Così sarà la collina

Così sarà la collina Ampio dibattito sulla politica urbanistica Così sarà la collina Ieri sera in Consiglio comunale - Due anni fa gli abitanti di tutta la zona collinare erano 180 mila (40 mila a Torino) - Costruendo con i progetti finora concessi si arriverebbe a 775 mila (100 mila in città) - II Municipio fissa tre fasce di protezione: quella sopra i 400 metri diventa terreno agricolo - I limiti di cubatura Riunione straordinaria del Consiglio comunale, ieri sera, per discutere la politica urbanistica di Torino nel prossimo quinquennio. Nell'ultima seduta della passala amministrazione, il 21 aprile, era stata approvata a maggioranza la variante numero IX al piano regolatore generale, che stabiliva le nuove norme edilizie nel centro e' per la salvaguardia della collina. Attraverso la Giunta provinciale amministrativa, la prefettura dopo avere esaminata la delibera il 20 giugno l'aveva rinviata al Comune, con richiesta di delucidazioni e garanzie. Poiché il termine per rispondere all'autorità tutoria è di 90 giorni, c'è tempo solo fino a domani. Scaduta la vecchia Giunta municipale, la nuova Giunta insediata a fine luglio riprendeva il documento in esame e la settimana scorsa approvava la risposta alla Giunta provinciale amministrativa. Sono ribaditi i concetti fondamentali della delibera, che impongono la verifica dei servizi prima di autorizzare qualsiasi insediamento, con qualche modifica formale in rapporto all'applicazione della legge. In sostanza il rilascio delle licenze edilizie è condizionato alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria (servizi pubblici) a carico dei proprietari; il 40 per cento dell'area non edificata dovrà essere in ogni caso sistemata a verde. Si tratta di un provvedimento che potremo definire di emergenza, tenuto conto che le vecchie norme in vigore fino a ieri furono elaborate tra il '52 e il '54, quando la città aveva circa 400 mila abitanti in meno rispetto a oggi. Naturalmente le norme nuove hanno gettato un certo allarme negli ambienti interessati, di proprietari e costruttori. Il 26 maggio la vecchia Giunta aveva approvato una delibera di urgenza, che stabiliva comunque la validità delle convenzioni stipulate prima del 21 aprile. La delibera portata ieri in discussione tiene conto di questa decisione e inserisce nel testo le modifiche formali anzidette. In base alla stesura definitiva, u allo scopo d'evilare che vengano resi insufficienti i servizi pubblici di fona previsti dal Piano regolatore generale » i nuovi insediamenti dovranno inserirsi in appositi plani di lottizzazione (esclusi gli ampliamenti di preesistenti edifici, che non superino 1 500 metri cubi). Ogni piano di lottizzazione può essere previsto nell'ambito di una sola zona del piano regolatore. Senza lottizzazione è vietata anche l'apertura di nuove vie private. Le nuove norme stabiliscono la cubatura degli edifici In base all'altezza e alla popolazione della zona. Gli abitanti della collina erano circa 180 mila (di cui 40 mila nel territorio cittadino) un paio d'anni fa. Soltanto realizzando tutti i progetti edilizi conosciuti finora, dovrebbero salire 775 mila (100 mila in territorio cittadino). Una spaventosa Invasione di cemento sul verde rimasto a disposizione dei torinesi. Secondo le norme proposte dal Comune, la collina si può dividere in tre fasce ideali. Quella sopra ai 400 metri (poco oltre San Vito) sarebbe trasformata in verde agricolo, dove « sono ammesse esclusivamente costruzioni destinate al servizio dell'agricoltura: purché la cubatura com. plessiva non superi lo 0,03 metri cubi per metro quadrato ». La seconda fascia si può considerare sotto i 400 metri e sopra i corsi Moncalieri, Giovanni Lanza, Quintino Sella e Casale. In questa zona la cubatura si riduce a 0,25 metri cubi dove finora era di 0,75; passa a 0,20 dove era di 0,50; a 0,10 dove era di 0,20, e a 0,03 dove era consentita di 0,10. In complesso le cubature per le costruzioni nelle zone residenziali collinari vengono ridotte di circa due terzi in meno, rispetto alle precedenti. Nella terza fascia, sui corsi Moncalieri e Casale, resta itct invariata la cubatura di 2,80 metri cubi per metro quadrato. Il documento precisa tuttavia che le modifiche al piano regolatore « costituiscono nel loro complesso un provvedimento cautelativo, soprattutto per quanto concerne la disciplina della parte collinare, in previsione di un più approfondito e completo studio per un assetto definitivo del territorio collinare ti. Le norme stabilite dal Comune per la collina fino dal '59. non furono mai approvate dal ministero del Lavori