Le esili stars del film impegnato di Lietta Tornabuoni

Le esili stars del film impegnato Sono scomparse le dive del passato, chi le sostituisce? Le esili stars del film impegnato Un po' tutte uguali, alla moda, con corpi asciutti e sottili - Le magre sono innocenti nella loro nudità, indispensabile per i ruoli del nuovo cinema - Forse servono solo a rallegrare lo spettatore «provato» dalla fatica intellettuale (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 22 agosto. « Piuttosto che essere una stella del cinema, preferirei tagliarmi le mani », dice Barbara Loden. « Il lato disgustoso del mestiere di attrice è il narcisismo », dice Elva Sivann. Altre sono ancora più sdegnose: perché fanno il cinema? Ma loro non fanno il cinema, interpretano film, film che descrivono la condizione di una società in disgregazione, film che stimolano.alla rivolta, film rivoluzionari: la loro, in pratica, è una milizia politicoculturale. Il cinema è solo uno strumento, più efficace di un opuscolo o di un manifesto. Del cinema tradizionale a loro non importa assolutamente nulla: « Quasi sempre son cartoline pornografiche animate, per una donna una forma di prostituzione non diversa dalle altre ». Quanto al successo, alla popolarità, al danaro, una sola parola: « spazzatura ». Ragazze severe Tutte così, queste ragazze: taglienti, sprezzanti, severe. Hanno da dire la loro su qualsiasi argomento: e la dicono con l'aria di sopportazione di chi fornisce a un bambino le spiegazioni più ovvie sul mondo, con la superiore consapevolezza di chi possiede la verità. Oppure tacciono del tutto, chiuse nel rassicurante mistero del silenzio. Afflitte da bovarismo politico, da un pezzo hanno tolto dalla parete della propria stanza il poster di Mao o di « Che » Guevara: adesso, più rigorosamente, hanno sistemato sul comodino la statuetta bronzea di Lenin nel 1917. Frequentano marce pacifiste, manifestazioni di protesta: o anche fumerie clandestine. A volte (è il caso peggiore) sono nichiliste. Una mostra come quella di Venezia è l'occasione giusta per osservare queste nuo¬ ve creature cinematografi che: le protagoniste dei film impegnati, le stars del cinema culturale. Le vecchie dive sono scomparse, si sa: non solo da qui. Sophia Loren, Brigitte Bardot o Liz Taylor paiono ormai le sta- tue di cera di se stesse: la loro notorietà serve a ven- dere giornali di pettegolez- vrosi, e ben pochi sono i ilm nei quali la protagonita non sia, se non compieornente matta, almeno mol- zi, non ad attirare la gente nei cinema: i loro film, disperatamente sempre più brutti e sempre più superflui, non fanno una lira. Ma come sono allora le loro eredi, le nuove stelle del cinema nuovo? Sono intercambiabili. Difficilmente distinguibili una dall'altra: somigliano a tutte le ragazze carine che s'incontrano per strada, e si assomigliano tutte tra loro. Persino le più pacioccone attrici jugoslave, cecoslovacche o ungheresi non sono molto diverse dalle francesi o dalle americane. Anche loro leggono Elle o Vogue, e la massima aspirazione è anche per loro assimilare lo stile uniformemente bislacco delle indossatrici. Le vecchie stars si guardavano beile dal seguire la moda: sapevano che è più facile conquistare il pubblico presentandogli un'immagine sempre uguale, dalle caratteristiche precise e immutabili: magari monotona, ma immediatamente riconoscibile. Le nuove protagoniste non hanno di questi problemi. Come tutte le ragazze alla moda, mutano radicalmente aspetto da un anno all'altro, da un film all'altro: con un trasformismo divertente che incoraggia ogni equivoco e incertezza nell'identificarle. E sono belle? Le ultime americane somigliano tutte a Mia Farrow: patetica fragilità, occhiaie, quel tanto di sbattuto, di squallido e di malato che suscita commoione o tenerezza. Le europee somigliano invece alle ragazze di Charlie Manson: facce attonite, capelli lunghi che circondano e coprono il viso come una mobile tenda, occhi grandi e dilatati, un ateggiamento oscillante tra la madonna e la pazza. Nessuna porta reggiseno, e nessuna pare averne molta neessità. Tutte hanno corpi asciutti e sottili, di una magrezza androgina, dotati di pigoli più che di curve. Candido nudo E' una necessità professionale: nei recentissimi canoni della banalità cinematografia magrezza e uguale a lie¬ to ma molto disturbata. Inoltre sullo schermo la nudità di una ragazza prosperosa diventa subito volgare, spessa, ingombrante; mentre la nudità delle magre conserva una certa innocenza estetica, un elegante