La Svizzera rinuncia al segreto bancario?

La Svizzera rinuncia al segreto bancario? Per combattere la mafia Usa e la droga La Svizzera rinuncia al segreto bancario? Se verrà approvato dai Parlamenti l'accordo tra Berna e Washington, sarà infranta una tradizione centenaria, trasformata in legge nel 1934 - Ma solo in un caso: per colpire il «delitto organizzato» (Nostro servizio particolare) Berna, 19 agosto. La legge svizzera sul segreto bancario, che non era stata infranta per trentacinque anni — neppure per consentire agli Alleati di recuperare, dopo la guerra, il frutto delle rapine hitleriane — potrà essere sospesa per colpire i responsabili della « mafia » americana o del traffico della droga. Questa è la conseguenza principale dell'accordo di massima concluso, dopo un anno di trattative, da americani e svizzeri, e che dovrà essere approvato dai rispettivi Parlamenti. L'imziativa di aprire negoeiati con le autorità elvetiche sull'assistenza reciproca in materia giudiziaria era stata presa a suo tempo dall'amministrazione Nixon, nella speranza di frenare la fuga di capitali americani verso la Svizzera. Per controbilanciare le frodi fiscali, gli Stati Uniti chiedevano alcune deroghe al segreto bancario in vigore nella Confederazione. Sul fondo della questione Berna ha fatto ben poche concessioni agli Stati Uniti: le autorità elvetiche continuano a non considerare le frodi fiscali come un reato comune. La Svizzera resterà dunque quel «paradiso fiscale » che finora ha contribuito non poco alla sua stessa prosperità finanziaria. Berna ha ammesso una sola eccezione, seppure importante: la sospensione della legge del 1934 sul segreto bancario sarà consentita per punire « delitti organizzati » p perseguire « capi di bande internazionali », nei limiti previsti dal codice penale svizzero. «Il delitto organizsato rappresenta una forma particolarmente pericolosa di criminalità e ciò giustifica il fatto che si esca dal quadro normale delle misure in materia di collaborazione giudiziaria per reprimerlo », ha dichiarato lunedì Pierre-André Nussbaumer, capo del servizio economia e finanza del ministero degli Esteri svizzero, presentando il testo dell'accordo. Prima di sospendere il segreto bancario, « bisognerà tuttavia — ha precisato Nussbaumer — che la giustizia americana provi la possibilità, attraverso l'accusa di frode fiscale, se non di sgominare bande organizzate di malfattori, almeno di arrestare uno dei loro capi ». In pratica 1" accordo permetterà alla giustizia americana, in collaborazione con i servizi europei, di smascherare i responsabili della « mafia » o delle reti di distribuzione della droga. L'accordo raggiunto tra Svizzera e Stati Uniti interrompe una tradizione centenaria sulla quale sono state edificate, almeno in parte, le fortune della Confederazione. Da molto tempo infatti i banchieri svizzeri avevano stabilito che il segreto bancario fosse intoccabile. H codice penale, tuttavia, non li considerava tra le persone tenute al segreto professionale. La legge dell'8 novembre 1934 ha colmato questo ritardo legislativo, citando esplicitamente tutti quelli che, essendo a conoscenza di segreti bancari, non possono divulgarli senza incorrere in condanne pecuniarie o detentive. Tale legge, inoltre, precisa che le disposizioni si applicano a qualunque impresa nella cui ragione sociale figuri il tèrmine « banca » o « banchiere » e, in senso più lato, ad ogni società che si rivolga al pubblico per raccogliere fondi. Il segreto si estende a tutti i fatti « privati » di cui il banchiere viene a conoscenza per i suoi rapporti d'affari con il cliente e copre in particolare il nome del cliente, che spesso è rappresentato da un semplice numero o, per evitare confusioni, da un numero accompagnato da uno pseudonimo (come il nome di un fiore o d'una pianta). . Una banca svizzera ha dichiarato che le disposizioni della legge sul segreto bancario sono la conseguenza diretta di un tratto caratteristico della mentalità elvetica: il sentimento d'indipendenza, il rifiuto di ogni ingerenza esterna negli affari privati dell'individuo. Qualcuno vi ha scorto la necessità di erigere una barriera contro le indiscrezioni, ed anche il desiderio d'impedire la rivelazione di disuguaglianze economiche che, se manifeste, provocherebbero conflitti sociali. Secondo altri, garantire il segreto bancario è per gli svizzeri come confermare il carattere liberale dello Stato. Al di là di queste giustificazioni di principio, la legge del 1934 corrispondeva, in effetti, ad una « strategia di captazione » dei capitali. Si trattava di attirare fondi, per il maggior benessere dell'economia svizzera, dando ai loro proprietari, con la garanzia del, segreto, un'impressione di sicurezza e di anonimato. Roger Bonvin, ex presidente della Confederazione elvetica, precisò tuttavia nel 1967 che il banchiere era tenuto a fornire alle autorità svizzere e anche agli Stati stranieri certe informazioni in materia civile e penale. La legge svizzera ha permesso di sottrarre un buon numero di persone a procedimenti giudiziari nei loro paesi, democratici o totalita¬ ri. Forse ha anche procurato un rifugio ai capitali nazisti che lasciarono la Germania dopo la sconfìtta. Ma su questo punto la Svizzera ha sempre rifiutato di fornire la minima informazione agli Alleati, anche se implicitamente ha ammesso il fatto, consentendo nel '45 — quando le si rimproverava di aver nascosto il « tesoro delle SS » — un versamento forfettario di 100 milioni di dollari per indennizzare le vittime del nazismo. André Vene Copyright di « Le Monde » e per rimila de « La Stampa »

Persone citate: André, Nixon, Nussbaumer, Roger Bonvin