pubblici; anche il periodo di salvaguardia è scaduto nel luglio '70. Perciò l'amministrazione civica è costretta ad applicare le norme cautelative definite nella variante n. 13, in attesa della variante specifica al piano regolatore relativa alla collina, che si dovrebbe varare entro 11 '71. I proprietari di quelle zone non devono però allarmarsi circa il valore e l'utilizzazione delle loro aree, perché in sede di variante specifica verranno riadeguati gli indici delle zone destinate a residenza, con nuove norme edilizie. Il dibattito, piuttosto animato, ha avuto inizio con la relazione dell'assessore arch. Picco. Egli ha precisato tra l'altro come uno degli obiettivi sia la « compartecipazione rigorosa agli oneri di urbanizzazione che competono, secondo la legge-ponte, a chi edifica sia con limitati interventi (licenza singola) sia con insediamenti di maggior rilievo (lottizzazio¬ ni); compartecipazione che si impone, a Idi là di rigide interpretazioni di legge, per conseguire i livelli qualitativi propri di una città, che, carente di servizi, ha assolutamente bisogno di adeguate attrezzature sociali ». Ha Inoltre confermato che le norme per la collina « debbono ritenersi premesse a una disciplina più articolata che l'Amministrazione si impegna a concludere nell'arco del prossimo anno. La stessa cosa va detta per le innovazioni alle norme generali e della parte piarla, premesse a una sistematica definizione con la variante organica ». L'arch. Radicioni (pei) è contrario a mantenere valide le convenzioni anteriori al 21 aprile, sostenendo che la legge non vieta di modificare le relative lottizzazioni. Critica tra l'altro le modifiche agli indici di cubatura e l'autorizzazione a costruire bassi fabbricati nei cortili, ad uso autorimesse. L'ex assessore all'urbanistica Paonni (psi) rileva come la delibera, rimasta fedele alla primitiva sostanza, sia stata attaccata da molti ambienti cittadini: ii Tuttavia essa non ha carattere punitivo nel confronti di nessuno, raccoglie piuttosto le istanze di gran parte della cittadinanza e tenta un ordinamento del futuro sviluppo di Torino. Quale sarà, ora, l'atteggiamento della prefettura? La cosa peggiore sarebbe il tenerla ferma per mesi e poi rin¬ viarla ancora al Comune. Il quale, però, potrebbe fronteggiare la situazione applicando la variante organica al piano regolatore, da tempo autorizzata ». L'ing. Montanaro (de) osserva che « l'aver messo in luce che la via normale alla licenza di costruzione è il piano particolareggiato o ti piano di lottizzazione, e non ta licenza singola, è per la nuova amministrazione un modo coerente di presentarsi in Consiglio, un chiaro atto di qualificazione politica, corrispondente allo spirito della legge urbanistica ». A proposito de'la collina, suggerisce l'acquisto « del maggior numero di aree collinari destinate a parchi o zone per il tempo Ubero, ora che II mercato (grazie alla variante 13) dovrebbe essere particolarmente favorevole ». Come tutti gli strumenti innovatori, il provvedimento potrà provocare qualche inconveniente nei confronti dell'occupazione specifica del settore. Ma Montanaro ritiene che il rallentamento d'impiego « non dipenderà in misura determinante dalla variante 13, bensì dalla eccessiva attività edtlizla degli ultimi due anni, provocata dall'art. 17 della legge-ponte e dalle restrizioni della stessa legge ». Comunque, la manodopera eccedente potrebbe essere utilizzata nel nuovo ciclo di assunzioni del settore metalmeccanico; nel piano dell'edilizia popolare e in quello dell'edilizia scolastica che la Giunta ha in programma. L'on. Todros (pei) dichiara illegittimo il giudizio della prefettura sul merito della variante 13. E' contrario anch'egli alla validità delle lottizzazioni anteriori: ad esemplo quella per l'ex terreno Viberti in corso Monte Cucco, secondo le vecchie norme porta al Comune un contributo di 700 milioni; con le nuove, ne porterebbe 1400: perché rimetterci tanto? Con questo e qualche altro emendamento, il parlamentare pei approverebbe la nuova delibera. Secondo Vlndlgni (pei), la nuova versione della delibera n costituisce un passo indietro rispetto alla precedente ». Per l'ing. Dina (psiup), « non corrisponde alle pretese scelte politiche della nuova Giunta ». Il cap. Maina (msi) avrebbe preferito discuterla dopo le dichiarazioni programmatiche, per controllarne la coerenza; comunque, i' suo gruppo si asterrà da! voto. Favorevole è invece Alabiso. Alle 3 la seduta era ancora in corso.

Persone citate: Alabiso, Giovanni Lanza, Paonni, Quintino Sella, Radicioni, Todros, Viberti

Luoghi citati: Casale, Moncalieri, Torino