Per noi, delusioni a metà

Per noi, delusioni a metà A Leicester proseguono i mondiali di ciclismo Per noi, delusioni a metà Nello sprint tutti eliminati i nostri dilettanti, tutti «promossi» i nostri professionisti Allo svizzero Kurmann il titolo dell'inseguimento - Conferma delle velociste sovietiche (Dal nostro inviato speciale) Leicester, 8 agosto. Adriano Rodoni, presidente dell'Unione ciclistica internazionale, è stato oggi impegnato due volte nel gradito incarico di distributore di maglie iridate. Nei campionati del mondo su pista a Leicester sono stati infatti assegnati altri due titoli, quello della velocità femminile e quello dell'inseguimento individuale dilettanti. Tra le « signore » dello sprint, tutto si è risolto, secondo le previsioni, con una lotta in famiglia tra le rappresentanti sovietiche, che hanno monopolizzato (come l'anno scorso a Brno) i primi tre posti. La Savina ha battuto la cecoslovacca Jachikova nella finale per il terzo posto, mentre nella finalissima la ventenne studentessa Careva Iva risolto in due sole prove il suo duello con l'anziana Ermolaeva, ripetendo il successo già conseguito nel 1969 in Cecoslovacchia. Nell'inseguimento, il favoritissimo campione uscente Kurmann, ha travolto nel confronto decisivo l'inglese Hallam, nonostante l'accesissimo tifo con cui ì tifosi di Leicester hanno incitato il loro connazionale. Kurmann, uno svizzero dì 22 anni di cui si parla come di un nuovo Koblet, ha ottenuto, nonostante un fastidioso vento, un tempo più che ragguardevole: 4'58"56. Nelle altre prove della giornata, iniziatasi alla presenza del duca Filippo di Edimburgo e salutata finalmente dal sole, il destino ha voltato lé spalle ai ciclisti italiani. Nella velocità dilettanti l'anziano Verzini era già sparito di scena nei « sedicesimi » di finale, conclusi in mattinata, mentre i due giovani Cardi e Rossi hanno tenuto duro, sia pure passando attraverso la scappatoia dei recuperi, fin ai quarti di finale. A questo punto, le loro speranze si sono definitivamente arenate di fronte alla maggiore esperienza dei rispettivi avversari. Rossi si è trovato il cammino sbarrato addirittura dal campione del mondo uscente Morelon e, sia pure lottando tenacemente, ha dovuto rassegnarsi a rientrare nei ranghi. Cardi, opposto al « numero 3 » francese Quentin, suscitava maggiori illusioni ma, all'atto pratico, ci si è dovuti convincere che il giovane azzurro ha ancora molto da imparare. Le volate si vincono più col cervello che con i muscoli e Cardi è stato infilzato due volte da Quentin, proprio per due fatali attimi di ingenuità. Poco male, comunque, dal momento che già in partenza nel clan azzurro non si aspettava dagli sprinters dilettanti più di quanto hanno ottenuto. Del resto il torneo ha fatto vittime ben più illustri: il campione del inondo 1965 Phakadze, eliminato da Trenfin negli ottavi di finale, e lo stesso « numero due » francese, messo fuori gara nei « quarti » dall'australiano Nicholson. In lizza per la maglia iridata restano quindi due francesi, Morelon e Quentin. il danese Petersen e l'australiano Nicholson, che disputeranno domani le semifinali e le finali. Anche nell'inseguimento femminile le speranze azzurre sono state presto ridimensionate. Morena Tartagni è riuscita ad ottenere appena il sesto tempo nelle qualificazioni f ciò l'ha obbligata. nei quarti di finale, al confronto con una delle avversarie più forti, l'olandese Hage. La coraggiosa ciclista italiana, da cui non si può pretendere molta esperienza di gara, dal momento che quest'anno ha disputato solo i due inseguimenti per la maglia tricolore, si è battuta molto bene, ma ha dovuto fatalmente arrendersi all'avversaria nordica, che passa alle semifinali insieme alle due sovietiche Obodovskaja e Gorkuschila e all'inglese Burton. Al centrp della giornata, più che la lotta per i due titoli, era l'esordio dei professionisti dello sprint, impegnati nelle batterie. Tutti e tre gli azzurri hanno facilmente superato il turno passando ai quarti di finale: Gaiardoni si è imposto al giapponese Shimado, Turrini all'inglese Bàrnett, Damiano all'altro giapponese Shinozake. Anche il belga Van Lancker, secondo ad Anversa, ha passato il turno con irrisoria facilità, davanti a un negro della Bahamas, John Millier, sceso in pista con le ginocchiere ; e ì calzini di lana, bardato insomma come un portiere di calcio più che come un pistard. Si è scoperto più tardi che Millier è un ex pugile. Con i tre azzurri e Van Lancker sono passati ai quarti anche l'americano Simex e gli australiani Bàensch e Johnson. I battuti disputano i recuperi per designare l'ottavo concorrente per il secondo turno. Nel programma di domani (inizio alle 13,30 italiane) che porterà alla finale sia le inseguitrici che i velocisti dilettanti, entrano in scena al¬ tre tre specialità: il mezzofondo professionisti, con il nostro De Lillo impegnato nella non impossibile conquista dì un postò in finale, l'inseguimento individuale sempre per professionisti, e quello a squadre per dilettanti. Nella prova individuale il favorito è l'inglese Hugh Porter Gianni Pignata

Luoghi citati: Anversa, Bahamas, Brno, Cecoslovacchia, Edimburgo