A Reggio una bomba sulla ferrovia Tentativi d'assaltare la Prefettura di Remo Lugli

A Reggio una bomba sulla ferrovia Tentativi d'assaltare la Prefettura Gli animi invece di placarsi diventano sempre più accesi A Reggio una bomba sulla ferrovia Tentativi d'assaltare la Prefettura 11 rudimentale ordigno è scoppiato a una ventina di chilometri dalla città - Centinaia di giovani al grido di «Reggio, Reggio» si dirigono verso la Prefettura, insultano gli agenti, lanciano monetine - Poi appiccano incendi alla stazione, alzano barricate - Oggi un comizio antifascista, venerdì la manifestazione di destra Vattentato di Ventimiglia compiuto per solidarietà con i reggini? (Dnl nostro inviato speciale) Reggio Calabria, 9 settembre Si torna a sentire l'odore di polvere esplosiva. Alle Hi. Hi è scoppiata una bomba rudimentale, con involucro di carta, vicino alla ferrovia, venti chilometri a nord di Reggio, nei pressi di S. Gregorio, tra Sani at vada e Scilla. Sono accorsi i carabinieri e in un vallone, tra la statale e la strada ferrata, hanno rinvenuto avanzi di carta bruciacchiata che odorava ancora di polvere pirica. E', stata compiuta una perlustrazione sui binari per un lungo tratto. Atmosfera rovente L'atmosfera anziché placarsi tende a diventare sempre rJiù rovente, via via che ci si avvicina al 15 settembre, data fissata per la riunione dell'Assemblea regionale che deve tenersi a Catanzaro. Oggi ed sono stati disordini che in serata sono culminati con un incendio alla stazione ferroviaria e con una barricata in corso Garibaldi Domani pomeriggio si avrà una manifestazione antifascista indetta dal partito comunista e dal partito s icialista; venerdì pomeriggio un'assemblea popolare del comitato d'azione. Fino a questa mattina la polizia aveva vietato entrambe le manifestazioni. Francesco Franco « Ciccio », il missino che capeggia il comitato d'azione prò Reggio capoluogo, è uscito alle 12,30 dall'ufficio politico della questura con la comunicazione scritta di divieto per la sua manifestazione che si sarebbe dovuta svolgere oggi pomeriggio; comunicazione che faceva cenno ad « una situazione relativa all'ordine pubblico mollo delicata » e che paventava, nel caso di concessione dell'autorizzazione dell'assemblea popolare, « seri riflessi sull'ordine pubblico ». Il vice capo della polizia dott. Calabrese, che è venuto dal ministero per coordinare il servizio in questo particolare periodo, aveva assicurato al Francò che avrebbe vietato «ìche il comizio antifascista di domani. Poi, meno di due ore dopo, la polizia ha cambiato parere, in favore del comizio antifascista. Ha convocato anche Francesco Franco e gli ha annunciato che gli concedeva il permesso per la manifestazione da tenersi nel pomeriggio, cosi come egli aveva richiesto. « Ora non faccio più in tempo a organizzarla », ha risposto il Franco ed ha deciso di rinviarla a venerdì pomeriggio, essendo quello di domani già occupato dal comizio antifascista. Alle 18 un'automobile con altoparlante ha cominciato a girare per la città annunciando ìa nuova data. Mezz'ora dopo in via Garibaldi, la strada principale di Reggio, si sono iniziati i primi assembramenti e sono spuntati i primi cartelli. I giovani, alcune centinaia, si spostavano in direzione della prefettura scandendo a gran voce « Reggio, Reggio ». Volevano protestare contro il divieto che in mattinata era stato imposto alla manifestazione. Nel giro di pochi minuti tutta la città è stata in grande subbuglio. Dai quartieri alti scendevano a frotte verso corso Garibaldi altre centinaia di giovani. Il corteo, molto ingrossato, si è diretto verso la prefettura e si è fermato a pochi metri dallo schieramento della polizia. Si sono