Venezia proclama Welles maestro del cinema d'arte

Venezia proclama Welles maestro del cinema d'arte Indiscrezioni a 48 ore dall'apertura della rassegna Venezia proclama Welles maestro del cinema d'arte Il premiato non sarà Rossellini, al quale è riservato l'onore della prima proiezione - Diciotto i film della rassegna, eccezionale la retrospettiva del comico americano Harry Langdon - Presenzierà il ministro sovietico Ekaterina Furtseva Venezia, lunedì mattina. Tra 48 ore comincia la più delicata tra le edizioni della Mostra di Venezia. Nel '69, a un solo anno dalla contestazione e con un tempo minimo per coordinarne il nutrito programma, alcuni difetti e alcune approssimazioni furono perdonate di cuore al nuovo responsabile Ernesto G. Laura. Oggi Io stesso direttore, riconfermato nell'incarico, non può più permettersi di sbagliare. Da poche ore ha terminato il lavoro di un anno, ora giudizi e polemiche non possono avere per oggetto che i film proposti. La selezione è stata severa: soltanto diciotto opere nella rassegna principale, eliminata la panoramica sui nuovi autori italiani, presentati in anteprima i lavori televisivi di Fellini e Rossellini, ampio spazio per la sezione culturale che prevede una retroguardia di Harry Lahgdon, una selezione del documentario inglese dalle origini alle comproduzioni con la Bbc, proiezioni e «tavola rotonda» sul cinema del Nord Africa. Due le assenze che subito si notano: Cuba, trionfatrice l'anno scorso con La prima carica al machete di Gomez, e la Cina, che non ha mandato neppure uno dei promessi cortometraggi della rivoluzione culturale. Ernesto Laura precisa che Rossellini con la figlia Isabella a Venezia per il «Socrate» si tratta di un appuntamento rinviato: « In entrambi i casi abbiamo decisioni meditate con vivo senso critico. Il direttore della cinematografia cubana, Alfredo Gusvara, in una produzione annuale di 6-7 pellicole, non ha ritenuto di sceglierne una che rischiasse di deludere l'aspettativa. Con i delegati della Repubblica popolare cinese poi, abbiamo avuti colloqui fino a due settimane fa. Ci hanno detto che negli studi l'attività è ripresa da poco e che i pochi documentari girati hanno scopo didàttico o propagandistico, inadatto a una mostra. Nel '71 siamo sicuri di avere in cartellone anche la Cina». Infine, l'altro « colosso » comunista ha inviato una partecipazione ufficiale guidata dal ministro della Cultura sovietica Ekaterina Furtseva. Confermato l'elenco dei film: L'alliance (L'anello matrimoniale) di Christian de Chalonge, con Anna Karina e Jean-Claude Carrière. (Francia); Testa vuota, di Misa Radivojevic (Jugoslavia); Le coeur fou (Il cuore folle) di Jean-Gabriel Albicocco, con Michel Auclair (Francia); Deep en (Fine profonda) di Jerzy Skolimowski, con Jane Asher, John Mouider-Brown, Diana Dors (Usa-Repubblica federale tedesca); El hombre oculto (L'uomo nascosto) di Alfonso Ungria, con Carlos Otero e Jelena Samarina (Spagna); Rivolta d'estate di Jaakka Pakkasvirta (Finlandia); Il leone delle sette teste di Glauber Rocha, con Giulio Brogi, Rada Rassimov, JeanPierre Léaud, Gabriele Tinti (Italia-Francia); Lokis di Janusz Majewski (Polonia); Requiem all'ungherese di Janos Hersko (Ungheria); Peccato mortale di Miguel Faria jr. (Brasile). Seguono: Poco a poco di Jean Rouch (Francia); Delitto e castigo di Lev Koiudjanov, dal romanzo di Dostoevski (Urss); Il signor presidente di Marcos Madanes, dal romanzo di Asturias (Argentina); La strategia dal ragno di Bernardo Bertolucci con Giulio Brogi, Alida Valli e Tino Scotti (Italia); Film d'amore di Istvan Szabo (Ungheria); Tre sorelle di Laurence Olivier, con Alan Bates, Joan Plowright e Laurence Olivier, dal dramma di Anton Cecov (Gran Bretagna); Uomini contro di Francesco Rosi, con Mark Frechette e Gian Maria Volonté, dal libro Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu (Italia) e Wanda di Barbara Loden (Usa) con Michael Higgins. Quest'ultima è un'autentica « pellicola d'autore », perché prodotta, diretta e interpretata dalla Loden, che è moglie di Elia Kazan. Molto si attende dal ritorno al cinema di Laurence Olivier, che si era tratto in disparte dopo Il principe e la ballerina, con la Monroe ( 1957 e dall'» outsider » finlandese, un'opera di contestazione non levigata dalle astuzie del consumismo. Uno sguardo al passato. Nella retrospettiva si conoscerà l'arte comica di Harry Langdon, un geniale interprete-attore che esordi con le torte in faccia di Mack Sennett, brillò nei primi film di Frank Capra, fiancheggiò Staniio e Ollio. Una personalità tutta da scoprire, al contrario del celebre ed insigne Orson Welles che Venezia proclamerà maestro del cinema (riconoscimento che ogni indiscrezione attribuiva a Rossellini, il quale avrà invece l'onore del primo spettacolo con il suo Socrate). Welles è a Hollywood per il « Dean Martin Show », una trasmissione che gli rende senza fatica un mucchio di quattrini. Ma proprio come autore, in passato ha dimostrato di preferire la gloria alla ricchezza. E certamente verrà al Lido. Piero Perona