Agitazione impopolare di Fausto De Luca
Agitazione impopolare Agitazione impopolare (Nostro servizio particolare) Roma, 31 agosto. Il governo ha oggi respinto, ponendo come condizione la revoca della serrata, la richiesta dei rappresentanti dei farmacisti di intavolare un colloquio. Il governo è incoraggiato alla fermezza dalla reazione dell'opinione pubblica e dei sindacati dei lavoratori. L'opposizione dei farmacisti alle disposizioni per ridurre il deficit delle mutue ha infatti avuto l'effetto di far convergere, sia pure occasionalmente, i sindacati sulla linea del governo. Di fronte ad uno schieramento così forte è caduta la possibilità di un « braccio di ferro » dei farmacisti con il governo: la loro agitazione è rimasta isolata nel giudizio della gente: perché si ritiene, a torto o a ragione, che case farmaceutiche e farmacie guadagnino molto e perché, in un momento in cui tutti devono pagareiqualcosa per il settore sanitario, non è accettabile che una delle categorie*maggiormente interessate voglia uscirne indenne. Una parte dei farmacisti, quelli romani, era orientata stasera alla sospensione dell'agitazione. Ma a Milano le conversazioni andavano per le lunghe, poi si faceva sapere che anche tecnicamente non era più possibile revocare la serrata. E' probabile che la manifestazione resista solo domani. Se essa venisse protratta, il governo potrebbe prendere decisioni drastiche nell'interesse della popolazione. In ogni caso, anche quando si apriranno i colloqui non Mariotti, è difficile che il governo modifichi la linea. Se lo facesse, dovrebbe affrontare la pressione delle case produttrici di medicinali, colpite più duramente dalle misure governative. La linea di, fondo è che se le decisioni congiunturali del governo possono essere considerate troppo onerose da farmacisti e produttori, la verità non tarderà- a venir fuori, non appena entrerà in funzione il meccanismo per il periodico controllo del rapporto tra costo di produzione e prezzo di vendita dei medicinali. E' uno dei cardini del programma che dovrebbe portare al superamento del sistema mutualistico e all'istituzione, su basi finanziariamente sane, del sistema sanitario nazionale. La collaborazione dei sindacati, ottenuta contro l'agitazione dei farmacisti, è considerata essenziale per individuare le tappe concrete di attuazione del programma. Mercoledì Colombo si vedrà con De Martino e un gruppo di ministri (Mariotti, DonatCattin, Giolitti, Ferrari-Aggradi. Preti, Reale) per concordare una linea generale. Si sa che le divergenze non sono tutte appianate. Anche recentemente, Donat-Cattin ha sostenuto l'esigenza di passare subito, su base regionale, all'istituzione delle unità sanitarie locali; Mariotti ritiene che sarebbe una falsa partenza (le Regioni non funzionano ancora), e bisogna intarlto passare alla rete ospedaliera il complesso degli ambulatori delle mutue. Ogni decisione è condizionata dai fondi disponibili, dall'esigenza di non impedire il tracollo finanziario delle mutue e degli ospedali, e deve rispondere al criterio di evitare, questa volta, di buttare il danaro dei contribuenti nella fornace delle mutue senza avviare il loro riassetto. Anche se le difficoltà sono grosse, il governo conta di poter rapidamente incontrare i sindacati e proporre una base concreta di colloquio. L'urgenza di queste scadenze fa passare, per adesso, in secondo piano gli altri temi, pur vivi, del dibattito politico. Sulle Giunte insistono i socialdemocratici. Preti rivolge le sue ultime critiche alla de: al vicesegretario De Mita, nella cui città (Avellino) si è formata una Giunta dcpsi-pri escludendo il psu, e al capo dei deputati, Andreot- sfidcpmrsacdrldpnlgasadspiiaI ti, nella cui zona d'influenza (Prosinone) è avvenuta la stessa cosa. « Non si può non registrare con rammarico, dice Preti, che coloro i quali incoraggiano il psi alla politica frontista sono proprio quei de che, fingendo di ignorare le Giunte di sinistra, si alleano a pochi chilometri di distanza col psi per escludere i socialdemocratici e talvolta anche i repubblicani ». Reazioni anche alle conclusioni del convegno delle Acli a Vallombrosa. La « scelta di campo socialista » indicata dal presidente Gabaglio, non raccogliendo per il momento l'invito di Livio Labor a fare delle Acli un nuovo partito politico, è criticata dalla minoranza guidata dall'on. Dell'Armellina, che sollecita le gerarchie vaticane a ritirare alle Acli la « copertura ecclesiale », cioè la presenza degli assistenti ecclesiastici. Gli ambienti socialisti sono divisi tra il timore di uno scavalcamento a favore del pei e la volontà di diventare, in luogo dei comunisti, i veri interlocutori dei lavoratori aclisti. Fausto De Luca
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