Bilancio disastroso dopo la grandine sui vigneti tipici del Veronese e delle Lunghe

Bilancio disastroso dopo la grandine sui vigneti tipici del Veronese e delle Lunghe Disperazione tra i filari più celebri d'Italia Bilancio disastroso dopo la grandine sui vigneti tipici del Veronese e delle Lunghe Due nubifragi hanno infierito su tutta la collina di Verona da Sant'Ambrogio di Valpolicella sino a Soave - Il danno si aggira sui cinque miliardi - Mezz'ora di finimondo ha sconvolto nel giorno di Ferragosto una fascia di venti chilometri per sei nelle Langhe - Epicentro Monforte - Perso anche il raccolto del prossimo anno -1 danni superano già i due miliardi (Dal nostro corrispondente) Verona, 17 agosto. Al tremendo nubifragio (grandine acqua e vento) di sabato 8 agosto, è seguito quello di Ferragosto ancora più drammatico, che ha messo in seria difficoltà la viticoltura veronese. Questo susseguirsi di intemperie ha provocato una profonda crisi nell'intero settore della frutticoltura in generale e della viticoltura in particolare. Le cifre sono ancora approssimative e, comunicandole, i responsabili del Consorzio ortofrutticolo di Verona hanno dimostrato di essere veramente desolati. Si parla di cinque miliardi di danni. In certe zone i vigneti hanno subito perdite del 150 per cento, conteggiando la mancata produzione di quest'anno e i riflessi che la grandinata avrà anche sui frutti della prossima stagione e di quelle successive. Nella mattina di sabato 15, la grandine e il vento fortissimo hanno investito tutta la collina veronese da Sant'Ambrogio di Valpolicella fino a Soave. E' stato un disastro completo. I vigneti in vari punti sono stati letteralmente sradicati, tutto il lavoro di un anno è andato distrutto. Stamane in certe aziende della zona di Soave sono state messe in azione le ruspe che hanno fatto piazza pulita eliminando ciò che rimaneva delle ormai inutili piantagioni. Per le produzioni di Valpolicella e Soave è stato un colpo terribile, praticamente dei vini tipici veronesi si è salvato soltanto il Bardolino (danneggiato però dalla grandinata precedente) con il Custoza (che è in attesa di passare tra i « tipici »). La produzione di quest'anno si presentava tra le migliori sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Lo scorso anno furono prodotti tre milioni 432 mila 500 quintali di uva, un quantitativo ottimo anche se non pari a quello « record » del '67, quando-si ebbero quattro milioni 101 mila .400 quintali di uva. Per quest'anno le previsioni erano per una riconferma dello scorso anno di qualità però decisamente migliore. L'estate asciutta aveva permesso un'ottima maturazione e quindi si pensava che le uve avrebbero dato vini di alta gradazione alcoolica. La doppia grandinata con chicchi grossi come noci, unita ad un vento eccezionalmente veloce, ha tolto ogni speranza. Sono andati distrutti oltre un milione di quintali di uve. I danni sono stati ingenti anche, nella zona di produzione di pere e mele, nella fascia di pianura che va da Zevio Palù a Roverchiara, Belfiore e Albaredo. La grandinata dell'8 scorso aveva obbligato a dirottare verso le sidrerie dai 150 ai 200 mila quintali di pere. A questo ingente quantitativo di frutta danneggiata occorrerà aggiungere quello, non ancora accertato, distrutto la mattina di Ferragosto. Anche per le mele i danni assommano a diversi milioni. Si calcola approssimativamente che saranno 400 mila i quintali di frutta che dovranno seguire la strada delle sidrerie. I provvedimenti a favore degli agricoltori danneggiati, già sollecitati dalle varie organizzazioni di categoria, non potranno che attenuare la gravità del danno economico subito, praticamente, da tutte le aziende della provincia g- a.

Persone citate: Monforte, Veronese