Una rivincita meritata

Una rivincita meritata I nostri cestisti ad un passo dalla finale Una rivincita meritata Questa sera (ore 22,30) la yara decisiva Finalmente la rivincita è riuscita. Il Brasile, nel basket, quest'anno pareva dav-^ vero imbattibile per noi. Tre' confronti e tre- vittorie dei sud-americani, due ai mondiali ed una al recente torneo di Roseto. Adesso, alle Universiadi, è arrivato il turni, degli azzurri, vittoriosi per 72 a 60 (primo tempo 37 a 19) al termine di una partita condótta ' sempre in vantaggio, con l'autorità e la vena delle giornate migliori. Il risultato favorevole, che ci consente di sperare nella qualificazione per le finali (stasera alle 22,30 si gioca la gara decisiva contro Cuba, un avversario durissimo), non è il solo da to positivo della serata. C'è pure da sottolineare il concorso di pubblico, un pubblico folto e caloroso, come mai si era visto a Torino per il basket. Settemila spettatori, parecchie centinaia dei quali sono rimasti iri piedi, hanno urlato e tifato con coro e ritmico batter di mani, con intensità e passione insospettabili in una città 'che il grande basket non ha mai occasione di vederlo da vicino. Segno (come si pensava) che Torino merita veramente una squadra da serie A, da seguire e da applaudire tutte le domeniche. Gli azzurri hanno onorato questo pubblico di lusso con una prova entusiasmante, appena attenuatasi nel suo splendore nei minuti finali, quando già il distacco era del tutto tranquillizzante e si è dato modo ai brasiliani di recuperare, contenendo il divario finale in dodici punti. Ma certi canestri prepotenti di Meneghin, certe « entrate » di Ossola, i tiri in sospensione di Zanatta e Bisson hanno mostrato al pubblico qualcuna tra le cose più belle che il basket italiano è oggi In grado di offrire. E per applaudire quelle azioni erano proprio tutti in piedi, anche gli spettatori che erano riusciti a trovare posto a sedere. Il Brasile non è riuscito a ripetere il successo di Roseto (dove le due formazioni si erano affrontate con gli stessi uomini) soprattutto per l'eccellente av¬ vio dell'Italia. Con una difesa individuale grintosa, quella delle grandi occasioni, gli azzurri hanno lettei ralmente impedito di gioI care (e di tirare) ai sudi americani, per parecchi mi! miti. Il Brasile ha dovuto ! aspettare fino all'8' per sej gnare il primo canestro su ! azione, con Sebba. A quei punto il risultato | era già sul 18 a 4 in nostro i favore e l'andamento del. l'incontro era segnato. Me! rito, oltre che della difesaj super, del felice tiro da fuori di Cosmelli e soprattut> to di Zanatta (4 centri su I 4 dalla sinistra nei primi dieci minuti, una percentuale da americano). Così anche la tanto temuta difesa « a zona » dei brasiliani è saltata agevolmente; e invano i sud-americani hanno poi fatto ricorso, dal 13' in poi, alla difesa individuale. Prima Meneghin, irresistibile nel finale del primo tempo e sempre dominatore ai rimbalzi, e poi Bisson (8 punti nella prima parte della ripresa) hanno provveduto a mantenere a distanza nel punteggio gli avversari. Meneghin (23 punti) e Zanatta (20) sono stati i più positivi nel tiro e nel rendimento complessivo: oltre che con i canestri Meneghin si è fatto valere con i rimbalzi difensivi e offensivi, Zanatta col ferreo controllo (degno d'uno « stopper » del calcio) sul pericoloso Nello, gran tiratore che ha dovuto stavolta accontentarsi di solo otto punti. I brasiliani non sono mai stati in gara. Dittrich (quindici punti, tutti nella ripresa) è stato il « cannoniere » della squadra, Correa e Ranieri hanno lottato con generosità ma scarso successo sotto i tabelloni. Contro una Italia in edizione « super » non c'era nulla da fare. Vedremo stasera se basterà una Nazionale così per battere i cubani, una formazione di cestisti - « giaguari », agili e grintosi, gran difensori ed eccellenti rimbalzisti. Contro gli Stati Uniti la squadra di Cuba ha confermato tutti i suoi progressi: ha giocatori molto validi per fisico e tecnica (da Chappe a Calderon, da Standard ad Alvarez), schemi difensivi vari ed efficaci (dalla zonapressing all'individuale aggressivo). I cubani sono famosi per la grinta e per loro partenze travolgenti, con susseguente calo nella ripresa. Agli azzurri toccherà una dura lotta per contenere questo « basket battagliero » dei cubani, occorreranno fiato e carattere, dall'inizio alla fine. Antonio Tavarozzi