Il Papa licenzia le sue truppe di Filippo Pucci

Il Papa licenzia le sue truppe Per riaffermare la missione evangelica Il Papa licenzia le sue truppe Ha sciolto la Gendarmeria (142 uomini),'la Guardia palatina (498) e la Guardia d'onore (60) - Mantiene (per ora) solo la Guardia svizzera (Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 15 sett. A 100 anni dalla « breccia di Porta Pia», Papa Paolo VI ha ordinato lo scioglimento dei Corpi armati pontifici, ultime vestigia di un apparato statale tradizionale, anche se la soppressione dei corpi armati trae origine dal movimento scaturito dal Concilio per il rinnovamento dello spirito e anche della presenza esteriore della Chiesa. E' questa motivazione che si legge nella lettera con la quale Paolo VI ha comunicato la sua decisione al cardinale segretario di Stato, Villot: « Far sì che tutto ciò che circonda il successore di Pietro manifesti con chiarezza il carattere religioso della sua missione, sempre più sinceramente ispirata a una linea di schietta semplicità evangelica ». Decisione inattesa La decisione del Pontefice riguarda la Guardia nobile (recentemente ribattezzata Guardia d'onore, 60 uomini), la Guardia palatina (498 uomini) e la Gendarmeria pontificia (142). E' stata presa nel massimo segreto. La notizia, questa mattina, ha colto tutti di sorpresa. I gendarmi, che nelle scorse settimane avevano fatto parlare i giornali per alcune « proteste sindacali », erano increduli. Quando la notizia è stata confermata ufficialmente, qualcuno ha manifestato rammarico per lo scontento mo¬ strato verso le autorità pontifìcie. Ma ogni connessione diretta tra le proteste dei gendarmi e la decisione del Papa è stata smentita in Vaticano. Paolo VI ha dato incarico al cardinale Villot di fissare la data per l'« esecuzione dello scioglimento » del Corpo: quel giorno (certo entro la fine di quest'anno), le divise della gendarmeria spariranno da piazza San Pietro, diventeranno souvenirs ricercati dai turisti, sui banchi di Porta Portese. Il Vaticano intanto promette che « nessuno sarà lasciato sid lastrico » e che ai gendarmi e alle loro famiglie sarà fornita un'altra fonte di sostentamento. Non mancano, in Vaticano, accenti patetici a commento dell'annuncio. A Paolo VI, il quale afferma nella sua lettera al segretario di Stato di avere preso le sue decisioni « dopo attenta riflessione e pur con grande rammarico », fa riscontro la Radio vaticana che, nel suo notiziario odierno, parla di « nostalgia », di « tramonto di un periodo storico », oltre il quale « il volto della Chiesa sta ringiovanendo ». Paolo VI si dice «perennemente obbligato». certo che gli appartenenti ai disciolti Corpi armati saranno sempre sorretti dagli ideali che hanno servito, « l'amore a Cristo e alla Chiesa, la fedeltà alla S. Sede ». Il Vaticano perde una parte del suo elemento coloristico (« i pellegrini non le vedranno più », avverte la Radio vaticana parlando delle divise dei Corpi armati). Le funzioni di polizia e di vigilanza all'interno delle mura leonine verranno assunte da un nuovo « speciale ufficio » costituito presso il governatorato del piccolo Stato. Come premio di consolazione, Paolo VI ha nominato oggi stesso il principe Mario Del Drago, che comandava la Guardia nobile, e il conte Francesco Cantuti di Castelvetri, colonnello della Guardia palatina, membri effettivi della consulta laica, la quale cura l'amministrazione interna del Vaticano. Aggiornarsi Con la decisione di oggi Paolo VI ha concluso un'altra tappa importante nell'opera di aggiornamento, per la quale viene stimolato da sinistra e criticato da destra. Dimesso il triregno e aboliti i flabelli di penne di struzzo fin dall'inizio del pontificato, aveva tolto via via la divisa con colbacco napoleonico di pelo nero ai gendarmi e il fucile alle guardie palatine, aveva ordinato che sparissero, almeno in pubblico e nelle circostanze non solenni, le corazze argentate e gli elmi con coda equina delle guardie nobili, aveva tramutato la Corte in Casa pontificia, ridotto le vesti ai cardinali, eliminati i titoli di Eminenza ed Eccellenza, riformata ed internazionalizzata la Curia Romana, potenziata su nuove basi la collegialità episcopale. I Corpi armati pontifici, con la maturazione di un nuovo processo storico e psicologico, spiega oggi nella sua lettera, non corrispondono più alle necessità per le quali erano stati costituiti. L'Osservatore Romano aggiunge che « la reale indipendenza che si esercita nel piccolo territorio vaticano, domanda di essere riconosciuta non in virtù di Corpi rappresentativi, grandemente benemeriti nel passato, ma dai segni della missione religiosa della S. Sede ». La Guardia nobile aveva in forza, attualmente, 60 discendenti di famiglie aristocratiche degli antichi Stati pontifici; il suo quartiere generale era al secondo piano del Palazzo Apostolico, presso l'appartamento del Papa, il suo stendardo, di seta bianca, era posto sotto il patrocinio di San Sebastiano, che fu comandante della prima coorte pretoriana imperiale. Traeva le sue origini dalla guardia di cavalleggeri istituita da Innocenzo Vili nel 1485 e dalle Lance spezzate di Paolo IV. Gli stipendiati erano non più di due o tre persone, addette ai lavori d'ufficio. La Guardia palatina era stata voluta da Pio IX nel 1850. I suoi 498 membri attuali erano volontari tratti dalle più diverse categorie sociali di Roma e del Lazio: tranvieri, studenti, operai, professionisti, ai quali venivano solamente rimborsati, ogni volta che si recavano in Vaticano per indossare la divisa e disporsi lungo il passaggio del Papa, i denari spesi per i mezzi di trasporto. Anche qui, dunque, non sorgono per la Santa Sede questioni di natura economica o assistenziale. Il corpo, durante l'ultima guerra, aveva raggiunto la punta massima di 2 mila effettivi, essendosi tramutato In un rifugio sicuro (con l'interessamento personale e diretto dell'allora sostituto della segreteria di Stato mons. Montini) per molti giovani. Le origini della Gendarmeria pontificia risalgono al 1816, sotto Pio VII. Ai gendarmi erano affidati il vero e proprio servizio di polizia e di regolazione del traffico all'interno dello Stato vaticano e la sorveglianza dei palazzi extraterritoriali. Il loro stipendio era salito recentemente a circa 125 mila lire mensili, senza tuttavia che finisse lo scontento. Cento anni fa, al momento della presa di Roma, l'esercito pontificio era di 13.175 uomini e di 1206 cavalli con « un soldo » che era tra i più alti dell'epoca. Lo storico militare colonnello Attilio Vigevano, commentando lo scioglimento delle truppe papali dopo Porta Pia, scrisse che si era trattato della (f pallida fine di un buon esercito ». Giudizio che potrebbe essere ripetuto oggi, commentano alcuni in Vaticano, per quel poco che ne restava. Filippo Pucci Roma. Una guardia svizzera, un gendarme pontificio ed una guardia palatina. Solo gli « svizzeri » resteranno in servizio, gli altri corpi armati pontifici saranno sciotti (Tel. Ap) iiiiiiiiiiiiiiinii il itti tu i ■■■■■■■■■mi 11 umilimi mimmiiimmiiimmi iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiii iiii

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Lazio, Roma