Si vola, non si vola? Forse sì

Si vola, non si vola? Forse sì Si vola, non si vola? Forse sì Due settimane fa il volo dal \ l'aeroporto di Caselle per Roma è stato sospeso e ottanta passeg gerì hanno atteso quattro ore prima di partire L'altra sera, sulla stessa linea, invece dellap parecchio dell'n Alitalia » è de collato il «Caravelle» di un'altra società che, cinque minuti dopo, è dovuto rientrare d'ur gema alla base, non si sa se per un principio d'incendio a un motore o se per un falso allarme. Anche questa volta, la partenza è avvenuta con quasi due ore e mezzo dì ritardo. Sappiamo di questi due casi perché, in entrambi, un nostro inviato era tra i passeggeri. Ma molti altri consimili ci vengono segnalati: basta una lieve foschia, sia pure con una visibilità che in qualsiasi altro aeroporto sarebbe considerata sufficiente, per sopprimere attcrraggi e partenze. Allora I passeg¬ geri sono caricatt su un pullman e trasportati, con grave disagio, a Milano Lo stesso accade per le merci, che partono da Torino in autocarro e solo negli aeroporti lombardi pren dono le vie del cielo. E' difficile individuare e ana lizzare i motivi di questo co stante disservizio Le compagnie aeree, a quanto pare, scaricano la responsabilità sull'aeroporto: Idoneo quando fu costruito, ora antiquato rispetto alle esigenze di apparecchi sempre più grossi e veloci. Il traffico è dìventato intenso, tutti i servizi, da quello per la consegna dei bagagli a quello di ristorante, sono insufficienti. La pista di decollo, stretta fra l'abitato e le montagne, non basta per i decolli a pieno carico. I tecnici dell'aeroporto riconoscono queste deficienze: « Tocca alla società provvedere ». La società vorrebbe avere dalle compagnie aeree l'assicurazione che impianti più moderni ed efficienti avranno per risultato un intensificarsi dei voli e degli scali sull'aeroporto: 11 Non vogliamo impegnare grosse somme per nulla ». E', come si vede, un circolo vizioso. Finché il serpente si morde la coda, Caselle resta uno degli ultimi aeroporti d'Italia e con i passeggeri peggio serviti C'è un'ora, tra le 14,40 e le 15.45, nella quale sulle' piste di solito deserte si accavallano sette acrei in arrivo e partenza. Accade spesso che uno tardi ad atterrare e impedisca così il decollo degli altri: allora gli altoparlanti di bordo motivano il ritardo con ragioni « di traffico aereo ». Una frase che suona amaramente ironica a chi sa che per il resto della giornata il cielo di Torino è deserto, o quasi.

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