La rinascita della montagna incomincia dall' agricoltura

La rinascita della montagna incomincia dall' agricoltura Chiuso a Madesimo il convegno internazionale La rinascita della montagna incomincia dall' agricoltura Occorre procedere al riordino fondiario - Soltanto liberando il contadino dalla schiavitù della pìccola mandria antieconomica si potrà ridar vita alle nostre vaili - Accanto all'allevamento bovino, non bisogna trascurare quello ovino, le colture orticole e frutticole Il Convegno internazionale di Madesimo nei giorni scorsi, quello di Torino alla fine del mese, sono occasioni in cui si è fatto e si farà il punto sul problema delle zone montane viste nella realtà europea e nelle nuove prospettive dell'organizzazione regionale italiana. La montagna viene finalmente vista non con un'angolazione settoriale, ma nel valido concetto dell'integrazione dei suoi problemi, nella connessione degli stéssi con quello delle realtà umane, geografiche, economiche delle altre zone. Al discorso immediato e contingente della pietà e della considerazione attenta che meritano i problemi immediati creati da un certo tipo in atto di umanizzazione del territorio, si pongono ormai, per unanime accettazione di tecnici e di sociologi, le prospettive futuribili di una montagna i cui problemi non sono a sé stanti, ma costituiscono impegno per soluzioni valide per intere comunità ' nazionali e oltre. Ritorno del bosco Le zone montane, siano esse alpine o appenniniche, nell'esatta interpretazione della loro vocazione, devono essere, In un discorso di programmazione vera e seria, assestate alla luce di un'impostazione economica polivalente che tenendo conto, come detto, degli orizzonti botanici, degli habitat naturali, delle situazioni altimetriche nel - loro Insieme, preveda l'effettivo ritorno del bosco e del pascolo, là dove sono le loro zone, l'assestamento sui fondi vallivi di un'agricoltura basata sulla matrice zooforaggera con strutture aziendali nuove. La popolazione dovrà essere ridotta nel numero, perché è finito il tempo delle forti concentrazioni provocate da fenomeni di economia autarchica di consumo, ma preparata ai compiti nuovi che si vanno delineando nell'applicazione, innanzi tutto di una politica di zona, di comunità, che superi, pur nel rispetto di tutte le possibili autonomie, il ristretto angolo di visuale di certe situazioni comunali. Il problema della preparazione professionale del montanaro nella polivalente convergenza delle componenti dell'economia di queste zone, deve essere primario e fondamentale impegno degli organi preposti. Soltanto partendo da questa base si potrà avere la speranza e la certezza di una popolazione preparata ad affrontare le nuove, indispensabili impostazioni economiche nei settori dell'agricoltura e del turismo o anche, per certe zone, nelle integrazioni industriali. E' però estremamente chiaro che quando si parla di agricoltura in montagna si vuol dire un qualcosa di totalmente diverso da quanto si sta facendo e ciò per fare cose valide e non ingannare nessuno. Sappiamo di battere la strada più difficile da impostare e da far comprendere, ma le iniziative in atto con positivi risultati in varie parti sono a sostegno del nostro discorso. Occorre procedere e non soltanto enunciarlo, al riordino fondiario volontario con una metodica opera di persuasione delle popolazioni, al fine di costituire delle aziende a base eminentemente foraggera di dimensioni economiche valide. La diffìcile e delicata strada della gestione comunitaria della terra, dell'allevamento sociale del bestiame bovino e ovino va intrapresa e percorsa; è l'unica in grado di assicurare un discorso socialmente ed economicamente valido. Capre e fragole Soltanto se libereremo l'agricoltore di montagna dalla schiavitù della conduzione antieconomica della piccola mandria, potremo aver fiducia di vedere ancora costituire dei nuclei familiari, perché nelle attuali condizioni la prospettiva offerta, ed è logico, non è valida sotto alcun aspetto per i giovani di montagna. Accanto all'allevamento bovino merita tutta una particolare attenzione quello ovino, interessante, sotto tanti punti di vista a seconda delle razze, la produzione della lana, del latte e dei relativi formaggi caratteristici, della carne che in altri Paesi europei sta avendo tutto un particolare ritorno gastronomico. Il panorama va completato con le colture orticole e frutticole da campo che costituiscono, a seconda delle zone, valide alternative e integrazioni all'economia zootecnica. Peperoni, fagioli, fragole, lam¬ pndermdvtitiMspdmmlabP poni, ribes nero e altro, hanno trovato nelle zone dei fondi vallivi, in certe posizioni esposte di mezza costa, il loro habitat naturale e oggi i mercati di Torino, di Milano, di Bologna e di Genova ricevono costantemente i prodotti delle Cooperative ortofrutticole delle zone prealpine. Misure immediate Tutto ciò può essere valido se però vi sarà una sollecita politica di vero appoggio, non di sostegno morale all'economia montana. Da circa venti mesi si attende il rilancio della legge della montagna su basi nuove che tengano ap¬ punto conto di queste realtà. Si è chiesta un'impostazione nuova, non settoriale e varie proposte di legge sono state presentate, fuse poi, per intervento dell'Unione dei Comuni ed Enti Montani in una proposta unica all'esame di un Comitato ristretto, ma finora nulla si è fatto nell'attesa dell'azione delle regioni, perché in genere il problema della montagna viene inserito nel settore dell'agricoltura. Su ciò non si è d'accordo, perché cadiamo nuovamente sul piano settoriale, l'economia montana è la confluenza di vari settori e deve essere considerata nel suo insieme., Comunque nell'attesa che ciò avvenga, la montagna ha estrema necessità di disporre di un provvedimento legislativo immediato. La proposta di legge di rifinanziamento della vecchia legge della montagna, nell'attesa della sollecita definizione di tutto il discorso nuovo, dovrebbe essere sollecitamente varata. Se il Convegno di Madesimo e il prossimo di Torino ottenessero soltanto questo, sarebbero state delle manifestazioni valide per la soluzione dei problemi delle zone montane. Gianromolo. Bignami Direttore Ufficio Studi Montagnt. della Camera di Commercio di Cuneo II coniglio è un animale delicato, ha bisogno di un ambiente igienico e molte cure (Foto Moisio)

Persone citate: Bignami

Luoghi citati: Bologna, Cuneo, Genova, Madesimo, Milano, Torino