candore. Che è indispensabile, dato che le attrici del nuovo cinema si spogliano moltissimo. Per i più futili motivi, ma spesso anche senza alcun pretesto, eccole togliersi golfini e pantaloni, vagare irragionevolmente nude in appartamenti borghesi, nude passeggiare per campi e spiagge, nude sedere al volante dell'automobile, nude subire prepotenze maschili di ogni genere, nude vivere quelle esperienze omosessuali che nei loro film non mancano quasi mai, nude sostenere dibattiti politici con contraddittorio e nude infine (ma sempre con scarsissima soddisfazione) fare all'amore. Non interpretare E sanno recitare? Qualche volta, però serve a poco. I registi del cinema nuovo, è noto, detestano gli attori, soprattutto quelli che sanno recitare. L'attore deve essere entità fisica, materiale figurativo, presenza: e obbedire alle indicazioni che gli vengono fornite, senza mettersi in testa di conoscere il copione e tanto meno di capirlo, senza pretendere di interpretare a suo modo il personaggio. I ruoli affidali alle attrici, poi, sono nella maggior parte dei casi essenzialmente due. Il primo è quello della signora borghese quarantenne, ricca e sessualmente avida di giovanotti, talvolta zia, più lontana parente o amica della mamma, cui il protagonista si concede per autodistruzione, per indifferenza o anche per soldi. Il secondo è quello della coetanea, immancabilmente cover girl, studentessa o figlia ribelle di miliardario, con cui il protagonista ha rapporti non felici, troppo cinici o troppo drammatici, mai equilibrati. I registi del nuovo cine ma sono giovani, quindi appassionati alla politica mol to più che ai sentimenti d'amore, nel caso assai porta ti alla confessione autobio grafica delle proprie limita¬ te esperienze, comunque poco interessati all'approfondimento della psicologia femminile. Però anche furbeschi: se i loro film sono raramente centrati su personaggi di donna, sono in compenso sempre ricchi di numerose sequenze erotiche. Curiosamente, nei film impegnati le attrici hanno spesso lo stesso ruolo che avevano nei film comici di Mack Sennett, nelle epopee di guerra o nei western: sono solamente bathing beauties, corpi esposti, belle ragazze messe lì tanto per rallegrare lo spettatore un po' provato. Alle nuove stars non si chiede dunque molto. Debbono più che altro spogliarsi, guardare con occhi trasognati, compiere qualche azione bizzarra che denunci la follia del personaggio: per esempio dar fuoco a chalets di campagna, tentar di sedurre sacerdoti o uccidere bambini. Debbono es] sere chic, avere un'arida! tura sciolta, elegante: in i modo da rendere gradevoli \ quelle interminabili passeggiate a piedi, quelle corse i furiose attraverso la città o | quei rotolamenti su campi di neve che contraddistini guono spesso il film impej guato. Debbono avere visi j fermi, persino un poco ottuI si: così da essere in grado di ascoltare le inevitabili tirate del protagonista senza ■muovere un muscolo e senza distrarre l'attenzione dello spettatore. Al massimo debbono saper preparare una bottiglia Molotov, disegnare scritte su cartelli o sparure. Ma soprattutto debbono saper agitare con grazia i capelli, intrecciandoli o sciogliendoli, lasciandoli fluttuare: perche riesca bene la sequenza di estasi sui capelli femminili che nel film intellettuale come nei caroselli per la lacca o lo shampoo, è immancabile. Sono compiti che anche una bella ragazzo, qualunque può affrontare senza troppa fatica: e intatti queste attrici provengono da ambienti ed esperienze lontani dal cinema A volte addirit tura dalla cerchia famìlia- re. Mentre le vecchie stelle erano amanti o mogli del produttore le nuove stelle sorto mogli, amiche o sorel- le del regista: il che fa sì che nei loro film regni una simpatica atmosfera domestica, e permette anche forti risparmi sulle spese di produzione. Quando non sono parenti, le protagoniste sono ex modelle, ex studentesse, ex annunciatrici televisive, ex indossatrici fisse o volanti, ex cantanti. In ogni caso, tutte appartengono alla borghesia ricca: dato che la loro funzione è soprattutto estetica, e il loro dovere quello di essere eleganti e alla moda più che belle, l'unica qualità indispensabile è un'educazione e uno stile da privilegiate. Oggi la reietta Marilyn Monroe o la popolana Sophia Lo.-en non arriverebbero mai sullo schermo. Le povere non diventano più attrici, le povere sono escluse: il cinema politico è più classista di quello commerciale. Lietta Tornabuoni

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