"Giselle" all'americana

"Giselle" all'americana Entusiasmo per diecimila a Verona "Giselle" all'americana La Fracci e l'American Ballet Theatre nell'opera di Adam all'Arena - Ottima ia danzatrice, impeccabile la compagnia (Pai nostro inviato speciale) \ teVerona, 20 agosto, i zoPiù di diecimila spettatori j nobaper Giselle è un bel primato, anche per l'Arena che con una Carmen o una Traviata ne accoglie magari il doppio, ma dove non s'era mai vista tan¬ fu18ceta gente per un balletto. Ani- j rimettiamolo pure: né il fasci no di una delle opere più celebri della storia della danza, né il prestigio dell'American Ballet Theatre che !a ripresentava, sarebbero ieri sera riusciti ad affollare l'Arena senza il richiamo di Carla Fracci. E' bastato, infatti, che ima parte delle gradinate fraintendesse un annuncio, in verità alquanto equivoco, dell'altoparlante, perché si levasse un uragano di proteste; il pubblico è stato placato soltanto dal disperato grido « La Fracci c'è » di un coraggioso fattosi alla ribalta a fronteggiare la sommossa. Guasti del divismo? A parte che probabilmente è più con- alGgldepelali all'i( GsivatalaambrunLsctesolante una platea in delirio \ diper una danzatrice sulle pun-1 ro te che per un idolo della can- zone, è anche grazie ai grossi nomi, Nureiev insegni, che il balletto sta rifiorendo. Da Carlotta Grisi, che ne fu la prima inte iirete nel 1841. alla Fonteyn che di recente ha rinverdito i suoi allo- ri riprendendolo con Nureiev al fianco, il personaggio di Giselle è stato sempre l'orgoglio e la sfida delle « stelle » della danza. Ed è davvero un personaggio poiché esige dal-la protagonista anche notevo-li doti espressive non fosse altro per il primo atto in cui l'infelice contadinella renana ( Gautier approntò per la musica di Adam un libretto ricavato da una leggenda raccolta da Heine nel suo libro sulla Germania), tradita nel suo amore per il principe Albrecht, deve delirare come un'Ofelia e morire come una Lucia. Una vera e propria scena della pazzia che un tempo precipitava nel suici dio ma che ora, ancor più romanticamente, si preferisce I concludere con una morte | per crepacuore. j E' in questo primo finaleche si è visto di che cosa è | capace la Fracci. Oltre a danzare con una levità e una . 1 grazia che non tradivano mai lo sforzo dei passi più ardui (e che l'artista possegga ormai una saldissima tecnica lo ha dimostrato nella cosiddetta «grande variazione» del primo atto con una straordinaria « diagonale » che non tutte le sue rivali ripetono), ha mimato lo strazio di Giselle in modo cosi toccante da oscurare il suo già inespressivo partner. Ma Ted Kivitt si è presa la sua brava rivincita nel secondo atto quando, trasformatasi l'amata in un tramnrncn fantasma ta in un vaporoso ìanrasma, AlbreCht dà SfOgO al SUO do- lore sulla tomba di lei in un paio di assoli che il ballerino americano ha eseguito con indubbia bravura. . L'American Ballet Theatre, di cui la Fracci è ospite in questa tournée europea che coincide con il trentesimo anniversario della compagnia, mancava dall'Italia da una decina d'anni. I solisti sono abbastanza impeccabili, le filiformi e giovanissime ballerine abbastanza affiatate, i costumi abbastanza di buon gusto, ma l'invenzione coreografica lascia talvolta a desiderare. Nei tre tempi di Concerto di Kenneth MacMillan, su musica per piano ed orchestra di Sciostakovic, che hanno aperto la serata, abbondano le reminiscenze di Balanchine, scarseggia l'originalità, tranne nell'ti adagio » ottimamente danzato da Sallie Wilson e Gayle Young. E in Giselle poi, la tradizio- naie coreografìa di Coralli e Perrot non solo David Blairl'ha « riprodotta », ma anche l'ha gravemente, e assurdamente, manomessa. Ma le frequenti licenze, che il gran pubblico del resto non ha modo di notare, non hanno compromesso la scorrevolezza e l'efficacia di un'esecuzione di cui lo sterminato palcoscenico dell'Arena accresceva le difficoltà (oltre a dilatare la scenografia: la capanna di Giselle ha proliferato un villaggio che sembrava nato in un clima di speculazione edilizia tanto alte e fìtte erano le case). Sulle ali della simpatia per la sua incantevole protagonista, la rappresentazione è stata accolta con un entusiasmo che forse nemmeno l'opera lirica ha quest'anno sollevato: le chiamate non finivano più, i ringraziamentile riverenze, I fiori, gli abbracci di un cerimoniale graziosamente antiquato offrivano uno spettacolo nello spettacolo che il pubblico non si stancava mai di alimentare con le sue ovazioni. Alberto Blandi

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