Un saporoso giallo di Chabrol e una commedia con la Bergman
Un saporoso giallo di Chabrol e una commedia con la Bergman LE PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Un saporoso giallo di Chabrol e una commedia con la Bergman « Il tagliagole » - « Passeggiata sotto la pioggia di primavera » di Green (Ideal) - Che II tagliugole (« Le boucher ») sia un « giallo » d'una buona annata si conosce dalla densità e dal sapore dell'atmosfera provinciale in cui Claude Chabrol, non del tutto immemore d'essere stato uno dei capiscuola delia nouvelle vague, ha ravvolto questa storia delittuosa, uscitoa tutta quanta dal suo sacco. Alla quale mancano i « brividi », appunto perché li vieta la dura, secolare monotonia di una vita di villaggio. A Tremolat, un paese della Dordogna situato presso grotte preistoriche, celebrandosi le nozze del maestro, Hélène conosce Paul, e tra i due nasce un'affettuosa amicizia. Sembrano fatti per intendersi: lei, direttrice della scuola, è una graziosa trentenne, toccata da una delusione d'amore; lui, macellaio, ha visto gli orrori della guerra d'Indocina e d'Algeria, e ne sembra ancora tutto stupefatto. Come tutte le cose di Tremolat, anche il loro idillio prende un sesto abitudinario; e non lo turba la notizia che in un vicino bosco è stato trovato il cadavere d'una ragazza straziata dal coltello d'un sadico. Passi per quel primo! Ma quando al ritorno d'una visita alle grotte con la scolaresca, Hélòne s'imbatte in un secondo corpo con ciato allo stesso modo (è quello della fresca sposa del maestro) e accanto vi scorge un accendino in tutto simile a quello che lei aveva regalato a Paul, oh allora i dubbi l'attanagliano, e solo il contegno uguale del macellaio e il pensiero che gli accendini si fanno in serie, le restituiscono una certa pace. Ma essa dura poco; e per non farvela lunga, risulta che l'accendino è proprio quello e che Paul, sia pure con le attenuanti delle guerre coloniali, è lui il feroce accoltellatore di donne. E viene il momento che neppure un uscio separa Hélène dal folle omicida che pur l'ama tanto. Ma la lama, irrorata dalle lagrime di lui, all'ultimo momento prende un'altra direzione. Se contro le regole abbiamo riassunto la vicenda, è perché il suo vero interesse non scatta sulle « sorprese », ma striscia pigro nell'ambiente, rappresentato con perizia attraverso una splendida fotografìa a colori. Stéphane Audran (alias la signora Chabrol, premiata a San Sebastiano) e Jean Yane sono i corretti interpreti. * * (Doria) — Due vecchi beniamini del pubblico a braccetto — Ingrid Bergman e Anthony Quinn — nel panavision a colori Passeggiata sotto la pioggia di primavera («A walk in the spring rain », da un romanzo di Rachel Maddux). Primavera, si intende bene, metaforica, quale una signora cinquantenne, illibata, devota al marito e nonna d'un frugoletto, s'illude di rivivere facendo all'amore con un rude alpigiano, proprietario d'una casa sui monti che la coppia ha preso a pigione. Non era nel contratto che quel Will, nella sua rozzezza, fosse cosi vitale e caldo e persin tenero. Intanto che il marito affonda nella composizione d'un libro, la signora Libby si abbandona alla vertigine di un « breve incontro » alimentato da vecchi sogni e dalla vista incoraggiante d'una natura francamente selvaggia. Ma ipotizzato platonico, l'idillio resta tale. Quand'anche la virtuosa signora non ci avesse pensato da sé, un luttuoso incidente nella famiglia di Will (incidente sul quale la coscienza di lei non si sente perfettamente tranquilla: gli amori dei cinquantenni slogano sempre qualcosa) lo fa bruscamente finire. Libby col marito torna in città e Will se ne resta lassù, a masticare rimpianti e rimorsi. Il venerando motivo degli amori impossibili, ch'ebbe la sua liberazione poetica in Breve incontro di David Lean, ritorna su un piano modestamente aneddotico in questo film di Guy Green, che del resto lo scandisce con garbata prudenza e stile onestamente vecchiotto, dando lunghissima briglia (com'era da fare) ai due attori protagonisti. La Bergman sulla sua signorile tangente crepuscolare e Quinn nel pieno esercizio della sua comunicativa, suppliscono col loro mestiere ai cedimenti di un lavoro, tutto sommato, convenzionale. 1, p.
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