Banditi armati irrompono in un laboratorio di oreficeria: bottino sette chilogrammi d'oro

Banditi armati irrompono in un laboratorio di oreficeria: bottino sette chilogrammi d'oro In corso Casale quattro persone minacciate di morte Banditi armati irrompono in un laboratorio di oreficeria: bottino sette chilogrammi d'oro Erano 2, si sono annunciati attraverso il citofono come rappresentanti di pietre preziose - Giunti nell'ufficio del proprietario, all'improvviso spianano sugli impiegati le pistole col silenziatore: «Fermi tutti o spariamo»: Rapinata a mezzogiorno di cinque milioni con il trucco della gomma afflosciata Rapinatori armati di pistole con silenziatore hanno assaltato un laboratorio di oreficeria. Il bottino è di 7 chili d'oro lavorato, anelli e contanti, valore circa 8 milioni. I banditi erano due, hanno agito con decisione e freddezza da consumati professionisti del crimine. In un salone accanto all'ufficio, separato soltanto da una vetrata, venti operale non si sono accorte di nulla. E' accaduto in 5 minuti, nella ditta di Giovanni Marchisio, 44 anni, in corso Casale 137. Il laboratorio ha sede in un caseggiato di cui occupa 11 primo plano. Ci sono un cancello s una porta sulle scale, sempre chiusi. Viaggiatori e rappresentanti comunicano con il citofono, vicino ad una finestra è fissato uno specchio inclinato: dall'ufficio si possono osservare le persone ferme all'ingresso. Sono le 11, squilla per due volte 11 campanello. Va al citofono il rappresentante Odetto Alder, 33 anni. Una voce dice: — Sono un rappresentante, vorrei parlare con il dott. Marchi- sio. Abbiamo delle pietre preziose. L'AIder guarda lo specchio, nota due giovani vestiti con eleganza, in completo blu scuro. Uno regge tuia valigetta di pelle. Racconta l'Alder: — Ho schiacciato il pulsante che apre il cancello, poi quello della porta. Una spia accesa segnalava che i due non avevano chiuso i battenti alle loro spalle, sono andato incontro al visitatori per pregarli di chiuderei Quando mi sono affacciato sulle scale, il primo bandito era già di fronte a me. Mi ha puntato la canna della pistola al petto. Nell'ufficio c'erano il rag. Or: landò Cutellè, 47 anni, e l'impie: gata Irma Zanelle, di 28. Afferma 11 Cutellè: — Li ho visti entrare insieme all'Alder. Uno gli era così vicino che sembrava' 'lo j : abbracciasse. Era di media statura, di drca 30 anni, dietro c'era il più giovane, forse' venticinquenne', alto e magro. I due splanano le pistole. Avvitato alla canna c'è un cilindro lungo 10 centimetri. Gli impiegati dicono: — Erano Beretta, calibro 7,65 o calibro 9, con silenziatore. Il rapinatore più alto dirigeva l'azione. Ha intimato: « Fermi tutti o spariamo. Fuori c'è un nostro amico che ha il mitra puntato sulle finestre. Non fate sciocchezze, appoggiatevi al muro ». Il « capo » ha ripulito la cassaforte dell'ufficio, conteneva 5 chili d'oro. Ha aperto alcuni cassetti, ha trovato anelli e 70-80 mila lire in contanti. Sulla scrivania di Alder c'erano altri 2 chili d'oro lavorato. Ha messo tutto nella valigia di pelle e in un sacchetto di tela. Non si è accorto dell'altro oro, almeno 4 chili, che era sopra una bilancia. In quel momento Giovanni Marchisio arriva dal laboratorio. Vede i tre dipendenti in una strana posizione. — Cosa fate? Tenete il muro? In un baleno 11 « capo » gli è addosso: — S(fa fermo e zitto come gli altri. Ora noi usciamo, ma non vogliamo correre rischi. Dobbiamo perquisirvi, non fate storte. II complice fruga nelle loro tasche, poi taglia i fili del telefono e della luce. Manca la corrente, nel laboratorio attiguo il lavoro si ferma. Per 1 banditi il terreno comincia a scottare, chiedono a uno degli impiegati di accompagnarli per azionare il pulsante aprl-porta. Il più basso si avvia di corsa, l'altro lentamente Sono notati da Mario Fogliati, 48 anni, proprietario di un negozio di vernici di fronte al laboratorio: — Uno camminava tranquillo lungo il marciapiede. Aveva una borsa, lo ha raggiunto quello che era sceso prima. Era al volante di una 1500 blu, sono partiti in direzione del centro. Pochi Istanti dopo si precipitano in strada l'Alder, 11 Marchisio e 11 Cutellè. Ormai l'auto è lontana. Il dott. Montesano della Mobile e 11 cap. Formato dei carabinieri dispongono posti di blocco. * * Una donna che tornava dalla banca è stata u scippata » della borsa contenente quasi cinque milioni. Si chiama Guglielmlna Bajardi Mortarotti, 49 anni, abita in corso Vittorio Emanuele 197, è un'impiegata dell'industria grafica Roccl di via Carmagnola 4. Ieri verso mezzogiorno è andata alla Banca Commerciale Italiana di piazza della Repubblica e ha incassato 4 milioni e 79P mila lire; 11 denaro doveva servire per le buste paga degli operai. Ecco il suo racconto: «Ho messo il denaro nella borsa appena uscita dall'agenzia, e sono salita in macchina. Ho percorso un tratto di corso Regina Margherita, attraversato il "rondò della forca" e Imboccato il corso Principe Eugenio. Non ho notato se qualcuno mi seguisse ». Giunta davanti all'Istituto Buon Pastore la Bajardi si accorge che la macchina non tiene bene la strada, che qualcosa non funziona. « MI sono accostata al mardapiede, sono scesa e ho vi? sto che una gomma era completamente a terra. Non sapevo come fare per cambiarla e ho deciso di telefonare alla ditta perché mi mandassero un operaio ». L'impiegata chiude lo sportello a chiave, si mette la borsa a tracolla e si dirige verso un bar. « Stavo attraversando la strada — continua — quando un tale sul trent'anni mi si è avvicinato e all'improvviso mi ha strappato dalle mani la borsa ed è scappato verso una moto rossa su cui c'era un complice. Ho urlato, ma ì due malviventi si sono allontanati verso piazza Statuto, era inutile rincorrerli ». Il rag. Orlando Ciucile con Giovanni Marchisio, il proprietario del laboratorio di oreficeria