La morte dell'antiquario romano nel racconto del principe Ruspoli di Livio Zanotti

La morte dell'antiquario romano nel racconto del principe Ruspoli Il tragico "safari,, nella savana ai confini della Tanzania La morte dell'antiquario romano nel racconto del principe Ruspoli Il patrizio giunto ieri sera a Roma da Nairobi con l'attrice Juliette Mayniel - La vittima non era in possesso della licenza di caccia ed era priva dell'indice della mano destra - Il colpo partito dal fucile per lo sbandamento della vettura sulla pista (Nosdo servizio particolare) Roma, 22 agosto. C'è una storia di fucili e la fatalità nella morte di Dante Baldari, l'antiquario romano che ha perduto la vita il giorno di Ferragosto in una battuta di caccia grossa nel parco africano del Serengeti in Tanzania, ai margini del lago Vittoria. Il colpo che lo ha ucciso è partito dall'arma automatica con cui egli stava tentando di abbattere una zebra. Sembra una circostanza accertata nell'inchiesta condotta dal « Chief Constable » di Dar Es Salaam; ciò che non si spiega è come il Baldari potesse avere quel fucile tra le mani, privo com'era della indispensabile licenza di caccia e ostacolato nell'uso delle armi dalla mancanza del dito indice della mano destra, perduto in un incidente durante il servizio militare. Il principe Eugenio Ruspoli e la sua fidanzata, l'attrice Juliette Mayniel, il cacciatore Roberto Vicentini, remano, e 1 la guida inglese Dan Wilson, che hanno partecipato al tragico Safari, sono giunti stanotte all'aeroporto di Fiumicino, di ritorno da Nairobi. Ha parlato per tutti il principe Ruspoli, con la voce bassa, il volto scuro, volgendo continuamente lo sguardo verso i compagni di viaggio che gli erano accanto. Egli ha confermato sostanzialmente la versione che aveva dato ieri alla madre per telefono e che donna Virginia Orsini ci aveva riferito. Vi sono in più molti particolari: ma il senso del dramma non cambia, esso appare segnato soprattutto da una fatalità. Una serie di contrattempi hanno preceduto la giornata del dramma, sempre per i fucili. Non erano stati regolarmente denunciati al passaggio della frontiera tra il Kenya e la Tanzania, per cUi i gendarmi tanzaniani in un primo momento hanno pensato di sequestrarli, accusando la comitiva italiana di traffico d'armi. Un'accusa pesante. Ci son voluti tempo e molta pazienza per chiarire l'equivoco e solo sabato 14 il gruppo ha potuto lasciare Mwanza per raggiungere Campo Duma, dove si ritrovano i cacciatori che intendono affrontare la savana. Erano praticamente trascorse due settimane dall'arrivo del principe, dell'attrice e dell'antiquario in Africa. Roberto Vicentini li aveva preceduti per organizzare le battute, come fa sei volte l'anno per i ricchi turisti che vogliono provare il brivido della caccia grossa. Questa volta, però, i suoi ospiti, più che clienti erano amici. Roberto Vicentini aveva conosciuto Dante Baldari nel periodo che trascorre ogni anno a Roma nell'intervallo tra un safari e l'altro, quando un po' per passione e un po' per guadagno colleziona e commercia porcellane antiche e altri oggetti d'arte. Gli aveva parlato dell'Africa e gli aveva procurato biglietti aerei e soggiorno a condizioni di particolare favore. Quindi è stata decisa la data del viaggio e Vicentini è partito per l'Africa, dove ha atteso che gli amici lo raggiungessero. Ora, si sa che per un insieme di circostanze, sulla « LandRover » che trasportava la comitiva tutti volgevano le spalle a Dante Baldari nell'istante in cui un sobbalzo ha provocato l'incidente. Spiega il principe: « L'antiquario stava diritto sull'estremità posteriore dell'auto, con l'arma imbracciata, attendendo forse di poter sparare ad un gruppo di zebre che si vedevano lontano. Questo ho potuto ricostruirlo soltanto ad incidente avvenuto poiché in quel momento io ero alla guida, e come gli altri guardavo davanti a me per seguire la pista ». Non era apparso ben chiaro come il Baldari potesse aver preso il fucile, preparandosi ad usarlo, senza che i suoi compagni se ne accorgessero. Ora Ruspoli ripete: « 7o mi sono voltato soltanto quando la vettura ha sbandato su una buca e ho sentito partire il colpo: Baldari era già disteso a terra dietro l'auto; ad avvicinarlo per soccorrerlo è stato Vicentini, ma non c'era più niente da fare. Non so perché avesse in pugno quel fucile, forse non aveva neppure intenzione di usarlo. Nelle due battute che avevamo fatto il giorno precedente luì non aveva mai sparato. Può darsi che per l'emozione provata alla vista degli animali in lontananza l avesse pensato di caricarlo I per Vicentini perché poi po! tesse più prontamente usarlo ». Livio Zanotti Roma. Juliette Mayniel, Vicentini e il principe Eugenio Ruspoli (a destra) al ritorno dalla Tanzania (Tel. Ansa) IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII1IIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIU