Il "traffico delle suore,,: Paolo VI esaminerà l'esito dell'inchiesta

Il "traffico delle suore,,: Paolo VI esaminerà l'esito dell'inchiesta Le novizie reclutate nella regione più povera dell'India Il "traffico delle suore,,: Paolo VI esaminerà l'esito dell'inchiesta Il Vaticano ha inviato tempo fa un questionario ai nunzi apostolici - L'indagine terminerà probabilmente in ottobre - «L'Osservatore Romano» parla di «travisamento dei fatti» - La drammatica denuncia di una novizia del Kerala tornata in patria: «Ci hanno comprato» - Interrogazione dell'on. Fortuna alla Camera ('Nostro sewizio particolare) Roma, 25 agosto. L'intervento del governo italiano nella vicenda delle novizie indiane reclutate nel Kerala è stato chiesto oggi, con un'interrogazione a Montecitorio, dall'on. Loris Fortuna (psi). Il Vaticano, da parte sua, conferma che la sua indagine sarà rigorosa. L'on. Fortuna, rivolgendosi al Presidente del Consiglio e ai ministri degli Esteri., della Giustizia e dell'Interno, vuol « sapere quali urgenti provvedimenti, indubbiamente di competenza dello Staio e dell'autorità italiana, abbiano predisposto per stroncare sul territorio nazionale l'eventuale " tratta delle suore " ». Il parlamentare socialista domanda se « il governo abbia dato corso ad una inchiesta sid gravissimo caso, non essendo ovviamente sufficiente né l'inchiesta del Sunday Times, né rilevante, per l'autonomia e la sovranità dell'Italia, l'indagine segreta del Vaticano ». L'inchiesta della Santa Sede si concluderà « il più presto possibile », ha detto padre John Heston, un energico prelato americano da poco segretario della Congregazione dei religiosi. « Bisogna attendere, ha spiegato, che i nunzi apostolici d'Italia, Francia, Germania, e ì delegati apostolici d'Inghilterra e Svizzera rispondano al questionario che abbiamo loro inviato un mese e mezzo /a ». Nunzi e delegati devono interrogare le superiore e, una ad una, le novizie (sono circa duemila) sparse nelle case religiose europee. Le domande formulate dal Vaticano sono sei: quante postulanti siano giunte in ogni convento e quando; quali somme siano state versate per le spese di viaggio e di corredo e a chi; se vi siano stati casi di crisi di coscienza, di inadattamento, rinunce contrastate, richieste di rimpatrio non soddisfatte; se la scelta della vocazione sia stata perfettamente libera, come prescrive la Chiesa, o forzata e in qual modo. L'indagine potrà terminare, nella migliore delle ipotesi, entro settembre o in ottobre. Ed è quasi certo che Paolo VI, personalmente, vagherà le conclusioni e deciderà i provvedimenti disciplinari nei confronti degli eventuali responsabili di speculazioni o altri abusi. Esplicita è in proposito una nota non firmata, e perciò più autorevole, apparsa stasera sull'Osseruatorc Romano: « Se inconvenienti sono accaduti non saranno ignorati, come non sarebbero slati e non saranno tollerati dalle autorità competenti ». L'organo vaticano lamenta che agenzie giornalistiche e quotidiani di tutto il mondo, pur dando notizia di accuse e smentite, si abbandonino al « sensazionalismo », Secondo L'Osservatore Romano, la Curia, non appena informata degli inconvenienti, ha preso rimedi « drastici» sospendendo ogni intervento per facilitare la partenza delle novizie e ordinando l'inchiesta in luglio e quindi « preesistente e non già provocata dal clamore pubblicistico ». L'organo Vaticano conclude citando l'arcivescovo di Trivandum (India), che ha parlato di « travisamento dei fatti » da parte dei giornali. E' evidente che, in materia cosi delicata, occorre guardarsi dalle generalizzazioni e operare una chiara distinzione tra gli episodi negativi e la fattiva e cordiale collaborazione esistente nella Chiesa universale, senza riguardo a razze e nazionalità. Se è vero che, probabilmente, molte ragazze indiane hanno seguito spontaneamente la loro vocazione, e si trovano bene in Italia e negli altri Paesi europei, vi sono anche, dall'altro lato, le denunce di fatti molto gravi, sui quali più attenta è l'opinione pubblica. Una delle