. Piuttosto, come osserva Franco Ferrarotti nella sua introduzione, jìò che rende oggi difficile accettare molte considerazioni dell'autore (tipo quelle sugli incentivi che l'organizzazione deve fornire all'interno per ottenere il consenso dell'individuo ai firn che essa persegue nel mondo esterno) la cui validità generale appare scontata, è la sua completa insensibilità per uno dei nodi cruciali di questa materia: e cioè il fatto che tutti i processi organizzativi, anche i più mmuti e meccanici, sono al tempo stesso processi politici, la cui origine e sviluppo permane incomprensibile senza un riferimento alle strutture della società. Scontata la sua imperturbabile astoricità, e la sua fede nella razionalità formale dell'organizzazione per conseguire qualsiasi tipo di risultato, resta il fatto che molti dei fenomeni richiamati da Barnard finiscono per ritrovarsi, sotto diverse spoglie, nelle organizzazioni più diverse, in contesti politici economici e culturali estremamente differenti. L'opera non si può dissolvere, cioè, nel contesto sociale che l'ha generata, non è semplicemente un prodotto del fordismo ovvero della via americana all'efficienza industriale. Nel suo modo piatto e a tratti banale, lontanissimo da tutti ì temi che agitano oggi chi si occupi degli aspetti sociali dell'industria, Barnard finisce per toccare alcuni dei nodi con i quali qualunque gruppo organizzato a fini pioduttivi, che voglia o sia costretto a produrre almeno tanto quanto consuma, non splmsdpccgsn può a meno prima o poi di scontrarsi. Come scoprono puntualmente le utopie volontaristiche diventate regime, ogni volta che sono poste dinanzi al problema pedestre di produrre più case, più scuole, o più zucchero. Tra gli scritti minori che completano il volume, si raccomanda all'attenzione il saggio « Funzioni e patologia dei sistemi di status nelle organizzazioni formali ». Luciano Gallino

Persone citate: Barnard, Chester J. Barnard, Franco Ferrarotti