Cercò invano di distrarre la bella moglie portandola in viaggio e a caccia nelle tenute di Livio Zanotti

Cercò invano di distrarre la bella moglie portandola in viaggio e a caccia nelle tenute Cercò invano di distrarre la bella moglie portandola in viaggio e a caccia nelle tenute (Nostro servizio particolare) Roma, 1 settembre. Hanno violato un mondo chiuso e antico i colpi di fucile con cui il marchese Camillo Casati Stampa ha ucciso la moglie Anna, il giovane amico di lei, Massimo iYlinorenti e se stesso. Vi è Stupore più che indignazione per il clamore suscitato dalla tragedia di via Puccini tra gli aristocratici romani che da-stamane hanno ripreso la via delle vacanze, da cui erano appena tornati. Chiamare stasera i nomi più blasonati della città è Inutile, ovunque la servitù ri- sponde che in casa non c'è nessuno: sono tutti ripartiti per il castello o la villa fuori le mura. Sono le rivelazioni venute dal diario intimo del marchese Camillo che hanno stordito; e già stamane la famiglia Casati Stampa ha fatto chiedere al magistrato che si occupa della vicenda la restituzione dell'agendina rilegata di verde sulle cui pagine Camillo Casati annotava dettagliata1 mente ogni episodio dei suoi giochi d'amore. Le immagini dei tre protagonisti e vittime elei dramma si vanno già confondendo. L'unica figlia del marchese Camillo, Anna Maria, nata dal precedente matrimonio con la ballerina napoletana Letizi?. Izzo, è già scomparsa da Roma. Una nobile famiglia amica l'ha ospitata nel suo castello sulla riviera laziale e la protegge dalla curiosità della gente. La ragazza ha soltanto vent'anni, il dramma che l'ha colpita può averla sconvolta. Stasera, al Palazzo di Giustizia è stato nominato il giudice tutelare che dovrà seguirla fino alla sua maggiore età. Si sono allontanati anche gii amici più intimi dei Casati Stampa e nessuno vuole più parlare di questa storia. « Oppi, sia..io turbati », ha dichiarato per tutti la donna più anziana della famiglia più nobile e nota di Roma. Ma tutta la città parla di Camillo Casati Stampa, Camolino, come lo chiamavano nell'alta società, di sua moglie Anna Fallarino e del loro giovane compagno Mas simo Minorenti. Tre personaggi che non avrebbero dovuto mai incontrarsi: lui con un nome di prestigio e ricchezze da fiaba, lei soltanto una intraprendente bella donna con tanto fascino, l'altro con vent'anni meno di loro ma con tanta voglia di vivere. Si sono invece trovati insieme nell'ambiente notturno dei « night-clubs », dove qualche bicchiere di « whisky » aiuta a superare le barriere sociali e a diventare amici più in fretta del normale, senza guardare troppo in fondo. Poche parole, la scoperta di qualche gusto in comune e subito il rapporto è diventato più stretto: l'intimità è venuta poco dopo, ma era soltanto un momento della loro vita, che continuava j a scorrere diversa per ciascuì no di loro. Massimo Minorenti era alto un metro e ottantacinque, spalle larghe e begli occhi. Piaceva alle ragazze, e alle donne mature; a lui piacevano i motori potenti, su due ruote e su quattro. Il eliche del play-boy mitizzato dai rotocalchi era il modo di essere che poteva fargli riunire piacevolmente tutte queste cose, senza troppa fatica. All'Università, dove era iscritto alla facoltà di Scienze politiche, non aveva dato un solo esa- sodumcrzipoRreneliadipi gij m: gi| cht or| nsepspsc| sucpnqnm' cj bs; c; t! b■idaraildme. Lo studio era per lui 1 sa o a a a a un capitolo ormai chiuso. Nella vita che vedeva spa| lancata davanti a sé (« la mia scuola è la vita », andava dicendo ai vecchi compagni di infanzia), forse neanche Anna Fallarino occupava un posto definitivo. Ma alla donna era bastato il pi imo incontro pei invaghirsene, dopo un matri monio finito con l'annullamento della Sacra Rota e un secondo animato da lapponi difficili e avventurosi, sentiva probabilmente il bisogno di ancorarsi ad un amore unico al quale dare tutta se stessa. Massimo aveva 25 anni, lei 41 compiuti: poteva bastare la giovinezza del ragazzo a riempirle la vita. Cosi, nel timore di vederselo sfuggire, aveva cercato in ogni modo di legare Massimo: lo lusingava rendendolo partecipe di ogni momento della sua giornata, si preoccupava del suo avvenire, voleva aiutarlo a risolvere i suoi problemi e ogni riserbo del giovane era un motivo di timore che la rendeva ancora più possessiva nell'affetto. Camillo Casati ha compre- ssscvT so presto ciò che era accaduto, la moglie si era innamorata. Per qualche tempo credette che fosse l'infatuazione di una estate e reagì portando Anna lontano da Roma e da Massimo Minorenti. in crociera, a caccia nelle tenute sparse per l'Italia. Ma al ritorno vide che il distacco non aveva giovato e provò allora a rientrare nel i gioco, per divenirne nuovaj mente il protagonista e il- re: gista. Non ebbe fortuna; vide | che la moglie e il suo amico t ormai lo sfuggivano e appe| na potevano si allontanavano senza di lui. Pretese a questo punto che fosse almeno rispettata la forma, non voleva scandali, la gente fuori del | suo ambiente non avrebbe capito una vita coniugale che per lui era invece più o meno normale. « L'amore vero è quello che conta e il resto sono gesti », diceva agli amici meno disinvolti di lui. Ma ' continuò a credere che avrebj be riavuto sua moglie e tutto sarebbe tornato come prima, ; certamente lo sperò. Quando infine si rese con; to che del passato gli sareb! bero restati soltanto un dia¬ rio di vita vissuta ed un pacco di fotografie di estetica da fine secolo, concepì l'idea di farla finita. Pensava forse soltanto di uccidere se stesso quando nella notte di sabato scorso telefonò più volte alla moglie, prima ordinandole di lasciare i suoi amici e poi minacciandola di morte assieme ad essi. La marchesa, che conosceva quale violenza - nascondesse il gelido distacco di lui. se ne impaurì, e anche Masj simo Minorenti. Ma non potettero credere che Caminino avrebbe davvero ucciso. Così sono andati incontro alla fine della loro vicenda: l'avevano cominciata insieme e il marchesa non ha potuto sopportare l'idea che la continuassero da soli. A piangere questa tragedia, soli, sono restati ora i genitori di un ragazzo di 25 anni, la madre colpita da un collasso cardiaco nell'apprendere la scomparsa del figlio, ed il padre, consulente dell'Eni, sconvolto dal dolore; e una giovane di 20 anni che ha veduto dissolto di un colpo anche il ricordo della sua famiglia. Livio Zanotti nmlsnvucuncdj ì Roma- Anna Maria) |ig|ia del marchese Casati (Tel.)

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