Missione difficile di Karl Schiller per gli scambi tra Germania e Urss di Paolo Garimberti

Missione difficile di Karl Schiller per gli scambi tra Germania e Urss Il ministro di Bonn accolto con freddezza dai giornali di Mosca Missione difficile di Karl Schiller per gli scambi tra Germania e Urss Malgrado le speranze suscitate dal trattato tedesco-sovietico, sembra ancora lontana la prevista evoluzione dei rapporti economici tra i due Paesi (Dal nostro corrispondente) Mosca, 24 settembre. Il ministro tedesco dell'Economia Schiller — giunto ieri sera a Mosca « per aprire il discorso sugli scambi tra i due Paesi nello spirito del trattato tedesco-sovietico » — si è incontrato oggi con il ministro del Commercio Estero Nikolaj Patolicev. In mattinata, Schiller ha visitato la mostra internazionale « Chimica 70 », allestita al parco Cokolniki. Le industrie tedesche si sono prontamente adeguate al vento distensivo che, dopo il 12 agosto, spira tra Bonn e Mosca, e hanno inviato alla mostra ben 185 espositori (solo l'Unione Sovietica, dei 25 Paesi partecipanti, ne ha di più). Le fonti sovietiche d'informazione, stranamente, hanno trattato con molta freddezza la visita di Schiller (solo la Pravda ne ha dato notizia), seguita invece con molto interesse dagli ambienti occidentali di Mosca, ansiosi di vedere in che misura l'entusiasmo suscitato dall'accordo del 12 agosto tra gli industriali tedeschi si concreterà in un reale aumento dell'interscambio commerciale ira i due Paesi. In realtà, dopo la firma del trattato per la rinuncia all'uso della forza, sovietici e tedeschi hanno parlato tanto ma realizzato poco. Si dice che la Daimler-Benz costruirà una fabbrica di autocarri sul fiume Rama (il ministro sovietico dell'industria automobilistica Tarasov è partito lunedì per Bonn per discutere della cosa); si dice che i tecnici sovietici siano in con- tatto con la Volkswagen; si dice che la Repubblica Federale sia pronta a concedere all'Urss un grosso prestito al modesto tasso d'interesse del per cento (la metà dell'usuale). Ma, in pratica, nascono mille difficoltà, che la vi sita dì Schiller non basterà a risolvere d'un colpo solo. Sorgono problemi di pagamento, ad esempio, che non sono semplificati dal fatto che una buona parte della di visa convertibile della banca del Comecon è costituita da marchi tedeschi. E, per guanto riguarda il caso specifico della Daimler-Benz, sembra che i tedeschi esigano complete assicurazioni di una vita confortevole per i loro specialisti, che dovranno lavorare sul fiume Rama: garanzia che i sovietici, in questo momento, non possono dare. Il programma della visita di Schiller — che resterà a Mosca fino a domenica — è molto « elastico », appunto perché la situazione è estremamente fluida. I problemi da discutere sono molti e i loro confini non sono ben definiti: in generale, le due parti dovrebbero accordarsi per una maggiore liberalizzazione degli scambi tra la Germania Occidentale e l'Unione Sovietica. In particolare, dovrà essere esaminato il tema del trattato commerciale, che, scaduto nel 1962, non è più stato rinnovato. Ma si esclude che, su questo punto, possa essere superata la fase della discussione preliminare. Qualcosa più di Schiller otterrà forse il suo collega del ministero dell'Educazione e della Scienza, Hans Leussink, che si trova in Unione Sovietica da una settimana, ha già visitato Novosibirsk, il grande centro industriale siberiano, ed è partito oggi per Tbihssi, capitale della Georgia. Leussink tende ad ottenere dai sovietici la garanzia di una completa reciprocità nella collaborazione tecnica e scientifica tra i due Paesi. Fino ad oggi, mentre per i sovietici era relativamente facile recarsi nella Germania Occidentale, gli scienziati tedeschi ottenevano con difficoltà il « visto » d'ingresso nell'Unione Sovietica. Con una buona carica di ottimismo, Leussink ha detto, prima di partire per Mosca, che riesce già « ad immaginare il giorno in cui un satellite di ricerca tedesco potrebbe essere lanciato nello spazio da missili sovietici ». Ma questa sembra davvero un'ipotesi da fantascienza. I sovietici, tra l'altro, non possono trascurare completamente il parere dei loro alleati. E quello della Neues Deutschland — il giornale del partito comunista di Pankow — era negativo anche sul , contatti scientifici tra Bonn e Mosca. Dopo un'estate caldissima, come ha scritto The Economist, si prevede un autunno « freddino » per ^'Ostpolitik di Bonn. Paolo Garimberti Mosca. Karl Schiller (Tel.)