Portare le città nel verde

Portare le città nel verde COME L'OLANDA AFFRONTA I PROBLEMI DEL 2000 Portare le città nel verde Amsterdam avrà meno abitanti: sulle terre vicine, strappate al mare, si costruiscono sobborghi-giardino - Attorno a Rotterdam, il primo porto del mondo, si piantano dei boschi - I piani per il decentramento delle industrie (Dal nostro inviato speciale) Rotterdam, 12 agosto. Mi dice un olandese: «Chiesero una volta a Heine che avrebbe fatto, se fosse stata annunciata la fine del mondo. Rispose: "Andrei in Olanda, dove tutto accade con cinquantanni di ritardo " ». Ride e aggiunge: « Molto tempo fa, la nostra lentezza era un luogo comune all'estero. Ma l'abbiamo sconfessato a più riprese ». Lo sconfessarono una prima volta all'inizio del '900. In ( Olanda, la rivoluzione industriale era incominciata tardi e male. Gli slums infestavano Rotterdam e Amsterdam come Londra e Birmingham. Crescevano la delinquenza e le malattie. Il governo emanò una legge: i quartieri poveri furono puliti, molti edifici abbattuti e molte fabbriche spostate. Le città poterono respirare. Da al lora, non è sorto rione senza parchi e giardini, né è stata costruita casa senza impianti igienici e bagno. Quel luogo comune della lentezza dell'Olanda è oggi distrutto. « Non abbiamo risolto tutti i nostri problemi — dichiara l'ispettore governativo Maurice Van Barthel — Ma siamo all'avanguardia nella ricerca di un sistema globale di comunicazioni, stradale ferroviario fluviale, di distribuzione territoriale delle industrie, di alleggerì mento delle città al loro interno e nei rapporti reciproci ». Nel settore urbanistico, la democratica Olanda è un modello di pianificazione. Sospinta dal boom demografico e dalla minaccia dell'ambiente naturale, essa anticipa e risponde agli interrogativi del 2000. Il suo scopo è garantire all'uomo lo spazio vitale e le attività del tempo libero. Tutto, o quasi, è coordinato «La lotta scontro l'inquinamento e per l'equilibrio della popolazione non è affatto perduta », sostiene Van Barthel. In Olanda, il fenomeno del « megaurbanesimo » sta finendo. Ad Amsterdam diminuisce il numero degli abitanti; nascono invece, ad alcuni chilometri di distanza, sulle terre prosciugate dello Zui derzee, due città giardino. « Le soluzioni verticali coi grattacieli, la concentrazione dei servizi, l'affollamento al centro vengono scartati progressivamente — spiega Van Barthel —, ci siamo accorti che anche l'uomo della strada preferisce una casetta isolata e con del verde ». Petrolio e alberi La stessa Rotterdam, che s'allarga a macchia d'olio, ridimensiona i suoi progetti per il 2000. Essa occupa un posto speciale nella storia e nell'economia del Paese. Distrutta dai tedeschi nell'ultima guerra, fu riprogettata interamente durante l'occupazione: uno dei maggiori atti della Resistenza. In 25 anni, è diventata il primo porto del mondo, con un traffico di 150 I milioni di tonnellate ed una I profondità di trenta chilometri sul Reno. La chiamano « la capitale d'Europa delle raffinerie di 'petrolio ». « Ma Rotterdam conta appena 700 mila anime, tra cui molti Gastarbeiter, lavoratori ospiti, cioè manodopera straniera — diceva il sindaco Thomassen nel '69 — S'è sviluppata su una dimensione umana, salvaguardando gli spazi verdi, sacrificando il centro a favore dei sobborghi residenziali. Essa ha già rivisto i limiti massimi della sua espansione per i prossimi trent'annì ». La revisione è stata imposta dal rispetto della salute pubblica. Ha detto Galbraith a Rotterdam, ad una conferenza su « la città del 2000 »: « Non dobbiamo scegliere l'inferno, solo perché il paradiso in Terra è irraggiungibile ». L'integrazione tra governo, autorità locali e industria non è perfetta, ma sovente essi antepongono ai propri interessi quelli della ecologia. Dall'Aia, molte amministrazioni si sono trasferite ad Apeldoorn e Helren, nelle province orientali. La Philips, uno dei « giganti » dell'industria olandese, ha impiantato stabilimenti in una sessantina di Comuni diversi: a Eindhoven, la sua sede principale, su 200 mila abitanti 45 mila lavorano nelle sue fabbriche, in un ambiente salubre e protetto. Secondo i princìpi del « Piano Mansholt per l'Europa verde », gli agricoltori vengono pagati non per produrre le eccedenze che tanto turbano il Mercato Comune, ma per l'afforestamento. Precisa la rivista Agenor: « Un ettaro di bosco assorbe cinque tonnellate di ossido di carbonio l'anno, da 30 a 80 tonnellate di polvere ed emette fino a 20 tonnellate di ossigeno ». Per questo, ad Amsterdam hanno piantato in mezzo secolo una foresta di 900 ettari: lungo i sentieri, sono segnati i nomi delle piante. Le case sulla sabbia Quello del delta è il più grandioso esempio di pianificazione dell'Olanda. Si tratta di sbarrare i bracci di mare a Sud dell'Aia, trasformarli in laghi, crearvi delle isole artificiali, dei parchi, intrecciarvi una rete di strade. I costi sono proibitivi, ma l'obiettivo è duplice. Si proteggono le terre strappate alle acque nei decenni passati, e si assicura al ranstad, il cuore del paese, lo sfogo indispensabile per il 2000, quando potrebbero esserci 2400 persone per chilometro quadrato. « L'urbanistica deve essere sorretta dalla politica edilizia — afferma Maurice van Barthel —. Noi siamo quasi riusciti ad eliminare la speculazione. Abbiamo leggi rìgide e piani regolatori inviolabili ». In Olanda, solo il trenta per cento delle case è costruito senza le sovvenzioni dello Stato, e si controllano i prezzi. Quest'anno, il governo ha investito nell'edilizia oltre due miliardi di fiorini (il fiorino vale 175 lire). | la formica dell'Europa, Ennio Caretto Ciononostante, proprio l'è dilizia è il punto debole della pianificazione. Grave appare la crisi degli alloggi. Si calcola che circa 300 mila appartamenti dovrebbero essere ammodernati, ed altrettanti costruiti ex novo. In cinque anni, i canoni d'affitto sono aumentati d'un terzo. Dice Van Barthel: «Ci siamo preoccupati troppo poco delle classi meno abbienti. Nell'ultimo decennio, i costì sono saliti del 50 per cento ». A Breda, un grosso centro industriale, racconta una rivista delle Comunità europee, 290 famiglie vivono in un ghetto talvolta prive di riscaldamento e di luce elettrica. E' un'eccezione. Ma ad Amsterdam, nella cerchia delle case del secolo passato, la condizione operaia torna ad essere difficile. S'accresce il problema degli immigrati a causa di questi ostacoli logistici. Un certo scontento popolare si riflette nei risultati delle elezioni amministrative dello scorso giugno. Un movimento anarco-socialista giovanile, i kabouters o « folletti », ha ottenuto il 5 per cento dei voti, più dei comunisti. Tra le sue iniziative, l'occupazione degli edifici vuoti per ospitarvi i senzatetto. Tuttavia la crisi è soltanto di crescenza. L'Olanda benestante, ordinata e soprattutto previdente realizza a poco a poco anche l'equità sociale. Non è la cicala, ma

Persone citate: Agenor, Barthel, Ennio Caretto, Galbraith, Heine, Maurice Van Barthel, Van Barthel