uditi insulti all'indirizzo degli agenti contro i quali sono state gettate delle monetine. I poliziotti non hanno reagito. Nei disordini di luglio, per una carica, ci furono un morto e decine di feriti; ora la polizia fa il possibile per non raccogliere provocazioni. Alle 21 un gruppo di dimostranti ha raggiunto la stazione ferroviaria Lido, una delle quattro di Reggio Calabria, ed ha dato alle fiamme l'impalcatura di legno che serviva per le riparazioni dell'edificio già incendiato altre volte durante i disordini di luglio. Contemporaneamente sono stati segnalati incendi in altre parti della città; cumuli d'immondizie, cartoni, persino alberi, in via Marina Bassa. Sul corso, Garibaldi è stata eretta una barricata con materiale prelevato da un cantiere vicino. Sono state sgonfiate le gomme di alcuni autobus che hanno in tal modo interrotto il traffico Tutto in alto mare La situazione sembra non avere via d'uscita. I reggini vogliono accanitamente che Reggio sia capoluogo, ma da Roma questa decisione non viene Ieri sera l'on. Vincelli, sottosegretario ai Trasporti e all'Aviazione civile (sulla porta della sua abitazione qui a Reggio sabato notte fu deposto uno degli ordinili esplosi¬ vi stdeOgsvdeil deMzioreScdapilestnoteBcafascciIesisiè temprCchpvosirestchsonsodvcsI cpggs«smlrpmsdvtbmipnsnrsgmdnprmpccn n a a i i vi che però non scoppiò), è stato ricevuto dal presidente del Consiglio on. Colómbo. Oggi, sempre a Roma, si è svolta una riunione alla sede della de tra l'on. Vincelli e il segretario provinciale della de di Reggio, Versace, il dott. Montagnese pure della direzione provinciale, il consigliere regionale Nicolò e l'on. Scalfaro che in questa vicenda ha sempre cercato di compiere opera di mediazione. L'amministrazione comunale, che dovrebbe avere in questa fase un'importante voce, non ha più un suo esponente: il sindaco geom. Piero Battaglia, da più parti indicato come responsabile dei fatti del luglio e dell'agosto scorsi, si astiene dal partecipare a riunioni pubbliche. Ieri si doveva riunire il consiglio per eleggere il nuovo sindaco, ma la convocazione è stata rinviata al 23 settembre. Tutto, quindi, resta "in alto mare. Il fatto è che ci sono profonde fratture in seno al Centro Sinistra. I socialisti, che non si sono mai battuti per Reggio capoluogo, non vogliono più Battaglia come sindaco e dello stesso parere è una parte dei democristiani. I contrasti sono tali che al momento attuale non soltanto non c'è l'accordo sul nome del nuovo sindaco (i socialisti vogliono che sia uno dei loro, i democristiani non vogliono cedere questa carica), ma non si sa nemmeno se si rifarà il Centro Sinistra. I democristiani sono 23, i socialisti del psi 8, quelli del psu 6, uno del pri. Le divergenze sono tra de e psi e tra gli stessi due partiti socialisti, «la gente non crede» Dice il dott. Luigi Aliquò, segretario del comitato comunale della de: « Abbiamo la possibilità d'un monocolore sostenuto dall'esterno dal psu e dal pri, oppure possiamo tare un consiglio composto da de, psu e pri. Prima di arrivare ad escludere il psi vogliamo però cercare di portarlo su posizioni accettabili ». Trattative politiche più o meno sotterranee e intanto il tempo passa, il Comune è praticamente da luglio che non ha amministrazione, nes suno può andare come amministratore di Reggio a tratta re con il governo sulla questione che sta esasperando gli animi della gente. Il geo metra Battaglia, sindaco scaduto, dice: « I partiti parlano un linguaggio non più capito dàlia popolazione, siamo ridotti al punto che se i comitati sorti per Reggio capoluoao indicono un comizio, ci vanno 20 mila persone per che la gente crede a loro e non pfc't a noi ». Remo Lugli