L'industria inglese delle auto in crisi per scioperi selvaggi di Carlo Cavicchioli

L'industria inglese delle auto in crisi per scioperi selvaggi Il lavoro sospeso per circa 40.000 operai L'industria inglese delle auto in crisi per scioperi selvaggi L'agitazione alla GKN-Sankey (5000 dipendenti) ha provocato una reazione a catena - La fabbrica di Wellington produce accessori indispensabili (Nostro senizio particolare) Londra, 16 settembre. L'industria automobilistica britannica è semiparalizzata per lo sciopero « selvaggio » di una fabbrica relativamente piccola di componenti vitali per macchine: la G.K.N.-Sankey di Wellington, un complesso che dà lavoro a poco più di cinquemila dipendenti. La vertenza, relativa ad una richiesta di aumento delle paghe settimanali, si protrae da un mese e mezzo: l'ultimo tentativo per risolverla è fallito ieri sera, allorché le due parti si sono di nuovo irrigidite sulle rispettive posizioni, i datori di lavoro offrendo un miglioramento di circa 5 sterline settimanali (7500 lire) e gli operai insistendo per averne otto (12 mila lire). Come avviene spesso in questi casi, lo sciopero della G.K.N.-Sankey non ha avuto effetti limitati all'ambito della fabbrica, ma ha provocato una serie di reazioni a catena: cinquemila operai di Wellington hanno incrociato le braccia; ma molti grossi complessi, clienti della G.K.N., quali la Triumph, la Austin-Morris, parte della British-Leyland, rimasti senza forniture, hanno dovuto lasciare a casa gli operai per mancanza di lavoro. La ditta di Wellington produce, fra l'altro, i mozzi delle ruote d'una infinità di vetture e camions inglesi. I lavoratori rimasti inoperosi, perché l'attività non può essere continuata, sono oggi circa 40 mila. Non è la prima volta che l'intero settore automobilistico subisce simili contrattempi, dannosissimi per l'economia, in quanto colpiscono drasticamente le esportazioni. Lo scorso anno accadde con la Pilkington, produttrice di parabrezza per le macchine. Poche centinaia di operai, fermi su una richiesta insoddisfatta di migliorie salariali, paralizzarono i maggiori complessi del paese. Contro gli « scioperi selvaggi » — che nel 1969 furono oltre il 90 per cento del totale — non si sono trovati finora rimedi. I sindacati non avallano queste agitazioni, ma neppure le scoraggiano a sufficienza. Il nuovo governo conservatore ha in animo di introdurre una leg¬ ge sulle relazioni industriali, al fine di rimettere un po' di ordine nel caos, però le Unions non sono affatto d'accordo, perché il progetto includerebbe sanzioni per gli scioperanti. Sulla crisi del settore automobilistico vi è stato di recente un « pubblico lamento » di Lord Stokes: egli ha rammentato che l'industria motoristica è uno dei pilastri dell'economia inglese e ha esclamato: « Ma non possiamo vendere macchine se non le produciamo; e non possiamo i pezzi ». Carlo Cavicchioli d lprodurle se non ci forniscono

Persone citate: Lord Stokes

Luoghi citati: Londra, Wellington