Il card. Suenens denuncia le lacune del Vaticano II di Lamberto Furno

Il card. Suenens denuncia le lacune del Vaticano II Teologi progressisti a Bruxelles Il card. Suenens denuncia le lacune del Vaticano II Per giungere all'unità dei cristiani bisogna risolvere tre problemi: ridurre il predominio -del Papa e dei vescovi, chiarire le fonti della Rivelazione (anche la tradizione o solo la Scrittura?), stabilire una scala d'importanza fra i dogmi (Dal nostro inviato speciale) Bruxelles, 12 settembre. TJn. rilancio dell'ecumenismo attraverso la soluzione di tre specifici problemi lasciati in sospeso dal Concilio, è stato chiesto stasera dal primate belga Suenens al primo congresso internazionale dei teologi progressisti. Il suo appello, moderato nella forma ma netto nella sostanza, è caduto su una assemblea quanto mai sensibile all'unità dei cristiani perché composta non solo di 225 studiosi cattolici con diritto di voto, ma anche di 700 invitati fra i quali numerosi esponenti anglicani, ortodossi e protestanti. Ili prima fila sedevano il premier belga Eyskens, cattolico, con diversi ministri, e il presidente della Comunità Europea Malfatti. Ma le presenze più rilevanti, in un congresso potenzialmente critico verso Roma, risultano quelle del nunzio apostolico Cardinale e di una delegazione di « teologi romani » guidata dal vescovo Carlo Colombo, teologo di fiducia di Paolo VI, fiancheggiato a ogni buon conto da un espert o dell'ex Sant'Uffizio e da padre Dhanis, l'uomo che censurò « Il nuovo catechismo olandese ». Suenens ha tracciato un quadro attuale e in prospettiva della Chiesa, chiarendo subito che il congresso di Bruxelles vuole essere « costruttivo ». « Il Concilio Vaticano II — ha detto fra l'altro Suenens — sembra già molto lontano poiché so?io sorli nuovi problemi e noi siamo divenuti più sensibili a quelli che il Concilio ha posto ma non pienamente risolto ». Il primo problema insoluto nel Concilio riguarda la natura della Chiesa delineata nella costituzione «Lumen Gentium )). Suenens ha ricordato che durante le sedute conciliari fu accettato, malgrado le resistenze conservatrici, il concetto di Chiesa come « comunione o popolo di Dio ». Questo fatto fu giudicato « una rivoluzione copernicana » poiché dava un'immagine dinamica della Chiesa, sancendo fra l'altro la partecipazione dei fedeli alla sua missione. Sennonché il capitolo successivo del testo conciliare tornò a insistere sul carattere « statico, giuridico, più piramidale che comunitario della Chiesa » confermando il predominio assoluto della gerarchia. In sostanza adesso primeggiano nella Chiesa Papa e vescovi mentre i fedeli non vi compaiono quasi. A parere di Suenens i congressisti devono approfondire questo problema così da favorire la creazione di effettivi organi di partecipazione e corresponsabilità nella Chiesa. Ciò significherebbe, aggiungiamo noi, che questi nuovi corpi potrebbero condurre alla riforma dell'elezione del Papa. Un secondo problema non risolto concerne le fonti della rivelazione ed è altrettanto fondamentale sul piano ecumenico. Per i cattolici queste fonti sono due, Scrittura e Tradizione, mentre i riformati danno prevalenza alla sola Scrittura. Occorre superare, ha lasciato capire il card. Suenens, questo contrasto. Terzo problema. Si tratta d'una «piccola frase inserita quasi di passaggio » nel dsitrvscrnSrpl decreto sull'ecumenismo. Es-sa dice che nei rapporti fra i cristiani si deve tener con- to di « una gerarchia di ve- rità » e cioè che « se ogni verità rivelata è vera, ciò non significa che sia egualmente centrale né vitale nel mistero cristiano ». In altri termini occorre stabilire, secondo Suenens, una scala prioritaria di dogmi essenziali che possano essere accettabili da tutti i cristiani. (Va ricordato a questo punto che Paolo VI ribadì invece tutti i dogmi cattolici nel suo «'credo » del 29 giugno 1968). Guardando alla Chiesa di domani, tema generale del congresso, il primate belga ha quindi affermato che, per rendere credibile la fede cristiana al mondo secolarizza to, occorre parlare di Dio sulla « lunghezza d'onda » dell'uomo attuale e investire la Chiesa dei problemi con¬ creti dell'esistenza umana. Prospettiva della Chiesa è l'unione dei cristiani, verso la quale, malgrado le difficoltà, «camminano con fede e coraggio Paolo VI, Atenagora e Ramsey» (capo degli anglicani). Dove avverrà l'incontro definitivo? si è chiesto Suenens ed ha risposto: « Forse, potrà essere un Concilio Vaticano terzo ». Lamberto Furno

Persone citate: Carlo Colombo, Chiesa Papa, Concilio, Eyskens, Paolo Vi, Scrittura

Luoghi citati: Bruxelles, Roma