Andreotti, Forlani, Preti polemizzano sulla crisi

Andreotti, Forlani, Preti polemizzano sulla crisi Si parla ancora delle dimissioni di Rumor Andreotti, Forlani, Preti polemizzano sulla crisi Il primo osserva che nessun governo deve cadere senza un preventivo dibattito parlamentare - Il segretario de è di parere contrario - Democristiani, socialisti e comunisti commentano l'invasione della Cecoslovacchia (Nostro servizio particolare) Roma, 20 agosto. Il giornale del psu, L'Umanità, mette oggi in rilievo che il segretario de Forlani e il capo dei deputati de Andreottì hanno posizioni diverse sull'opportunità di evitare le crisi extraparlamentari e sulla necessità di un dibattito nelle Camere prima delle dimissioni del governo. Andreotti, riprendendo in un articolo sull'Espresso i temi da lui svolti nella dichia; razione di fiducia al gover| no Colombo, ha osservato i che « dal 1948 ad oggi solo | due governi sono caduti dinanzi alle Camere», aggiungendo: « Non faccio davvero polemica verso chicchessia (sarebbe tra l'altro lontana e vicina autocritica), ma constato le falle del passalo per confermare una necessità per l'avvenire. Nessuna crisi deve d'ora innanzi avvenire senza un dibattito varlamentare preventivo ». Forlani, in una intervista al j Resto del Carlino, ha detto invece che « il dibattito parla- dcqpmentare non potrebbe evitare i una erisi che di fatto fosseìmaturata per decisione del j Presidente del Consiglio, re- \sponsabile dell'indirizzo politico del governo, o per de- I cisione di uno o più partiti di una coalizione. Credo anzi ! che in certe circostanze un : dibattito parlamentare renderebbe più acuti e generali gli elementi di contrasto e fini rebbe per rendere più diffl cili, a crisi intervenuta, i tentativi di ricomposizione del governo sulla base della stessa coalizione di forze, cosi come si ritiene utile e necessario, ad esempio, nella corretta ed attuale situazione del nostro Paese». Un'altra parte dell'intervista ha, però, suscitato una messa a punto dei socialdemocratici. « E' un passo non un errore e una menzogna ». I comunisti, nel fondo de l'Unità di domani e nell'editoriale di Rinascita, parlano di Praga esclusivamente con riferimento al pei, affermando che la loro autonomia nel movimento comunista internazionale, sottolineata dal dissenso verso l'Urss per la Cecoslovacchia, risale alla tradizione del pei. Segue, come nel recente discorso di Berlinguer sul governo, la riaffermazione che, per i comunisti italiani, « la collocazione internazionalistica è irrinunciabile » perché « pensare oggi a uno schieramento democratico e antim penalistico che faccia a meno dell'Unione Sovietica e dei Paesi socialisti o, peggio ancora, che si muova in lotta contro queste forze, è cosa del tutto assurda e sbagliata». Fausto De Luca del tutto riguardoso », ha dichiarato Preti, riferendosi a questa frase di Forlani: « La posizione tradizionale della socialdemocrazia sul problema del comunismo non dovrebbe discostarsi da quella de, ma questa posizione, espressa a suo tempo nel modo più autorevole e serio (cioè da Saragat, n.d.r.), non potrebbe essere alterata se non a prezzo di uno svilimento, essendo essenziale per la nostra democrazìa che l'anticomunismo non diventi la copertura di sterzate reazionarie ». Preti ha così commentato: « Noi non abbiamo bisogno di precisare che la posizione del psu non è mai mutata su questo punto, come tutti sanno, e pertanto la "coda" non necessaria dell'on. Forlani può anche essere interpretata da taluno come una insinuazione nei nostri confronti. Io penso che questo non sia stato l'intendimento dell'on. Forlani. ma credo peraltro che un segretario di partito dovrebbe guardarsi dal fare afferma- *™* W*™,Z™terpreta . zioni di quel tipo ». Lo stesso passo di Forlani è invece giudicato « positivo » dai socialisti. Lo dice VAvanti! di domani. h'Avanli! per il psi e II Popolo per la de dedicano i loro articoli di fondo di domani ad un'analisi della situazione cecoslovacca a due anni dall'invasione delle trup- pe del Patto di Varsavia II giornale socialista scrive che « quel che conta — lo diciamo ai lavoratori italiani lo ripetiamo ai comunisti italiani — è che la lotta si svolga nel segno della più assoluta autonomia. Continuare a credere che esista un campo anti-imperialista che ìia in Mosca la sua capitale oggi non è più un'astrazione, è

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Mosca, Praga, Roma, Unione Sovietica, Urss