Dai duchi ai "managers,, di Francesco Rosso

Dai duchi ai "managers,, BORDIGHERA, ANTICAMERA DI TORINO MARITTIMA Dai duchi ai "managers,, Fu « inventata» dall'aristocrazia inglese assai prima di Cannes; poi due guerre mondiali parvero condannarla ad un malinconico declino - Si è ripresa negli ultimi anni, accogliendo alti, medi e piccoli dirigenti industriali - Ora è viva d'estate e d'inverno, con un suo tono d'eleganza discreta, di misurato decoro piemontese - Niente follìe: anche i giovani sono saggi (Dal nostro inviato speciale) Bordighcra, agosto L'anticamera di Torino Marittima, cioè questa* Bordighera che da alcuni anni conosce un sorprendente rilancio turistico, è stata variamente descritta. « I fiori selvatici crescevano a profusione a Bordighera, i campi ed i boschi d'olivo non erano delimitati; anemoni, viole, narcisi, tulipani, gladioli erano a portata di tutti nelle vicinanze delle prime ville e degli alberghi. Questa sembrò una delle maggiori attrattive del luogo ai primi inglesi che si stabilirono qui e che iniziarono la fortuna di Bordighera quale centro turistico »: sono parole che traggo dal bellissimo volume Alla porta occidentale d'Italia, scritto intorno al 1932 dagli inglesi Edward e Margaret Berry, probabilmente gli epigoni di, quelle torme di splenetiche dame britanniche che nelle grandi ville costruite sui colli di Bordighera cercavano tepori, e fors'anche altro, degli inverni mediterranei. Seguito regale Non v'è dubbio che Bordighera è stata un'invenzione inglese; erano i tempi di Ruffìni e del Dottor Antonio, quando Cannes nemmeno esisteva, ed i grandi alberghi di Bordighera, come l'Angst, il Royal. l'Hòtel-duCap. erano famosi nel mondo quanto il Negresco di Nizza e l'Hótel-de-Paris di Montecarlo. Poi incominciò il declino; vennero ancora clientele principesche al seguito di Margherita di Savoia, tuttora assisa a fissare marmorea lo struggente panorama che dilaga da Capo Sant'Ampelio, ma la seconda guerra mondiale segnò il tracollo. Tutti gli inglesi partirono, le loro ville furono in parte abbattute ed i parchi lottizzati, altre furono trasformate in sedi per vacanze estive ed invernali di istituti religiosi. La villa della duchessa di Leeds, cugina del re d'Inghilterra, era talmente vasta che fu possibile farne una casa di cura per asmatici ed una casa dì riposo per i tranvieri di Milano. Il declino turistico di Bordighera fu lunghissimo, e pareva dovesse concludersi con lo sfacelo totale. Così, almeno, lo vide Mario Soldati. che scrisse una pagina che ha fatto salire il sangue alla testa a molti qui a Bordighera. Il declino, che poteva sembrare una morte definitiva, si è invece arrestato, e Bordighera sta riprendendo rapidamente quota nella scala dei valori turistici. Ciò dipende, innanzitutto, dalla sua posizione di anticamera di Torino Marittima: poco meno di tre ore d'automobile, attraverso la gallerìa del Tenda e la Valle Roia e ci si trova a Bordighera, con facili diramazioni verso San Remo, Taggia, Diano. Ciò non spiega ancora, però, il rifiorire turistico di Bordighera, rimasta a lungo incerta fra la sua vocazione di elegante stazione invernale e la nuòva moda dei bagni estivi di massa. Il segreto del successo è d'aver saputo conciliare le due situazioni: estate ed inverno, a Bordighera viene una certa Torino, economicamente so¬ lida. L'Hòtel-du-Cap è stato abbattuto per lasciare il terreno Ubèro ad un edificio mostruoso che tara in parte'\ nuovamente albergo, in parte falansterio condominiale; l'Hotel Angst è tuttora chiuso, con le persiane scardinate che sbattono sinistre nelle notti di vento, i vetri infranti, l'intonaco sbrecciato, le palme del parco seccjie come, fieno perché più nessuno le ha innaffiate da anni. Ma gli altri alberghi grandi e medi hanno riaperto e lavorano ad un buon ritmo-durante l'intero anno. Spiaggia e piscina Perché, dicevo, Bordighera ha saputo dimenticare il periodo delle clientele principesche ed accogliere i nuovi personaggi, che contano parecchio nell'economia nazionale, pur non avendo blasoni. L'alto dirigente industriale trascorre qui le ferie esti¬ ve, quelle più brevi d'inverno e, data la vicinanza, numerosi fine settimana; lo seguono il dirigente medio, il dirigente piccolo, e la coorte di tecnici, impiegati, aspiranti alla « Promozione », che vogliono vivere nel wiflesso degli alti dirigenti anche se preferirebbero, che so, fare del campeggio nel Gargano o in Calabria. I managers hanno una bella villa, lontana dal rumore^ sepolta in un bel parco, non vasto come quello dei Lords inglesi, ma cospicuo. Gli altri dirigenti hanno ville proporzionali alla loro posizione nell'azienda; dignitose, anche civettuole, spesso arredate da noti antiquari con mobili autentici, ma che non possono competere con quelle degli alti dirigenti. La famiglia del manager, moglie, figlie, nuore, non fa il bagno sulle spiagge