Delusione a Leicester: Sartori sesto Il titolo del "Km" torna a Fredborg

Delusione a Leicester: Sartori sesto Il titolo del "Km" torna a Fredborg I mondiali di ciclismo iniziati con una sconfitta azzurra Delusione a Leicester: Sartori sesto Il titolo del "Km" torna a Fredborg II danese si era già imposto nel 67 e nel 68 - Litaliano, campione uscente, cede nel finale - Tonoli battuto nei « quarti » dell'inseguimento Meulemann, licenziato dalla Federazione italiana, si «vendica» danneggiando Io stayer azzurro Fradusco (Dal nostro inviato speciale) Leicester, 7 agosto. JViZs Fredborg, un danese di ventiquattro anni, è la prima maglia iridata dei campionati del mondo su pista. Stamane, quando il velodromo di Leicester era ancora avvolto in una fastidiosa coltre di umidità, il ciclista di Aarhus ha riconquistato il titolo del « chilometro » per dilettanti, che era già stato suo due volte, nel 1967 ad Amsterdam e l'anno dopo a Montevideo. Con la vittoria di Fredborg, conquistata con un vantaggio di circa mezzo secondo sul neozelandise Kent, è svanita quella che era praticamente la sola speranza italiana di conquistare un titolo mondiale fra i dilettanti. Il nostro Gianni Sartori è stato indubbiamente danneggiato dal fatto di dover disputare la prova per ultimo, quando l'umidità si andava condensando in una pioggerella sottile. L'imperativo di battere in quelle condizioni un tempo senz'altro rilevante, come l'l'08"82 del danese, lo ha portato a dosar male le sue forze. Il veneto è partito benissimo, sfruttando al massimo la sua potenza atletica, ma non è riuscito a reggere quel ritmo pazzesco che gli aveva dato, ad un terzo della prova, il miglior tempo parziale. Giro dopo giro, Sartori ha visto affievolirsi le sue speranze di mantenere la maglia iridata conquistata l'anno scorso a Brno ed il suo cedimento nel finale gli ha impedito anche la soddisfazione morale di un piazzamento d'onore. Il ciclista vicentino è finito infatti al sesto posto, con l'09"64, preceduto non solo da Fredborg, ma anche nell'ordine dal neozelandese Kent, dal russo Kravcov e dal ceko Tkac terzi a pari merito, e dall'olandese Van Doorn. Un brusco ritorno nei ranghi per Sartori, scoppiato in lacrime dopo il breve, durissimo sforzo. Nessuna recriminazione era purtroppo possibile, di fronte ad un crollo tanto evidente. Magro bilancio Il resto delle gare di Questa pletorica giornata va logicamente condensato al massimo. Nel mezzofondo, i dilettanti azzurri Fradusco e Romagnoli, rìspetti^dinente 3" e 4" nelle batterie, saranno costretti ai recuperi, con qualche rimpianto per Fradusco, che ha fallito il traguardo delVammissìone in finale soltanto per un ritardo di 15 metri rispetto al secondo arrivato, lo svizzero Herger. Forse sarebbe riuscito a superare l'avversario se non avesse dovuto spendere troppe energie per riprendersi dopo un subdolo danneggiamento da parte di un'altra moto, quella guidata dal belga Meulemann. Quest'ultimo, com'è noto, è stalo licenziato dalla federazione italiana e l'allenatore belga non perde quindi occasione per esercitare la sua « vendetta ». Nell'inseguimento dilettanti, il nòstro Brenteganì è sparito di scena già nelle qualificazioni mentre Tonoli, dopo aver superato il prii.io ostacolo ottenendo addirittura il terzo tempo assoluto, si è arenato nei « quarti » dopo una appassionante lotta fino all'ultimo metro con il sovietico Bykov, passato alle semifinali insieme con lo svizzero Kurmann, al cèco Purzla e all'inglese Hallam. Tra gli sprinters, la marcia degli azzurri è stata meno facile di quanto ci si aspettava. Il solo Cardi ha superato con sicurezza sia l'ostacolo delle eliminatorie sia quello dei sedicesimi di finale, mentre tanto Verzini che Rossi hanno dovuto ricorrere al recupero per essere ammessi al secondo turno. In questa seconda tornata, valevole per l'ammissione agli « ottavi » i due velocisti azzurri sono scivolati di nuovo: Verzini senza alcuna scusa, Rotsi in seguito ad un'ingiusta decisione della giuria che ha giudicato come scorrettezza un'azione per lettamente regolare dell'italiano Quando i due azzurri si apprestavano a disputare per la seconda volta i recuperi, la riunione ha dovuto essere sospesa per una spruzzatina di pioggia. Quattro gocce d'acqua, sufficienti comunque per ammollare la pista e far aggiornare a domani le gare rimaste in programma. Oggi tocca a Gaiardoni Il programma di domani è dunque « rinforzato » dalle gare non disputate oggi e si incomincerà quindi alle 10, con una breve sosta alle 11,45 per ricevere degnamente il duca Filippo di Edimburgo, consorte della regina Elisabetta, ospite per qualche ora dei « mondiali ». Nella giornata verranno assegna¬ ti due titoli mondiali: quello delle velociste, che dovrebbe risolversi in un duello privato tra le sovletiche, e quello dell'inseguimento individuale dilettanti, in cui è favorito il campione uscente, lo svizzero Kurmann. Il suo rivale più pericoloso sembra il cecoslovacco Purzla. Il fulcro della giornata sarà però costituito dall'entrata in scena dei professionisti dello sprint. E' questa la competizione che riserva di solito le maggiori emozioni, anche se il tono della « velocità» è nettamente in fase calante dopo la scomparsa del veri fuoriclasse (l'ultimo del quali era Antonio Maspesj ed il ritiro dalle scene di uomini come Beghetta e Sercu. Il belga, com'è noto, ha rinunciato a difendere il tìtolo conquistato l'anno scorso ad Anversa, ritenendo che un'altra maglia iridata dello sprint nulla potesse aggiungere né al suo prestigio né al suo conto in banca. Il giovane Van Lancker, connazionale di Sercu, assieme all'intramontabile australiano Baensch ed agli americani Simes e Johnson dovrebbero costituire gli ostacoli più seri per le speranze azzurre, che si appuntano più sul vecchio Gaiardoni che su Turrinl e Damiano. Il veronese, grazie ad una rigida-dieta e ad un'appropriata attività invernale su pista e nel ciclocross, ha perso ben quattordici chili rispetto all'anno scorso ed ha raggiunto un grado di efficienza atletica — a quanto sostiene il et. Costa — molto vicino a quello che gli permise, nel 1963, di togliere il titolo mondiale a Maspes. Gianni Pignata

Luoghi citati: Amsterdam, Anversa, Edimburgo, Montevideo