QUALCHE TITOLO IN VETRINA
QUALCHE TITOLO IN VETRINA QUALCHE TITOLO IN VETRINA Ad Ettore Sonora spetta il merito di aver dato un'efficace sistemazione storica ai problemi e agli aspetti della cultura del Rinascimento, in uno dei capitoli che è tra i migliori dell'intera Storia della letteratura italiana edita da Garzanti. Con Retorica e invenzione (ed. Rizzoli, lire 3000) Bonora inette a punto alcuni problemi fondamentali della letteratura rinascimentale: la questione della lingua nel '400, il rapporto tra poesia letteraria e poesia dialettale, il significato del teatro del '500, e soprattutto lo scambio continuo tra « invenzione » e « retorica » tipico di questa civiltà letteraria. Ne viene un libro che, se è esemplare sotto il profilo metodologico, rimane di vivo interesse anche per i lettori che non appartengono alla stretta cerchia degli specialisti, soprattutto là dove il critico punta la propria attenzione ai rapporti tra pensiero e gusto, tra società e poesia. * * Preziosa per gli studiosi, ma utile anche per gli altri lettori giunge la stampa delle Poesie di Alessandro Poerio, negli « Scrittori d'Italia » di Laterza (lire 10.000). Per trovare un'altra raccolta organica di queste poesie bisognava risalire ad un'edi¬ zione del 1917, per altro assai approssimativa e scorretta. Curatore di questa edizione esemplare è Nunzio Coppola, cultore appassionato della poesia risorgimentale e del Poerio in particolare, cui ha dedicato a lungo la sua attenzione di studioso. Scriveva Croce che « dopo il Manzoni e il Leopardi, nel periodo che va dal 1830 al '48, l'opera di Alessandro Poerio è, accanto a quelle del Tommaseo e del Giusti, la sola che meriti di suscitare ancora l'interessamento dell'amatore di poesia ». E' un invito autorevole ad accostare queste poesie, che alla luce della nuova edizione rivelano possibilità di lettura anche diverse da quella immediata prospettiva con cui ci si accosta ad un poeta risorgimentale, attento più alle « cose » che alle « parole ». Intanto Poerio si dimostra qui informato delle letterature straniere (interessante è per esempio il frammento di traduzione da Goethe) e propone una coscienza culturale europea, quale raramente s'incontra in altri scrittori a lui contemporanei. Ma soprattutto stimolanti sono i frammenti raccolti nella nutrita appendice: commenti, parafrasi e versioni poetiche dalla Bibbia, « pensieri di varia letteratura ». In essi si rivela una personalità di scrittore drammatica, accanita in un'operazione continua di scandaglio interiore. * * * Emidio Piermarini nostro epigrammista maggiore», di Carlo Filosa (Libreria emiliana edi trice, Venezia, 1000 lire) ci permette di conoscere un personaggio generalmente ignorato della poesia minore novecentesca. Autore di 1857 epigrammi, per oltre 15 mila versi, toccò tutti i più disparati argomenti: dagli alti problemi della religione e della giustizia umana, fino ai più futili motivi del divismo cinematografico e della minigonna; ma non trovò, durante la sua vita, « editore alcuno disposto a stamparne le pregevoli prose e i savi e garbati versi ». A un anno dalla morleK il Filosa ha cercato di diffonderne l'opera, con questo saggio. Potrà colpire il lettore superficiale sapere che un poeta religioso, tradizionalista, amatore del buon tempo antico, come il Piermarini abbia goduto l'amicizia e la stima di Benedetto Croce. Si stupirà di.meno chi conosce le predilezioni del maestro dell'* Estetica », nel campo della letteratura a lui contemporanea. g. der.
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