Archiviata l'inchiesta sulla morte di Pinelli

Archiviata l'inchiesta sulla morte di Pinelli Accolta la proposta della Procura di Milano Archiviata l'inchiesta sulla morte di Pinelli Nella vicenda non sono stati riscontrati elementi di* reato «s'è trattato di morte accidentale» - Migliorano le condizioni del tassista che accusa Valpreda dal corrispondente Milano, lunedì mattina. (c. b.) La parola fine è scesa, a distanza di quasi sette mesi, sull'inchiesta per la morte di Giuseppe Pinelli, l'anarchico milanese precipitato da una finestra dell'ufficio politico al quarto piano del palazzo di via Fatebenefratelli, dove ha sede la Questura milanese, nella notte fra il 15 e il 16 dicembre dello scorso anno, mentre veniva interrogato in relazione alla strage di piazza Fontana. Il caso Pinelli è stato archiviato. Sabato, il dott. Antonio Amati, consigliere istruttore al quale era stata affidata l'indagine giudiziaria relativa alla morte dell'anarchico, ha ufficialmente deposita to il decreto di archiviazione, un documento che consta di una cinquantina di pagine, accogliendo la richiesta presentata in tal senso il 21 maggio scorso dal sostituto procuratore della Repubblica dott. Giovanni Caizzi, per il quale « allo stato delle risultanze dell'inchiesta risulta che per il Pinelli s'è trattato di morte accidentale ». Non sono stati quindi riscontrati elementi di reato nella vicenda della morte dell'anarchico milanese, nonostante i dubbi e gli interrogativi sol¬ levati da alcuni elementi che I dell'interrogatorio dell'anar- a prima vista sembravano confermare la tesi del suicidio. Del caso Pinelli quindi non si dovrebbe più sentire parlare. Ma gli strascichi giudiziari provocati dalla vicenda sono ben lungi dall'essere esauriti. Sono infatti pendenti presso il tribunale di Milano due denunce strettamente legate alla caduta dal quarto piano di Giuseppe Pinelli. Una è quella presentata dai familiari dell'anarchico contro il questore di Milano, dottor Marcello Guida, per alcune dichiarazioni rilasciate dall'alto funzionario nel corso d'una conferenza stampa tenuta poche ore dopo il decesso in ospedale del Pinelli. L'altra è la querela per diffamazione a mezzo stampa presentata dal dott. Luigi Calabresi, funzionario dell'ufficio politico della Questura milanese, contro il direttore del periodico « Lotta continua ». Il dott. Calabresi, secondo la sua denuncia, si è sentito gravemente leso nella sua integrità professionale da un articolo apparso nel periodico nei mesi successivi alla tragica vicenda. Nell'articolo erano contenuti pesanti apprezzamenti sul ruolo svolto dal funzionario nel corso chico e della successiva caduta. Sempre nel quadro dell'inchiesta sull'attentato di piazza Fontana, vi sono buone notizie sulla salute di Cornelio Rolandi, il tassista milanese che secondo l'accusa accompagnò con la sua autopubblica Pietro Valpreda alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove il ballerino anarchico avrebbe deposto la borsa al tritolo che causò la morte di sedici persone e il ferimento di altre novanta. Rolandi si trova ricoverato dal 23 giugno scorso all'ospedae Sani Carlo e per questo motivo il dott. Cudillo e il dott. Occorsio, i due magistrati romani ai quali è stata affidata l'inchiesta sull'eccidio, si sono recati la scorsa settimana due volte nella sua camera d'ospedale per interrogarlo. Dopo l'interrogatorio si era sparsa la voce che il tassista si trovasse in fin di vita. Tale voce è stata seccamente smentita ieri da un medico del San Carlo che ha in cura il Rolandi. Il tassista soffre di grave insufficienza epatica e il suo stato generale di salute è stato aggravato da particolari situazioni emotive provocate dall'incessante stress psicolo chico e della successiva caduta. Sempre nel quadro dell'inchiesta sull'attentato di piazza Fontana, vi sono buone notizie sulla salute di Cornelio Rolandi, il tassista milanese che secondo l'accusa accompagnò con la sua autopubblica Pietro Valpreda alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove il ballerino anarchico avrebbe deposto la borsa al tritolo che causò la morte di sedici persone e il ferimento di altre novanta. Rolandi si trova ricoverato dal 23 giugno scorso all'ospedae Sani Carlo e per questo motivo il dott. Cudillo e il dott. Occorsio, i due magistrati romani ai quali è stata affidata l'inchiesta sull'eccidio, si sono recati la scorsa settimana due volte nella sua camera d'ospedale per interrogarlo. Dopo l'interrogatorio si era sparsa la voce che il tassista si trovasse in fin di vita. Tale voce è stata seccamente smentita ieri da un medico del San Carlo che ha in cura il Rolandi. Il tassista soffre di grave insufficienza epatica e il suo stato generale di salute è stato aggravato da particolari situazioni emotive provocate dall'incessante stress psicologico al quale il Rolandi è stato sottoposto dal giorno in cui riconobbe in Pietro Valpreda l'uomo da lui accompagnato quel tragico venerdì in piazza Fontana. Ma quella che si poteva definire una preoccupante crisi, appare ora superata e le condizioni fisiche del tassista non destano più di conseguenza la minima preoccupazione. Se non sopravverranno fatti nuovi e assolutamente imprevisti, alla fine di questo mese, o ai primi del prossimo, Cornelio Rolandi dovrebbe essere in grado di lasciare l'ospedale nel quale si trova ora degente.

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