quattro ragazze rientrate ai primi d'agosto in India, dopo un periodo trascorso in una casa religiosa presso Roma, scrisse il 1 aprile 1970 ad alcune consorelle nel Kerala una lettera drammatica: « Mie care sorelline, dopo di questa nessuna di voi dovrà venire in Europa. Se vedeste quanto si sono riempite le tasche di quei pretiGiuda che ci hanno tradito... Costruendo castelli in aria, siamo arrivate in aereo (a Roma, N.d.r.). Per una settimana credemmo davvero che fosse il paradiso. Ma ecco che, come i nove cori degli angeli spinti all'inferno, anche noi ci ritrovammo in una sorta di inferno. Al mattino, appena terminata la Messa, cominciamo a pulire i gabinetti e le stanze con lo straccio e la ramazza... Dopo, col poco tempo che ci è rimasto, dobbiamo lavare e stirare i pan¬ ni... Siamo disperate. Hanno diritto di fare quello che vogliono con noi. Ci dicono che ci hanno comprato per seimila rupie... ». Questa lettera è firmata Amia E. T. Alakattu. Dodici novizie indiane, ospiti d'un convento toscano dove si trovano benissimo, scrissero alle quattro consorelle uscito dalla casa religiosa esprimendo la propria solidarietà. « Siamo addolorate di sentire — dice la lettera — quanto sia penosa la vostra situazione. Come siete riuscite a scappare da quella prigione? Quali sono i vostri piani per il futuro? Siamo ansiose di avere la vostra risposta, preghiamo per voi. Non siate troppo disperate. Dio non vi abbandonerà. Dobbiamo affrontare tante difficoltà in questo mondo... Anche se andrete in un altro convento italiano incontrerete le stesse difficoltà. Se voi tornaste in India dovreste affrontare molti problemi, ma è meglio tornare a casa che avere un collasso nervoso e diventare un peso per gli altri ». « Quando tornerete a casa — prosegue la lettera — andate dal cardinale ad Ernakulam (il card. Joseph Parecattil. N.d.r.) a raccontargli tutto. Dovreste dire alle autorità di tutto Questo commercio e del modo in cui ragazze innocenti ed ignoranti sono state ingannate. Dovreste raccontare tutto chiaramente e senza paura. Se continuasse questo traffica, anche le nostre anime saranno perdute e niente sarà guadagnato. Care consorelle, andate in Germania? (tale era il progetto delle quattro ragazze. N.d.r.). Non possiamo pensare questo perché sappiamo che anche in Germania la situazione è pessima: lingua, clima, abitudini sono così diversi. La nostra opinione è che dovreste tornare a casa». Autorevoli ambienti della Congregazione dei religiosi ci hanno confermato stamane che il Vaticano fu informato circa un anno fa del « traffico » organizzato da cinque o sei preti indiani nel reclutamento delle novizie. La Congregazione dei religiosi « ordinò » alle superiore religiose di tutto il mondo di non accettare più postulanti indiane prive dell'autorizzazione scritta dei vescovi del luogo di provenienza. A sua volta la Congregazione della Chiesa Orientale, da cui dipendono l'India ed il Kerala, « diffidò », oltre un anno fa, don Ciriaco Puthenpura dal proseguire i reclutamenti. Ma il sacerdote continuò la propria attività, mal-" grado i vescovi indiani fossero stati invitati a controllarlo. L'India registra, da die¬ ci anni in qua, un vero boom delle scelte religiose, come ha documentato un'inchiesta del padre Zeitler, presidente della Commissione indiana per le vocazioni. Nel decennio tra il '58 ed il '69 le vocazioni femminili sono aumentate del 53 per cento nel rito latino e, addirittura, del 218 per cento nel rito siro-malabarico, seguito nel Kerala. Sono tante le suore laggiù, che otto religiose indiane, già professe della Congregazione della Carità di Calcutta, vivono da due anni alla periferia di Roma per fare le missionarie tra i baraccati dell'ti Acquedotto Felice*. Lamberto Fumo Roma. Un gruppo di suore indiane giunte in Italia come « missionarie ». Appartengono alia Congregazione delle suore della Carità fondata a Calcutta da madre Teresa (Tclefoto)

Persone citate: Ciriaco Puthenpura, Fortuna, John Heston, Joseph Parecattil, Lamberto Fumo, Loris Fortuna, Paolo Vi, T. Alakattu