Il marchese, impassibile, ha sparato contro i due amanti, poi si è ucciso

Il marchese, impassibile, ha sparato contro i due amanti, poi si è ucciso Ricostruita la tragedia avvenuta nel superattico di Roma Il marchese, impassibile, ha sparato contro i due amanti, poi si è ucciso Rientrato da una partita di caccia in Veneto si è voluto incontrare con la moglie e il giovanissimo amante, chiusi in salotto - Il nobile seduto sulla poltrona spara a freddo con il fucile automatico prima alla donna e poi allo studente - Morti sul colpo - Quindi ha riservato l'ultimo proiettile per sé (Segue dalla 1' pagina) ogni importanza al fatto esclusivamente fisico. Per essere certo di mantenere la propria superiorità sull'altro e precludergli ogni possibilità di un vero amore con la moglie, pagava. Pagava molto e volentieri: 30 mila lire ad un tipo incontrato nella cabina di uno stabilimento balneare, a Fregene; 50 mila lire ad un altro per un istante vissuto sulla strada; e per quelli più assidui, che gli trascorrevano le notti e i pomeriggi in casa, assai di più. Non era mai questione di denaro. E' stato così anche con Massimo Minorenti, era la regola. E nel timore che potesse essere talvolta dimenticato voleva essere lui stesso a versare il dovuto, personalmente e in contanti. Sempre. Ma l'ultima voha, a pagare volle essere la marchesa. Centomila lire. Era il mattino" del 19 agosto. Camillo Casati ne fu sconvolto, conosceva troppo bene il gioco per non sapere il senso dell'improvviso gesto della moglie. Uscì di casa e ne rimase lontano per alcune ore; quando tornò non salutò il maggiordomo che era andato ad aprirgli la porta, un atteggiamento inconsueto per lui, sempre distinto e gentile con tutti. Più tardi sem- Quindi chiude la porta e si allontana, mentre dall'inter- brò rasserenarsi e venerdì scorso partì per una battuta di caccia nella sua tenuta in Veneto, apparentemente tranquillo. Almeno dovette essere questa l'impressione della moglie, che continuò la sua vita di sempre: istituto di bellezza al mattino, acquisti in « boutique » il pomeriggio, incontri con gli amici alla sera. Nella serata di sabato, attorno alla tavola imbandita nel salone del superattico di via Puccini sono in tre, la padrona di casa e due suoi amici, Massimo Minorenti e Cesare Marangoni, un chimico di 35 anni. Ad un tratto squilla il telefono, è il marchese che chiama da Venezia. Vuole parlare con la moglie e la trattiene a lungo, chiedendole con chi è e cosa sta facendo, poi riappende. Ma poco dopo richiama, fa le stesse domande, che ripete ancora in due successive telefonate. Alla quarta chiamata, pretende di parlare con Massimo Minorenti, malgrado le resistenze della moglie: il giovane va all'apparecchio e ha con il marchese una conversazione un po' tesa, ma corretta. Il clima della serata, però, ormai si è guastato e Cesare Marangoni preferisce andarsene. Il giovane chimico non c'è più, quando Camillo Casati telefona una quinta volta, ormai in preda ad un'ansia irrefrenabile, e minaccia ripe-, tutamente la moglie e il suo amico: « Vi uccido tutti e due. Massimo deve andarsene subito ». Anna Fallarino conosce la violenza di cui è capace il marito e se ne spaventa, anche Massimo ora è preoccupato e insieme decidono di uscire per andare a trovare Cesare Marangoni e chiedergli un consiglio. In casa di Marangoni restano tutta la notte, sempre più in apprensione; al mattino, la marchesa decide di avere una spiegazione con il marito e gli telefona. Camillo Casati ascolta in silenzio le parole della moglie, forse finge di essere disposto- a perdonare tutto, infine le chiede di attenderlo per le 6 del pomeriggio di domenica, nell'abitazione di via Puccini. « Voglio che sia presente anche Massimo, perché la spiegazione sia completa », le dice e su questo punto si mostra irremovibile. Inutilmente la moglie lo prega di tenere fuori il ragazzo dalle loro questioni personali. Alle sette di -domenica, Anna Fallarino e Massimo Minorenti giungono con un taxi in via Puccini, non vi erano più tornati dalla notte precedente Il marchese è in casa che li attende. E' arrivato alle sei in punto, ha ordinato un bicchiere di pompelmo ben ghiaccio e si è chiuso nel suo studio, ordinando al maggiordomo di non disturbarlo per alcun motivo. Quando i due amanti salgono, glieli annunciano per citofono, come ogni volta. Camillo ordina di farli entrare e il domestico li accompagna fin sulla soglia della stanza: vede il marchese seduto al centro, in una poltrona dietro la scrivania, ma non si accorge del fucile automatico da caccia che ha di traverso sulle ginocchia. no qualcuno fa scattare la serratura. Non li vedrà più vivi. Cosa è accaduto al di là della pesante porta di mogano chiusa a chiave è stato ricostruito dagli esperti della polizia scientifica, chiamati due ore più tardi dallo stesso maggiordomo. Anna Fallarmi si è trovata di fronte al ma-1rito pensando che quella era la prima e forse l'ultima occasione per parlare franca mente al marito, dirgli che si, questa volta si era innamorata. Forse avrebbe capito, si sarebbe chiarito tutto. Ma Camillo Casati aveva già preso la sua decisione; forse non ha neppure discusso, nessuno in casa ha udito grida I né le voci alterate di un bi-1 sticcio. Comunque, la spiegazione, se c'è stata, è durata i pochi minuti. Senza alcun av- j vertimento, senza neppure alzarsi dalla poltrona sulla quale era seduto, Camillo Casati ha imbracciato il fucile ed ha fatto fuoco: prima sulla mo- I glie, tre colpi che l'hanno raggiunta al braccio destro.Nalla spalla destra e al collo; poi sull'amante di lei, colpito alla base della testa. Sono morti entrambi immediatamente, sfigurati dai pallini sparati a distanza ravvicinata. Il marchese ha quindi ricaricato il fucile, se lo è puntato contro la bocca e ha premuto il grilletto. Lo hanno tro- vato nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato il maggiordomo, ma senza più vita. Il primo e vederlo è stato Cesare Marangoni, che preoc cupato di avere notizie dei due amici era corso in via Puccini, già temendo il peggio. Da quella porta aperta su una stanza tappezzata di raso e di volumi rilegati in marocchino, con porcellane e quadri d'autore alle pareti, sono infine usciti i corpi delle tre vittime di questa inconsueta tragedia passionale. Con essi, sono anche usciti dall'ovattato riserbo dei salotti aristocratici nomi, circostanze, e immagini che stasera fanno chiacchierare la città. Sembra tra l'altro che il marchese avesse con quelli della caccia e dei cavalli da trotto anche l'hobby della fotografia; ritraeva volentieri la moglie nelle pose più diverse e dell'istantanea aveva fatto a suo modo un'arte. Sono centinaia le immagini di Anna Fallarino fissate dalle « Polaroid » e dalle « Leica » del marchese Casati Stampa. 1. z. Roma. Anna Maria, la figlia del marchese Casati, si copre mentre lascia la casa della tragedia (Telcfoto Team)

Luoghi citati: Fregene, Roma, Veneto, Venezia