Studente d'ingegneria vinto dalla solitudine si uccide in auto con i gas dello scappamento

Studente d'ingegneria vinto dalla solitudine si uccide in auto con i gas dello scappamento Ai genitori: "Vi dò un dolore, ma non poteva finire che così,, Studente d'ingegneria vinto dalla solitudine si uccide in auto con i gas dello scappamento Ventitré anni, gli mancavano 3 esami alla laurea - Trascorse le vacanze in famiglia a Siracusa, era tornato domenica sera nella stanza che divideva con 2 colleghi - Il cadavere scoperto ieri mattina dietro lo Stadio Comunale - Altro dramma: cameriera diciannovenne abbandonata dal fidanzato si avvelena con topicida Uno studente del Politecnico si è ucciso mercoledì notte con I gas di scarico dell'auto tn via Filadelfia dietro lo Stadio comunale. Alcuni operai hanno trovato Ieri mattina sul sedili posteriori della « 850 » blu 11 cor. po senza vita del giovane. Sotto 11 cruscotto c'era una lettera indirizzata ai laminari, scritta forse sulla stessa macchina: « Miei cari — dice — so di darvi un grunde dolore, non poteva finire diversamente: era l'unica cosa che mi restava da fare. Ho cercato di uscire da questo vicolo cicco, non ci sono riuscito. Ormai siete abituati alla mia lontananza: amate quelli che vi stanno vicino. Un abbraccio ». « Un vicolo cieco »: lo dice di solito chi vive in ristrettezze, non ha lavoro Non è 11 caso di Roberto Moscuzza, laureando in ingegneria: una famiglia benestante, un avvenire sicuro; nessuna preoccupazione economica. Il suo, torse, è stato un dramma della solitudine, la grande oittà conosce di queste tragedie. Era nato a Siracusa 23 anni fa, figlio unico. Suo padre, Aldo, è professore di una scuola media superiore Dopo la maturità scientifica, il giovane si trasferisce nella nostra città, In una pensione di corso Vittorio, diventa amico di Damiano Murolo, 24 anni, e Giovanni Glampiccolo, venticinquenne, di Catania, iscritti come lui'al Politecnico. Va ad abitare con loro in corso Rosselli 115, al secondo plano; una cucina, un frigorifero nel corridoio, tre stanze arredate in modo semplice: un divano, un comodino, una scansia per i libri. A turno preparano il pranzo, puliscono l'appartamento. Roberto è timido, sente nostalgia della famiglia. — Parlavamo del nostro futuro — dice Giovanni Giampiccolo — facevamo il conto degli esami che ci restavano da superare. Roberto si sarebbe laureato prima degli altri: due mesi fa gli avevano comunicato che anche quest'anno avrebbe avuto il presalarlo. Alla metà di luglio va in vacanza dai familiari a Palazzolo Acrelde. un paese a 30 chilometri da Siracusa. Porta con sé 1 libri, doveva prepararsi per l'ultimo, impegnativo esame: quello di meccanica, poi avrebbe avuto altre due prove più semplici, la prossima estate la laurea. Torna domenica sera, sulla « 850 n aveva alcune ceste di frutta e verdura. — Così — dice agli amici arrivati alcuni giorni prima — entreremo per qualche tempo le sfacchinate al mercato. Mancano tre giorni alla tragedia, ma nulla la lascia presagire. Dice il Giampiccolo: — Non uscivamo mai insieme. Roberto riceveva qualche telefonata, non gli abbiamo mai domandato se era una ragazza. Su certe cose era molto riservato. Mercoledì pomeriggio i tre giovani scrivono una ventina di lettere ai presidi di alcune scuole. Chiedono un incarico per l'Insegnamento, cenano, alle 20,30 Roberto Moscuzza scende con il Murolo, chiacchierano sotto 11 portone per qualche minuto e poi si separano. Roberto sale sulla sua « 850 ii, l'amico su una « 500 n. Mezz'ora dopo esce anche il Glampiccolo. Il Moscuzza si ferma nella strada fra lo stadio e il campo Combi, scrive la lettera, poi collega con un tubo di gomma l'interno della vettura con la marmitta. Lascia il motore acceso, si sdraia sui sedili posteriori. Il gas mortale riempie il piccolo spazio. Alle 7,15 di ieri mattina alcuni operai dell'officina di lavaggio dell'Automobile Club notano la macchina ferma con il motore acceso, si avvicinano, lo studente giace privo di vita. Aprono una porta, esce una zaffata di gas. Avvertono la polizia. In quel momento 11 Giampiccolo ed 11 Murolo, rincasati poco dopo mezzanotte, si svegliano. Nella stanza del loro amico il letto è intatto, il pigiama piegato sul cuscino. — Non ci siamo preoccupati — dice il Giampiccolo — non siamo bambini e possiamo anche trascorrere una notte fuori. Alcuni minuti dopo bussano alla porta; è la polizia, sanno la verità. SI dimostrano increduli. — Com'è possibile? E i genitori ora chi ha il coraggio di avvertirli? Domandiamo: — Forse si sentiva solo, Isolato. — Può anche essere, la solitudine ciascuno se la porta dentro. Una casa, una famiglia, la presenza d'amici possono non riempirla. ■k Abbandonata dal fidanzato, una ragazza di 19 anni, Rosa Melis, abitante con i genitori a Chivasso In via Sant'Isidoro 52. ha tentato di uccidersi inghiottendo polvere topicida. E' in coma alle Molinette. Era la cameriera di Claudia Solari, via Tonco 6, alla domenica tornava dalla famiglia. Giorni fa aveva ricevuto una lettera dal fidanzato militare. « Ho capito che non siamo fatti l'uno per l'altro — le aveva scritto — dobbiamo lasciarct ii. Da quel momento la ragazza è apparsa sconvolta. Ieri pomeriggio puliva la cucina, quando la padrona di casa l'ha vista barcollare. « Senza di lui non posso vivere — ha mormorato —- ho preso del topicida per farla finita ii. Roberto Moscuzza, 23 anni L'auto con il cadavere del giovane, davanti al campo di via Filadelfia I due compagni di stanza dello studente suicida

Luoghi citati: Catania, Siracusa