Per il rilancio del coniglio si punta su prezzi più bassi

Per il rilancio del coniglio si punta su prezzi più bassi A Erba la mostra internazionale di coniglicoltura Per il rilancio del coniglio si punta su prezzi più bassi L'allevamento cunicolo deve trasformarsi da familiare in intensivo, condotto con razionalità e impostato su un alto numero di capi: solo così potranno diminuire i costi di produzione - In Italia il consumo è basso, meno di un chilo e mezzo Tanno per persona (Dal nostro inviato speciale) Como, 5 settembre. Dopo il boom del pollo, avremo forse quello del coniglio. Le premesse ci sono. Il consumo è basso (kg 1,2 all'anno prò capite;, e tuttavia la produzione nazionale non è in grado di soddisfarlo, perché ogni anno importiamo conigli per tre miliardi di lire. Un altro buon motivo per allevare conigli è il loro prezzo: da una media di 350 lire il chilo nel 1950 siamo passati a 980 lire nel 1968. Il mercato del colùglio, in sostanza, si è comportato in modo contrario a quello del pollo, che Ha segnato prezzi decrescenti, con gravi crisi intermittenti. C'è, poi, il desiderio del consumatore di una carne « nuova », che costi meno del vitello e che non sia il « solito » pollo. L'allevatore è oggi favorito dai nuovi mezzi offertigli dalla tecnica, che permettono di abbassare sempre più il costo di produzione, utilizzando razze e incroci specializzati e usando adatte formule alimentari. La Mostra internazionale di coniglicoltura, aperta ad Erba il 4 settembre, rispecchia questa fase di sviluppo in cui sta per entrare l'allevamento cunicolo. Oltre che per la consistenza dell'esposizione (5000 conigli di 53 razze, provenienti da allevamenti italiani e stranieri), la rassegna assume rilievo per l'impulso che può dare alla coniglicoltura italiana. Questa, infatti, deve trasformarsi da allevamento casalingo o poderale, comunque sempre di modeste dimensioni, in allevamento intensivo, condotto con raziona¬ lità e impostato su un alto numero di capi riproduttori, appartenenti a razze selezionate. Solo così sarà possibile abbassare il costo dì produzione, mantenendo tuttavia un buon margine di guadagno per l'allevatore. Nella cornice della mostra di Erba, organizzata come sempre con intelligente competenza dalla Camera di Commercio di Como, si è svolta ieri una « tavola rotonda» sulle malattie dell'apparato gastro-enterico del coniglio. Tema assai importante, perché nell'economia degli allevamenti questi malanni possono pesare fortemente. Le più comuni forme morbose sono l'enterite mucoide, la paresi gastro-intestinale, la colibacillosi, le salmonellosi, il meteorismo intestinale, oltre le forme parassitarie come coccidiosi, strongilosi, ossiurasi. Nel convegno è stato rilevato che le malattie del coniglio non sono ancora state sottoposte a uno studio sistematico. Così, delle varie forme morbose non sono state ben individuate le cause, base indispensabile per la prevenzione e la cura. Per domani è in programma il « Convegno sul consumo di carne di coniglio in Italia, sue prospettive, e necessità di una politica di sviluppo degli allevamenti ». La rassegna si chiuderà lunedì 7 settembre alle ore 19. Livio Burato

Persone citate: Livio Burato

Luoghi citati: Como, Erba, Italia