L'industriale sequestrato in Sardegna è fuggito dopo alcune ore di prigionia di Mario Guerrini

L'industriale sequestrato in Sardegna è fuggito dopo alcune ore di prigionia Per la prima volta nella storia del banditismo nell'isola L'industriale sequestrato in Sardegna è fuggito dopo alcune ore di prigionia Era stato rapito domenica da 6 fuorilegge presso Nuoro - Scappato due volte, è stato ripreso e picchiato - « Sei impazzito? », gli hanno detto - Al terzo tentativo è però riuscito - « Sentivo sparare raffiche di mitra dietro di me», ha raccontato -1 banditi braccati sulle montagne (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 21 settembre. Andrea Foroni, l'industriale milanese sequestrato ieri dai fuorilegge nel Nuorese mentre era di ritorno da una battuta di caccia, è tornato in libertà. E' riuscito a sfuggire dopo otto ore al banditi braccati dalle forze dell'ordine e, dopo aver trascorso la notte in piena campagna, ha raggiunto una strada dove ha incontrato una pattuglia della polizia. I banditi sono in fuga sulle montagne. Centinaia di agenti e di carabinieri li stanno inseguendo. E' la prima volta nella storia del banditismo sardo che un ostaggio riesce a mettersi in salvo con la fuga. « Ho rischiato grosso — ha detto l'industriale — ma ce l'ho fatta». A liberazione avvenuta, ha chiesto solo dieci minuti per lavarsi, poi ha guidato le forze di polizia nella zona in cui era riuscito a scappare ed ha indicato la direzione che i banditi hanno preso nella loro fuga. Ecco dalle parole dello stesso protagonista il racconto della vicenda: « Ero arrivato in Sardegna sabato sera — ha detto Andrea Foroni — con l'aereo MilanoOlbia. In auto ho raggiunto Orosei, dove da alcuni anni ho una casa. Ci trascorro le vacanze d'estate e mi serve anche come punto d'appoggio per la caccia. Ieri mattina con la mia "Campagnola" mi sono mosso all'alba in compagnia di Salvatore Piroddi, il guardiano della villa. Vado sempre con lui a caccia. Siamo andati in una riserva a Loculi, un paesetto a venti chilometri da Orosei ». « Verso le 11,30 eravamo già sitila strada del ritorno. Ad un certo punto — prosegue il racconto dell'industriale milanese — ho visto la strada sbarrata da alcuni sassi. Ho frenato. Dai lati sono sbucati sei uomini, tutti armati e mascherati. Ho portato le mani al fucile da caccia. Un fuorilegge se n'è accorto ed ha cercato di sparare col mitra, ma l'arma gli si è inceppata. Un compagno ha sparato invece un colpo di fucile da caccia, fortunatamente a vuoto. « Hanno tatto scendere Salvatore Piroddi e l'hanno legato ad un albero. Sono quindi saliti sulla "Campagnola " ed uno si è messo al volante. Tutti insieme siamo partiti prendendo un sentiero di campagna ». L'auto dei fuorilegge ha proseguito la sua marcia per qualche chilometro, risalendo la montagna. Nel frattempo, Salvatore Piroddi era riuscito a sciogliere le funi con le quali era stato legato all'albero; si è lanciato di corsa verso Loculi per dare l'allarme. Ha incontrato due cacciatori che l'hanno accompagnato in paese. A quaranta minuti di distanza dall'ora del rapimento, i carabinieri erano già avvisati e tutte le forze dell'ordine della provincia già in piena mobilitazione: è stato questo uno degli elementi fondamentali che hanno concorso al salvataggio dell'industriale milanese. « Dopo un paio di chilometri per fortuna — prosegue l'industriale milanese — l'auto s'è impantanata mentre attraversavamo un corso d'acqua. Inutilmente i fuorilegge hanno cercato di liberare dalla morsa la "Campagnola". Così abbiamo dovuto proseguire a piedi; i banditi apparivano peri, molto contrariati per questo incidente. Capivano di perdere vantaggio prezioso sulle forze dell'ordine. Dopo un paio d'ore, un elicottero dei carabinieri ha volteggiato sulle nostre teste. I fuorilegge si sono messi al riparo sotto gli alberi, trascinandomi con loro ». « I banditi — spiega Andrea Foroni — erano nervosi. Intuivano di avere ormai le forse di polizia alle calcagna. Uno mi ha chiesto se avevo duecento milioni in banca. "No, non li ho" risposi "ma se mi lasciate libero potrò procurarmeli". "Lei resterà con noi anche due anni, se sarà necessario", ha ribattuto un bandito. Allora ho deciso il tutto per tutto. Cominciava ad imbrunire. Mi sono gettato per un pendio. Ho fatto pochi metri perché mi hanno subito raggiunto ». Andrea Foroni parla quasi con rabbia. Prosegue: « Ero stordito e piuttosto malconcio. Mi hanno spinto brutalmente ingiungendomi di seguirli. Ci siamo rimessi in marcia. Abbiamo fatto un altro chilometro. Sentivamo ogni tanto il rumore degli elicotteri e persino il latrare dei cani poliziotti. I carabinieri dovevano essere vicini. Così ho riprovato: ho fatto uno scatto cercando di squagliarmela. Ho sentito sparare alle mie spalle, ho inciampato e sono caduto. I banditi mi hanno ripreso e giù botte. "Sei proprio impazzito", mi ha detto uno. Era ormai sera. St vedevano continua¬ mzicdcavl'sscnnmthrcfiHmmfitemingccazedhhtlamdoseltsngvet mente i bengala che la polizia lanciava per illuminare le campagne ». «Un bandito mi precedeva d'un centinaio di metri — continua l'industriale. — Gli altri due mi seguivano da vicino: uno aveva il mitra, l'altro il fucile da caccia. Mi sono accorto che questo era scarico. Ho dato uno spintone al bandito col mitra e sono scappato: ho saltato un muretto. Sono caduto. Sentivo una fitta al fianco, ma ho stretto i denti. Mi sono rialzato, mi sono messo a correre. Sentivo sparare raffiche di mitra dietro di me. Ho saltato altri due o tre muretti. Ho raggiunto un macchione. L'oscurità era fitta, lì i banditi difficilmente avrebbero potuto scorgermi. Ho aspettato col cuore in gola. Li ho sentiti sopraggiungere. Mi cercavano. Poi con sollievo ho però capito che si stavano nuovamente allontanando. Dopo una mezz'ora non li ho più sentiti: erano andati vìa. All'alba ho dato uno sguardo in giro, non ho visto nessuno ed allora ho raggiunto la strada asfaltata; è arrivata una vettura: l'automobilista mi ha preso a bordo e poco dopo abbiamo incontrato una pattuglia della Stradale. Ero in salvo ». Nel primo pomeriggio di oggi, l'industriale milanese è stato accompagnato con un elicottero dei carabinieri all'aeroporto di Olbia. Lì ad attenderlo c'era il suo aereo personale, col quale erano appena arrivati i genitori, la moglie ed il figlio undicenne Giovanni. Alle 16,10 l'industriale e la sua famiglia sono partiti alla volta di Milano. Mario Guerrini Milano. Andrea Foroni con la moglie ed un figlio all'arrivo da Olbia (Telefoto Ap)

Persone citate: Andrea Foroni, Salvatore Piroddi