L'inchiesta a Roma sull'acqua del Tevere

L'inchiesta a Roma sull'acqua del Tevere L'inchiesta a Roma sull'acqua del Tevere nostro servizio Roma, lunedì mattina. (a. r.) Questa mattina alle dieci le acque del Tevere vengono per la prima volta poste sotto inchiesta giudiziaria. Due pretori le percorrono dalla foce sino alla Magliana, alle porte di Roma, a bordo di una motovedetta prelevando qua e là con bottigliette sterilizzate campioni di queste acque accusate di mettere a repentaglio la salute dei bagnanti del litorale laziale. Un cancelliere e tecnici dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'Ufficio d'Igiene del comune ed le Consiglio nazionale delle ricerche completano la spedizione che dovrà fornire la diagnosi definitiva sul grado di inquinamento del tratto di mare che va da Tor Vaianica a Ladispoli. Quindici giorni al massimo, hanno detto i magistrati, e sapremo se sarà il caso di aprire un procedimento giudiziario contro ignoti per l'itiquinamento pericoloso eventualmente accertato e contro gli organi di controllo che non hanno fatto rispettare leggi e regolamenti. I gestori degli stabilimenti balneari laziali dichiarano di essere soddisfatti dell'iniziativa della magistratura e della celerità delle indagini. Gli affari, infatti, cominciano ad andare male. Se immergersi in mare fa correre il rischio di prendersi tifo ed epatite virale, non c'è più ragione di andare sulla spiaggia, hanno concluso circa il 23 per cento dei romani che erano soliti recarsi ad Ostia, a Tor Vaianica, a Ladispoli. Lo afferma l'associazione dei concessionari di stabilimenti balneari, la quale si è anche affrettata a chiedere alla capitaneria di porto una riduzione del canone di affitto per i ridotti incassi.

Persone citate: Magliana

Luoghi citati: Ladispoli, Ostia, Roma