Ingegnere e sua moglie assassinati a colpi di rivoltella da un creditore

Ingegnere e sua moglie assassinati a colpi di rivoltella da un creditore Il crimine per motivi di interesse a Ercolano Ingegnere e sua moglie assassinati a colpi di rivoltella da un creditore L'assassino è un macellaio di 50 anni - I coniugi gli dovevano 2 milioni - Fuggito con un furgoncino si è poi costituito ai carabinieri: « Ho perso la testa — ha detto —, avevo lavorato tanto per risparmiare quella somma e non volevo perderla » (Dal vostro corrispondente) Napoli, 21 settembre. Duplice delitto in uno stabilimento per la produzione di acqua minerale, che sorge alle falde del Vesuvio: il proprietario, mg. Giuseppe Borrelli, di 50 anni, e sua mo.glie, Maria Sepe, di 43, sono stati uccisi a colpi di pistola da un creditore, il cinquantenne Gaetano Torrebruno, che, durante un'animata discussione, reclamava il pagamento di alcune cambiali per una somma di due milioni di lire. La donna, raggiunta al capo da un proiettile, è deceduta quasi all'istante; la stessa fine ha fatto il marito, colpito al petto. I coniugi Borrelli lasciano due figli, di undici, ed otto anni. L'assassino, sposato e padre di tre ragazzi, compiuto i! duplice omicidio è fuggito a bordo di un furgoncino ma in serata si è costituito ai carabinieri, ai quali ha dichiarato: « Ho perso la testa, avevo lavorato tanto per risparmiare quella somma e non volevo perderla ». Gaetano Torrebruno, proprietario di due macellerie a Torre del Greco, alcuni anni or sono aveva prestato in varie riprese forti somme di denaro ai coniugi Borrelli i quali avevano impiantato in via Semmola, ad Ercolano, comune v'esuviano a dodici chilometri da Napoli, una azienda per l'imbottigliamento di acqua minerale che sgorga da una fonte locale. Lo stabilimento, che attualmente occupa una ventina di dipendenti, era sorto dapprima con intenti modesti, ma col passare del tempo l'ingegner Borrelli e la moglie erano stati presi dal desiderio di ingrandirlo e di farne una piccola industria. Non disponendo di denaro erano ricorsi a prestiti, firmando cambiali con alcuni commercianti e usurai della zona. Erano stati acquistati moderni macchinari per l'automazione dell'imbottigliamen- to delle acque gassate; erano stati costruiti vasti capannoni in cemento armato, ma, pressati dai, debiti, i Borrelli non avevano potuto proseguire nell'opera intrapresa e le costruzioni per l'ampliamento erano state sospese. I debiti erano andati via via accumulandosi con un crescendo spaventoso e una azione giudiziaria, promossa dalle ditte che avevano fornito i macchinari, aveva portato alla dichiarazione di fallimento dell' azienda che nei mesi scorsi era anche stata posta sotto sequestro conservativo. II macellaio Gaetano Torrebruno non si era rassegnato alla perdita dei suoi soldi e varie volte aveva protestato con l'ing. Borrelli per ottenerne la restituzione. Stamane ha fatto un ennesimo tentativo e si è recato nello stabilimento di via Semmola ed aveva preteso il pagamento di alcune cambiali in protesto per il valore di due milioni. Giuseppe Borrelli ha cercato di tacitare il macellaio e nella speranza di prender tempo gli ha fatto firmare' dal ragioniere della ditta, Vincenzo Afrinito, un assegno post-datato per un milione di lire. Momentaneamente soddi-. sfatto il Torrebruno si è allontanato, ma nel pomeriggio è ritornato alla carica dopo aver appreso che alcune voci in paese davano ormai per scontato il tracollo finanziario dei Borrelli per un dissesto di circa cento milioni di lire. Verso le 15,45 Gaetano Torrebruno è entrato come un forsennato negli uffici amministrativi dello stabilimento, dov'erano i coniugi Borrell e il rag. Affinito intenti al disbrigo di alcune pratiche. « Voglio i miei soldi — ha gridato — altrimenti saranno guai per tutti ». Maria Sepe, che aiutava il marito nella conduzione dell'azienda, ha replicato indispettita: « Andate, :ion state a tormentarci con i vostri soldi; qui stiamo affogando in un mare di guai. Quello che potevamo fare per voi l'abbiamo fatto. E' inutile che gridiate. Non abbiamo più nulla da potervi dare ». La reazione dell'uomo è stata improvvisa. Ha estratto di tasca la pistola ed ha fatto fuoco contro la donna, colpendola alla testa. L'ing. Borrelli, che sedeva alla scrivania, non ha avuto neppure il tempo di accorrere in aiuto della moglie: il macellaio ha subito rivolto l'arma contro di lui e gli ha sparato a bruciapelo un colpo in direzione del cuore. Il poveretto si è accasciato agonizzante sulla scrivania. L'unico testimone della tragedia, il rag. Affinito, che ha assistito terrorizzato alla fulminea scena, temendo per la propria vita si è nascosto sotto un tavolo. a |

Luoghi citati: Ercolano, Napoli, Torre Del Greco