"La ragazza di nome Giulio" di Milena Milani

"La ragazza di nome Giulio" LE PRIME SULLO SCHERMO "La ragazza di nome Giulio" Il romanzo di Milena Milani nella riduzione del regista Valerli - « Lo strano triangolo»: drammatica storia inglese - «Germania: 7 donne a testa », di Nievo e Cavallina - « Gatta pericolosa »: ragazze squillo (Vittoria) - Abbastanza scabroso il tema svolto dallo scope a colori La ragazza di nome Giulio, ispirato al romanzo di Milena Milani. Orfana d'un padre che l'adorava al punto da darle il proprio nome maschile, questa ragazza, più brevemente detta Jul, vive con una madre invadente e distratta. Trova una più attenta solidarietà — a un dato momento perfino troppa — in ima sofisticatissima Lia, alla quale l'interprete Anna Moffo ha aggiunto ambiguità con una recitazione monocorde. Sottrattasi alla morbosa tutela di Lia, Jul, molto graziosamente donna per i suoi quattordici anni, interessa parecchio i coetanei e anche qualche adulto. Passano gli anni, dai banchi del liceo si va al « mondo bene » di Cortina invernale, l'elenco degli spasimanti s'allunga, qualcuno avanza progetti matrimoniali destinati enigmaticamente a cadere. Reticente al punto da risultare oscuro, il racconto non spiega l'innegabile travaglio di Jul. Solo quando, verso la fine, la tormentata giovane si confida con un ginecologo, il pubblico sa qual è il problema sessuale che la tormenta: ella, pur anatomicamente normale, non riesce ad avere con gli uomini un rapporto completo. Un intervento chirurgico la guarisce fisiologicamente, ma insieme la traumatizza, la inclina verso una cupa follia. E la inferocisce al punto che ella mutilerà atrocemente il malcapitato uomo piombato poco dopo tra le sue braccia. Il film è tecnicamente ben fatto (eccellente fotografia di Stelvio Massi) ma disuguale. Stiracchiato nelle divagazioni turistiche che fanno da sfondo all'irritante comportamento di Jul con gli uomini: belle visioni di Venezia, di Caorle, della Laguna, poi dell'Ampezzano, appagano l'occhio, ma l'essenza del dramma tarda a venire trasmessa allo spettatore. Interesse quindi frammentario e disperso; a tratti anche vanificato lo sforzo sincero d'una dotata attrice, Silvia Dionisio, per dare quel senso di angoscia interiore che la frustra. Le pieghe della sua psicologia, complessa e semplice insieme, non sono esplorate a fondo: il regista Tonino Valerii, che viene con a l , e o — , a à uoi e i i i e , a l a e n e e a o n i . i , o l e a o a n i i a e a e n o - onore dai western all'italiana, non è altrettanto a suo agio se deve, come qui, analizzare l'anima d'una ragazza introversa, chiusa in un'inquietudine che fin quasi alla fine non si sa qual è, seppure determi- ni, poi, una tragedia impre- vedibile. * * (Lux) - John Lee Thompson,-autore di successi come l cannoni di Navarone, L'oro di McKenna, ha offerto la sua migliore prova con Lo strano triangolo, tratto dalla commedia « Country Dance », di James Kennaway, scrittore scozzese amico del regista e morto alla vigilia delle riprese del film. E' la storia della decadenza di un baronetto scozzese, animato da un'imprevedibile fantasia e minato dall'alcoolismo. Sir Charles Ferguson è felice solo quando è solo con sua sorella Hilary, che ama di un affetto possessivo. Non gli importa che la donna si sia separata dal marito, il corretto e deludente Douglas, come non gl'importa che la tenuta vada precipitosamente in rovina. I due fratelli vivono un'assurda eterna infanzia, popolata di ricordi del passato e di scherzi selvaggi che gli altri non possono comprendere. Ma la donna è normale e un giorno decide di tornare dal marito. A questo punto il fratello si sente perduto e provoca un incidente di caccia che lo ferisce e lo riavvicina alla dolce sorella. Charles ora lusinga la donna ora la esalta, fino a dirle ciò che non ha mai osato pronunciare in vita sua: le vuole bene. Finalmente Douglas esce dall'ombra della mediocrità, rinfaccia al cognato di amare soprattutto se stesso e fa i passi necessari per ricoverarlo in una casa di cura. Anche Hilary firmerà il verbale d'internamento. Questa, in sintesi, la vicenda che tocca con asprezza molti argomenti, quali la grettezza della società britannica e la fragilità dei rapporti umani. Susannah York e Michael Craig riproducono le angosce di una coppia che non riesce a distruggere il proprio amore. Protagonista é Peter O' Toole, tutto teso in una recitazione veristica d'alta scuola che solo a tratti si appanna nel manierismo ma che in genere è ricca di sfumature amare, ironiche, folli. Buono anche il contributo di Ted Moore, fotografia a colori, e di John Add:-.L»n, musica. (Nazionale) Stanis Nievo, documentarista di buone referenze e Paolo Cavallina, giornalista non solo televisivo di larga notorietà, firmano Germania: 7 donne a testa, una inchiesta a colori e a più livelli sulla Repubblica federale tedesca. Vi si abbordano temi politici, sociologici, sessuali; a un certo punto, per ovvie ragioni commerciali, si finisce per concedere maggiore spazio agli ultimi, magari a costo di ripetere cose già note. Al boom industriale si è insomma preferito quello erotico, più adatto nel suggerire battute ironiche al com- ì \ mento illustrativo, detto da e ': Arnoldo Foà. Ma le tragiche r '. visióni di Berlino spaccata in e \ clue dal famigerato muro tol. | "on0 a chiunque la voglia di o 1 far cieno spirito. . I * * l l Metropoli — Di produzio à . ne tedesca ma girato un po' \ in Germania e un po' m Ita- Ha, il film a colori Gatta pericolosa (« Champagner Fuer Zimmer 17 », di E. Wright) adopera una sceneggiatura scucita per far entrare in un giro di ragazze-squillo la bru na e disponibilissima moglie d'un funzionario di polizia, La peccatrice si riscatterà ri- velando al marito chi mano- vrava il giro nel quale era entrata incautamente; ma cirimetterà la pelle. E' diffìcile anche d'estate, trovare un film così distante dalla sufficienza come questo. Tamara Baroni dovrebbe essere una protagonista « scottante », ma il mestiere d'attrice non è il più adatto per lei.Riempie meglio la cronacache lo schermo. vice

Luoghi citati: Berlino, Caorle, Germania, Venezia