Vangioni ha visto suo padre"Desidero pensarci ancora,, di Remo Lugli

Vangioni ha visto suo padre"Desidero pensarci ancora,, Il giovane non SÌ è costituito Vangioni ha visto suo padre"Desidero pensarci ancora,, L'uomo ha tentato invano di convincerlo a presentarsi ai carabinieri - « Voglio prima consultare i miei avvocati » ha detto il ragazzo accusato di omicidio a scopo di estorsione (Dal nostro inviato speciale) Viareggio, 22 agosto. - Lorenzo Vangioni si è incontrato con il figlio nel suo rifugio segreto. Ha cercato di convincerlo a costituirsi, inutilmente. « Ho bisogno di pensarci ancora — ha detto Pietrino — voglio consultarmi con tutti e due i miei avvocati, Antongiovanni e Maionchi, e dato che Maionchi è ancora negli Stati Uniti, aspetto. Voglio che mi chiariscano per bene la mia situazione, che cosa mi aspetta. Tu ti puoi rendere ben conto che non ho alcuna fiducia nella giustizia — ho continuato Pietro Vangioni — perché finora ho trascorso in carcere sei mesi per il reato di favoreggiamento che poi è caduto. E poi ho tempo fino al 18 settembre ». Questa è la data di scadenza della sua licenza di convalescenza. Pietrino sa bene che se lascerà passare questo giorno senza essersi presentato al proprio reparto o senza dimostrare la propria impossibilità di farlo perché detenuto, scatterà contro di lui anche il reato di diserzione. Non v'è dubbio che egli si presenterà prima del 18 settembre; l'opinione del padre e dell'aw. Antongiovanni è che egli si costituisca addirittura entro una decina di giorni. Dice l'avv. Carlo Alberto Antongiovanni: « Quando mi ha telefonato, ieri, mi sono raccomandato a lui con tanto calore, so che mi ascolterà perché è un ragazzo avveduto, bravo, oltre che innocente. Che cosa potrebbe fare? Passare l'inverno fuori, da latitante, mettersi a fare il bandito, fuggire all'estero? Per carità. Deve purtroppo affrontare il carcere anche se sa di non avere nessuna colpa, anche se la stessa Magistratura gli ha dato la dimostrazione di avere sbagliato, di avergli fatto trascorrere un periodo di prigionia senza un motivo, o meglio, con un motivo che poi essa stessa ha annullato. Ma è appunto questo che noi dobbiamo mettere in evidenza: dobbiamo portare al processo, davanti al pubblico della Corte d'Assise, un Pietrino vittima ». La madre del giovane è disfatta dal dolore, ma continua a recarsi a lavorare al bar della stazione dove è cassiera. « Abbiamo preso due avvocati, ma ne prenderemo anche cento se sarà necessario per dimostrare l'innocenza di nostro figlio » dice. Il processo, che dovrebbe svolgersi all'inizio della primavera secondo una previsione del dott. Di Stefano, sostituto Procuratore della Repubblica che ha dato al giudice Mazzocchi il suggerimento per il nuovo mandato di cattura contro il Vangioni e contro il Baldisseri e il Della Latta per estendere anche a loro l'imputazione di tentata estorsione, non sarà facile. Già si prevedono sin dall'inizio delle battaglie procedurali fomentate dagli avvocati; e gli appigli non mancheranno. Ad esempio: il mandato di cattura contro il Vangioni, firmato martedì scorso, non è stato ancora notificato ad alcuno. La sede del dibattimento, allo stato attuale delle cose, dovrebbe essere la Corte d'Assise di Pisa perché Mazzocchi non ha dichiarato la propria incompetenza territoriale e ha continuato l'istruttoria. Ma sarà facile agli avvocati contestare i motivi della competenza i quali si basano sulla « mancanza di indizi sul trasferimento del cadavere da Viareggio a Marina di Vecchiano ». ' Nel rinvio a giudizio, previsto per la fine di novembre, dovrebbero essere indicati quegli elementi che hanno indotto il P. M. e il giudice istruttore a riesaminare sotto un'altra luce un dato di fatto già vecchio ottenendone la convinzione che il movente del delitto sia l'estorsione. Dopo mesi e mesi di convincimento su un movente imperniato sulla perversione sessuale, si è passati di punto in bianco alla tesi dell'assassinio per riscatto che, accennato da Marco Baldisseri in una delle sue prime confessioni, era stato lasciato cadere da chi doveva condurre le indagini. Se le motivazioni del rinvio a giudizio non saranno chiare e provate, gli avvocati avranno buon gioco per scalzarle liberando dal grave fardello i loro clienti. Già il Pubblico ministero dimostra la propria insicurezza sull'imputazione che ha suggerito al dott. Mazzocchi di indirizzare ai tre giovani. Egli dice:, « Non è detto che in Assise si riesca a tarli condannare per concorso in omicidio volontario: può darsi che il reato venga declassato in omicidio preterintenzionale ». I viareggini di fronte a queste novità del giallo La-vorinl restano piuttosto scet- tici: ormai ne hanno già viste tante, anche cose gravissime, come il suicidio di Adolfo Meciani e poi la morte di Giuseppe Zacconi avvenuta per un infarto al | quale non era stata certo j estranea l'atmosfera di angoscia che per tanto tempo lo | aveva attanagliato. Tante co-1 se, tanti personaggi, tante vicende minori cne si snodavano in quella più grande del giallo. I viareggini hanno visto tutto questo e sono rimasti con un senso di diffidenza, di delusione: non sanno se potranno mai conoscere la verità autentica sul come e sul perché il 31 gennaio 1969 il povero Ermanno Lavorini finì tragicamente la propria vita. Remo Lugli

Luoghi citati: Stati Uniti, Vecchiano, Viareggio