In Israele si dice: a Amman la partita è ancora aperta

In Israele si dice: a Amman la partita è ancora aperta Di notte al confine si vedono i bagliori della guerra In Israele si dice: a Amman la partita è ancora aperta Hussein avrebbe riportato una vittoria di Pirro; il suo regno è sempre in pericolo - I fedayn dimostrano d'essere ben vitali: la notte scorsa hanno compiuto incursioni nell'Alta Galilea (Dal nostro inviato speciale) Gerusalemme, 24 settembre. In Israele la tensione è caduta, ma le preoccupazioni permangono. « E' troppo presto — scrive il governativo Davar — per stabilire se le forze siriane si siano ritirate definitivamente o piuttosto abbiano lasciato la Giordania per concedersi solo una pausa ». Per l'indipendente Haaretz, « la partita non è ancora chiusa ». Pei diplomatici, il ritiro delle forze blindate siriane rcongiura il pericolo di gravi complicazioni internazionali e conferma la prudenza sovietica. Il fatto, poi, che gli americani abbiano deciso di servirsi di aerei di linea per lo sgombero dei propri connazionali lascerebbe sol'intendere una tacita intesa Ira Washington e Mosca al fine di salvare il « Piano Rogers » E' certo, tuttavia, che dopo guanto accaduto il problema palestinese si ripropone in tutta la sua urgenza e drammaticità. Alla sua soluzione dovrà contribuire Israele, nell'interesse della pace mondiale. Gli uomini politici israeliani si interrogano sulle implicazioni della « vittoria » di Hussein sull'eventuale ripresa della missione larring. Il problema che sì pone — osservano — è di stabilire fino a che punto il re potrà governare la Giordania, con quale autorità, una volta spezzata la resistenza dei fedayn. Il leader dell'opposizione. Beigin, parlando in un kibbutz, ha detto: « Malgrado la vittoria apparente, il regime di Hussein ha i giorni contati ». Quale sarà il rapporto di forze, ci si domanda ancora a Gerusalemme, fra i guerriglieri palestinesi, il futuro governo di Amman ed i regimi arabi? Gli esperti non escludono che. sotto la spinta dell'opinione pubblica traumatizzata dalla sorte toccala r' fedayn. i paesi arabi ricomincino ad aiutare, « con uomini e mezzi », la guerriglia. Una volta fermata l'emorragia, curate le ferite, i guerriglieri verosimilmente relegati in una sorta di ghetto, a faccia a faccia con Israele, riprenderanno ì loro attacchi. Del resto, nonostante le perdite subite ed i combattimenti che tuttora li impegnano, hanno già condotto due azioni: una incursione di commandos stanotte nell'Alta Galilea, colpi di mortaio su Metullah, stamani. Secondo il commentatore della radio israeliana. « si è concluso soltanto il primo atto della tragedia giordana. Un fiume di sangue separa oramai i palestinesi (circa il 65 "'(i della popolazione 1 dai beduini (il 35 "'"1 e non sarà pacsldlc| possibile superarlo. Il re ha agito con una brutalità e una crudeltà che gli hanno per sempre alienato le masse palestinesi al di qua e al di là del Giordano ». Saleh Abdo, il sindaco palestinese di Gerico, che ha nove familiari ad Amman di cui ignora la sorte, mi ha detto di fronte a testimoni: « Ho condannato con una lettera indirizzata, insieme con 14 miei colleghi della zona occupata, allo stesso sovrano, il massacro da lui voluto. Bombardando i campi di rifugiati, rifiutandosi di discriminare tra civili e soldati, Hussein non ha soltanto seminato la pianta dell'odio, ma ha compiuto una operazione politica disastrosa. La liberazione dei territori occupati si prospetta ora più aleatoria che mai e comunque assai lontana » La dichiarazione della sig?iora Meir ad alcuni direttori di catene giornalistiche americane « Israele non tornerà mai sulle frontiere del 4 giugno 1967 », sembra confermare i timori del sindaco Il giornale della sera Yedioth riferisce stasera dì furiosi combattimenti ancora in corso a Irbid e a Ramtha: « Il rastrellamento condotto casa per casa è brutale, i beduini non fanno prigionieri ». Tre unità palestinesi non sono riuscite ad attraversare la frontiera siriana, si tratterebbe di reparti dì Al Saika e del Fronte democratico popolare, il cui leader Nayef Haioatmeh verserebbe in fin di vita a seguito delle ferite riportate in combattimento (sidla sua testa pesa una grossa tagliai. Anche ad Amman i guerriglieri — ai quali Arafat ha rivolto un appassionato appello alla resistenza — continuano a battersi: non è stato possibile sospendere il coprifuoco, l'aeroporto è sotto il tiro dei fedayn , Nella notte, dai villaggi dell'Alta Galilea, si vedono i proiettili traccianti attraversare il cielo a tratti illuminato dai razzi II silenzio è rotto dalle cannonate. lsr.or Man

Persone citate: Abdo, Arafat, Ira Washington, Meir, Nayef Haioatmeh, Rogers, Saleh