Giusto

Giusto Giusto Fra prevedìbile che il provvedimento di consenso alla messa in opera delle porle bronzee di Emilio Greco per il Duomo di Orvieto"? secondo la legge di competenza del ministro della P. I. (sebbene la questione sia complicala da riserve a favore dell'autorità ecclesiastica in materia di arredo per il cullo, poste nei Patti Lateranansi), avrebbe provocato la ripresa di una' polemica apertasi dopo il 1962. Per quanto ho potuto vedere, con rammarico, ancora una volta si è preferita la passionalità agli argomenti e alla stessa esattezza dell'informazione. Così ho letto che la cultura avrebbe « unanimemente » deplorato le parte bronzee ed il loro collocamento, che il biasimo sarebbe stato addirittura internazionale, che solo il mondo clericale sarebbe stato prò e invece la cultura laica contro. Ora tutto questo notoriamente non è vero, mentre è vero che vi è stata divisione di pareri, e non torneremo a documentarne quantità e qualità correlative. Più o meno cosciente o avvertita che sia stata, l'informazione tendenziosa anche negli ultimi giorni ha dato a bere al pubblico disattento che le porte di Greco rovinavano un complesso puro ed allo come la « Divina Commedia », che sostituivano « le porte lignee del Maitani» (!), che compromettevano la purezza incontaminata della facciata della cattedrale; e c'è slato persino chi non. ha esitato, dimenticandosi bellamente della tradizione romana e biiàntina. di Monreale e Pisa e Hildesheim e Novgorod e Verona e Firenze e Roma e di quant'altro, addirittura ad affermare che l'apposizione di porte bronzee a un edifìcio sacro andava contro tutta la tradizione architettonica. Poiché queste e cose di questo genere retorico e intrepidamente incolto erano state dette e ripetute come argomenti contro l'erezione delle porte, francamente non si può che lodare il ministro Misasi se li ha valutati per quel che valevano. Ho motivo di credere che la decisione del ministro non sia slata improvvisa, perché maturava da molto tempo nell'amministrazione competente, la quale disponeva di esaurienti elementi di giudizio, sia sul piano tecnico che giuridico. E anzitutto sia chiaro che il ministro non ha fatto che esercitare suoi poteri legittimi. Anche su questo punto si è molto equivocato ed è bene stabilire correttamente le responsabilità. Si è detto che il ministro ha abusato dei suoi poteri, mettendo in non cale il « veto » pronunziato dal Consiglio superiore delle Antichità e Belle Arti, che sarebbe nientemeno che il supremo custode dell'integrità artistica nazionale. Anzitutto, tale consiglio è un organo consultivo dell'amministrazione e del ministro, esprime pareri per la massima parte non vincolanti e può anche non essere chiamato a darli, mentre non ha potere d'iniziativa. Chi ne fa parte quindi, a qualsiasi titolo, deve conoscere ed accettare i limiti della competenza esigua. Il ministro aveva peraltro all'ottima ragione per non valutare positivamente il parere del Consiglio superiore. E ciò perché proprio alcuni suoi membri che si opponevano intemperantemente alle porte di Greco avevano, in un caso precedente, quello del Duomo di Siena, dato parere favorevole alla collocazione di una porta bronzea istoriata dovuta a un egregio quanto anonimo professionista d'arte sacra. Un ministro può non intendersi di materia artistica, ma può certamente rendersi conto che, in tali condizioni, non si poteva ritenere né sereno né obiettivo, né quindi competente, il parere di persone die lo mutavano così disinvoltamente, favorendo l'uno e pregiudizialmente opponendosi all'altro identico caso. Le dimissioni annunciate « con gran dispilto » negli ultimi giorni appaiono quindi immotivate c sproporzionate. E latito più perché, — assumo le dichiarazioni che sono state fatte — nell'invocare una questione di principio, valida però ad Orvieto e non a Siena o a... Migliarino, t consiglieri superiori hanno tenuto a riconoscere la grandezza artistica del l'opera di Umilio Greco. Carlo L. Ragghianti

Persone citate: Carlo L. Ragghianti, Emilio Greco, Greco, Maitani, Misasi

Luoghi citati: Firenze, Hildesheim, Monreale, Novgorod, Orvieto, Pisa, Roma, Siena, Verona