QUALCHE TITOLO IN VETRINA

QUALCHE TITOLO IN VETRINA QUALCHE TITOLO IN VETRINA "tinaie di Zola (L. 900), scrii Negli « Oscar » Mondadori escono quattro storie di uno dei personaggi più popolari dello zoo di Disney: I pensieri di Pippo (L. 600). Sempre in coppia con Topolino, ne costituisce la immagine in controluce: al perbenismo conformista contrappone una pazzeiella sfrenatezza, al calcolo l'entusiasmo ingenuo, all'organizzazione precisa l'improvvisazione avventata. Non c'è da stupirsi quindi che oggi venga quasi riproposto come una prefigurazione degli « hippies-» Sempre negli « Oscar », una proposta ottocentesca: Ger- to in occasione degli scioperi nelle miniere dell'Aveyron e della Loira al tempo di Napoleone 111, nel 1884; lo si legge nella traduzione eccezionale di Camillo Sbarbaro. Sull'onda del successo televisivo Garzami propone invece il primo libro della Saga dei h'orsyte di |ohn Galsworthy (L. bÒO): tolto il macchinario romanzesco, del lutto svelalo dal piccolo schermo, rimane libro godibile — pur con i suoi quasi quaranta anni sulle spalle — per la sua capacità di evocare grandi afl'reschi storici. * * Una serie di documenti medili sugli anni vissuti a Roma da Apollinaire, presso il nonno paterno, è offerta da Sergio /.oppi net volume commemorativo del centenario, curato da Mario Bonjanlini (ed. Giappichelli, Torino, L. 1650). Il libro presenta inoltre consuntivi critici e nuove proposte d'interprelazione, tra cui segnaliamo particolarmente un saggio di Michel Décaudin su Apollinaire et le cinema image par image e uno studio di Maria Luisa Beiteli su Ricchezza di temi nel « Bcstiaire » di G. Apollinaire. * * Si promette ancora più sorprendente e spregiudicato de II laureato il nuovo romanzo di Charles Webb: Affettuosamen¬ te, Roger (ed. Mondadori, lire 2200). Ancora una volta il protagonista è un giovane, ma le sue qualità sono opposte a quelle del « laureato ». Al vertice delle sue aspirazioni sta un posto « sicuro » e « comodo » di impiegato a Boston, e la sua ambizione suprema è quella di una borghese placidità di vita Ma Webb è seritlore che ama le situazioni mosse. In questo universo di quiete esperienze domestiche fa dunque scattare l'elemento perturbante, il più banale, ma anche il più efficace: il sesso. C'è la prospettiva, per il tranquillo protagonista, di un amore casalingo con un'aspirante infermiera, ma nella sua vita entra un'ambigua e stravagante Melinda, e per lui sono guai. * * Piero Bigongiari, oltre che apprezzalo poeta, è anche finissimo critico, come stanno a dimostrare i suoi sludi su Leopardi e i suoi saggi sul Novecento, a cui si aggiunge ora Prosa per il Novecento (ed. La Nuova Italia, lire 2500). Questo nuovo libro si articola in tre parli, dove l'attenzione di Bigongiari si distribuisce alla critica del Novecento (con saggi su Serra, De Roberlis, Cecchi e Bo), alla narrativa (con esplorazioni su Tozzi, Gadda. Gianna Manzini, Bilenchi, Moravia ecc.) e al cinema, inteso come componente fondamentale della nostra cultura. Più che i singoli risultati via via raggiunti e le indicazioni interpretative via via segnate, interessa in queste pagine il procedere melodico del critico. Bigongiari dichiara esplicitamente qui di credere ad un metodo senza metodo, nel senso cioè che è l'opera stessa a suggerire il modo della propria rivelazione critica e a stabilire o no la propria storiella. Questa disposizione preventiva di « disponibilità » al messaggio artistico diviene quindi una garanzia assai valida di lettura fedele dell'opera e di una mediazione efficace per il lettore comune. g. der.

Luoghi citati: Boston, Italia, Roma, Torino