La figlia del marchese Casati sconvolta "Non posso credere a quelle orribili cose,, di Livio Zanotti

La figlia del marchese Casati sconvolta "Non posso credere a quelle orribili cose,, Anna Maria parla della strage nel palazzo di Roma La figlia del marchese Casati sconvolta "Non posso credere a quelle orribili cose,, Sembra una giovane forte, ma ha solo 19 anni vissuti soprattutto tra collegi e crociere - Dice; «Il diario non Pho mai visto e di orge non ho mai neppure sentito parlare. Adoravo mio padre e Anna era per me più di una madre » - Passa le nottate a fumare sigarette e a ingoiare pillole contro Pinsonnia e i brutti pensieri (Nostro servizio-particolare) Roma. 11 settembre. Anna Maria Casati si difende: « Il diario non l'ho mai visto e di orge non ne fio mai neppure sentito parlare.. Adoravo mio padre e Anna Fallarino era per me più di una madre. Non crederò mai a ciò che ora dicono di loro ». « Sono restata fuori » Incontro la figlia del marchese Camillo ' stamattina; passeggia sola, lungo la stradina che conduce al mare dalla villa dei principi Lancellotti in cui è ospite, a Palo Laziale, appena dietro una grande curva della Via Aurelra. Mi dice che non vuole rilasciare dichiarazioni; anzi che ne ha già fatta una per tutti che sarà diffusa dalle agenzie di stampa. E' tesa, gli occhi accesi, tra le mani una sigaretta che aspi- e r a a e a n . l a n , i e ra a ra rapidamente. Resta un momento in silenzio, poi confida: « Ne fumo anche quaranta al giorno per fare sera e passo la notte a mandare giù pillole contro l'insonnia e brutti pensieri. Della mia famiglia è stato scritto tutto, troppo e troppe cose non vere. L'ho detto al magistrato che mi ha interrogata l'altro giorno al Palazzo di Giustìzia, lui mi ha risposto che non ne sapeva niente ». Sembra una ragazza forte, ma infine ha soltanto 19 anni vissuti soprattutto tra collegi e crociere. Le scorgo gli occhi arrossarsi quando le chiedo della tragedia, come ha saputo? Parla lentamente accompagnando le parole con accenni della testa: « Mi hanno telefonato qui, a Palo. Ero arrivata poco prima da Roma, da casa mia. Non avevo potuta vedere mio padre perché il domestico mi aveva avvertito che non voleva essere disturbato; ma poi gli avevo parlato al telefono: all'inizio è stato anche brusco, si è raddolcito quando io ho insistito per sapere cosa avesse. Mi ha chiesto allora come stavo, quando ero tornata dalle vacanze, se Vittoria e Livia Lancellotti erano con me. Ci siamo salutati come sempre, affettuosamente, d'accordo che sarei venuta a Palo e ci saremmo incontrati in serata o l'indomani mattina». Invece non l'ha più visto. Non ha avuto l'animo di entrare nello studio di via Puccini in cui il marchese Camillo, Anna Fallarino e Massimo Minorenti erano ormai senza vita, sfigurati dalle fucilate. « No, sono restata fuori. Intanto era arrivata la polizia, la casa era piena di gente che girava da ogni parte. Non sapevo che fare, degli amici mi hanno portata via e da allora non sono più tornata a casa. Forse non ci tornerò mai». Che farà adesso? Pensa che nei prossimi giorni si trasferirà a Milano, dove il padre aveva le sue maggiori attività e dove vive il senatore liberale Giorgio Bergamasco, al quale quasi certamente sarà affidata in tutela fino al compimento della maggiore età. «Il senatore è un uomo degno e anziano, legato alla mìa famiglia da un'affettuosa tradizione. Perciò fin dal primo momento ho chiesto di essere affidata a lui. La signora Emilia Izzo è mia zia, ma tra noi ogni rapporto è cessato con la morte di mia madre, il 5 giugno del '65. Non abbiamo nulla da dirci e mi sembrerebbe poco opportuno attribuire a lei la responsabilità di starmi vicina ». Ora Anna Maria accenna a tornare nella villa da dove qualcuno la chiama; vedo u.ra ragazza, forse una delle rtu(-: giovani Lancellotti, e una donna di mezza età, una domestica della casa, forse. L'accompagno e lei non si rifiuta: « Ma guardi che interviste non ne voglio, non vorrei essere scortese, cerchi di capirmi... », dice, e la voce stavol- ta è dura. Racconta di avere acquistato tutti i giornali che hanno parlato della vicenda di suo padre con Anna Fallarino e Massimo Minorenti, ma non li ha letti. « Lo farò più in là, per adesso non mi sento ». Ha sentito parlare delle foto? « Qualcuna non ho potuto fare a meno di vederla, mi sono venute sotto gli occhi ». Non ta commenti. « La tragedia mi è venuta addosso schiantandomi, non voglio dare giudizi, anche se il clamore avvelenato che l'accompagna aggiunge per me altro dolore. In vita, mio padre ha fatto tutto il possibile per allevarmi con tenerezza ed amavo Anna che mi ha fatto da madre. Tutti e due, nei lunghi anni della malattia di mia madre, le furono vicini, fino all'ultimo momento. Come figlia, non ho conosciuto e non conosco altro della mia famiglia, né so ricordare altro... ». Anna Maria si interrompe e resta in silenzio. « Conosce Cesare Marangoni e Aurelio Facchini? », fa ad un tratto. « Ho incontrato soltanto il primo, mi è sembrato vivace, molto disinvolto. Difficile dire di più da un breve colloquio ». Anna Maria ascolta e tace. Che farà adesso? « Con mio padre andavo spesso a caccia e a fare delle gran camminate. Insieme avevamo una passione per i cavalli, mio padre era un ve¬ ro intenditore. Fin da bambina, quando studiavo al collegio di Poggio Imperiale, a Firenze, veniva a prendermi se c'erano delle corse importanti. Ora che lui non c'è più continuerò ad amare queste cose e appena sarò in grado cercherò di seguire gli affari che ha lasciato ». Livio Zanotti i i o . i ptOitrdhsaasldabcic Roma. Anna Maria, la figlia di Camillo Casati (Team)

Luoghi citati: Firenze, Milano, Poggio Imperiale, Roma