pubbliche; va alla piscina del Grand Hotel del Mare, che è sicuramente l'albergo più lussuoso della Riviera di Ponente; sorge su un promontorio, e per costruirlo hanno persin deviato la via Aurelia. Dal suo giardino pensile con piscina si gode lo spettacolo più suggestivo di tutta la costa; lo sguardo spazia ad Oriente fin oltre Ospedaletti e ad Occidente, durante le giornate limpide, si vede l'Esterel proiettato sul mare. Di notte, le luci di Mentane splendono come una collana 'preziosa deposta sul mare, subito buio appena attraversata la frontiera italiana. Le mogli, figlie, nuore degli altri dirigenti, a loro volta, devono frequentare la piscina del Grand Hotel del Mare, oppure la spiaggia di Aloha, che appartiene allo stesso albergo, anch'essa lussuosa e severamente vietata ai bagnanti qualsiasi. Ciò che dà un tono borghese, ma economicamente sostenuto, riservato e nello stesso tempo elegante, è proprio la presenza di questa clientela particolare, che non si mette in evidenza, organizza feste nelle proprie ville senza le pacchianerie americaneggìanti delle cinque orchestre, si diverte con misura. Anche a Bordighera, come ormai in tutto il mondo anche nelle stazioni più celebrate, c'è la folla dei bagnanti comuni, coloro che rimangono sulla soglia dell'eden, che vivono negli appartamentini d'affitto o «nello squallore delle pensioni per famiglia » (sono parole di Soldati); però direi che ciò avviene a Bordighera con maggior dignità che altrove; la spiaggia ciottolosa è lunga non so quanti chilometri, ed anche in questi giorni d'agosto non appare mai eccessivamente affollata. Il mare, normalmente pulito, invita alle nuotate. Splendori passati Ecco, bisognerebbe vedere bene che cosa fa questa massa di bagnanti che non ha la villa, né riceve inviti, quando ha esaurito le sue quotidiane ore di sole. L'aperitivo vanno a berlo da Chez Louis, che al tempo in cui Bordighera era colonia inglese (e c'era perfino un console di Sua Maestà britannica) si chiamava Rapis, era celebre almeno quanto lo è oggi l'«Eden Rock» di Cap-d'Antibes, le dame ci andavano in landau trainati da lucenti « tiri a quattro » ed i camerieri in guanti bianchi spazzolavano ad ogni passaggio le guide dì velluto rosso su cui camminavano per entrare la duchessa di Leeds, Lady Bicknell, Lady Woodhouse. Ma dopo l'aperitivo serale, che fanno queste migliaia di bagnanti? Molti vanno a visitare il Salone dell'Umorismo, che è quasi certamen¬ te la più geniale iniziativa di tutta la Liguria. C'è un va e vieni di umoristi dai quattro angoli del mondo, dalle due Americhe, dal Giappone, dall'Europa comunista, democratica e così così, tutti con almeno un'idea esplosiva, che fa ridere e piangere, sul sesso, sulla droga, sui dittatori bianchi, rossi e gialli, su questo nostro mondo che s'affanna per cercare la felicità. E la felicità costa proprio poco, se si vuol cercarla davvero. Qui a Bordighera sono in molti a trovarla, appena fuori città, sotto la statua marmorea di Margherita di Savoia, d'un biancore gessoso, paragonabile solamente a quello abbacinante della villa Garnier, l'architetto che ideò il teatro dell'Opera di Parigi, il Casinò di Montecarlo, ed anche quello di Bordighera, danneggiato dai bombardamenti e poi definitivamente raso al suolo. Tra due Casinò Dinanzi alla bella chiesina di Sant'Ampelio (fu questo eremita e fabbro a portare, si dice, nel secolo V, le palme che rendono celebre Bordighera, dal lontano Egitto), si svolgono affollate water-melon parties, cioè si va a mangiare l'anguria. Molti altri, affascinati dalla roulette, s'avviano verso San Remo o Montecarlo; Bordighera è a quasi mezza strada giusta fra i due casinò. I più giovani scelgono altre vie; l'aperitivo lo consumano al bar del Grand Hotel del Mare, magari seduti sui funghi di cemento che fan da trampolini alla piscina circolare, senza far caso alla presenza di Adriano Celentano e Claudia Mori; anzi, snobbandoli, mentre l'orchestra esegue ritmi scatenati; oppure vanno al Biblos, un locale tutto nuovo a mezza strada verso Ospedaletti, in uno degli angoli più suggestivi della Riviera. Le notti movimentate si svolgono in night clubs già famosi: il Capo Nero, ad esempio, o il nuovissimo Biblos, o il collaudato Cavetto, sulle rampe di Bordighera vecchia. Sul lungomare, con il rumore della risacca, i più anziani sostano da « Maria la Garganica » che sta alla cassa con un òcchio duro, spietato, fisso sugli scontrini dei camerieri e l'altro dolcissimo rivolto al ritratto di Padre Pio appeso al muro. Borghese, ma con elegan'za contenuta, popolaresca, ma non volgare, Bordighera riprende il suo slancio turistico, proprio per essere l'anticamera di Torino Marittima, in questa bellissima stagione, mentre compie il mezzo millennio di vita, nemmeno troppi per una città. Francesco Rosso Bordighera. Bagni nella piscina del Grand Hotel del Mare (Telefoto)