Minacce in Bolivia di un colpo di Stato
Minacce in Bolivia di un colpo di Stato Minacce in Bolivia di un colpo di Stato Il governo si dimette -1 sindacati accusano i militari La Paz, 4 agosto. Crisi di governo in Bolivia: come era già nell'aria da tempo, a causa delle divisioni interne sul modo di affrontare i guerriglieri la cui attività è aumentata nelle ultime settimane, oggi l'intero gabinetto boliviano si è dimesso. La crisi, attesa ormai da tre settimane, aveva avuto un primo segno con le dimissioni del ministro degli interni, col. Juan Ayoroa, accusato lunedì scorso dalla rivista La Prensa, settimanale del sindacato dei giornalisti boliviani, di essere « uno dei pilastri » per un eventuale colpo di Stato dei militari. Ayoroa, nella sua lettera di dimissioni, aveva accusato di slealtà il ministro delle informazioni Alberto Bailey, anch'egli dimissionario. Già il 27 luglio scorso il ministro Bailey aveva dato le dimissioni, poi ritirate, denunciando l'esistenza di un complotto di destra. La Prensa sostiene che i militari ave¬vano in animo di attuare il colpo di Stato contro il pre- sidente Ovando giovedì scor so, ma rinviarono per la mor- te, in un incidente aereo, del figlio del presidente. Il governo boliviano è travagliato da divisioni Interne da quando nel Paese infuria la guerriglia: forti contrasti esistevano tra ministri moderati e radicali, sostenitori, questi ultimi, di provvedimenti drastici per stroncare la guerriglia. Già dal 22 luglio il governo aveva decretato lo stato d'assedio in tutto il Paese come prima risposta all'aumentata attività dei guerriglieri. Le dimissioni dei due ministri, che hanno dato origine alla crisi, erano -state chieste dal potente sindacato operaio che, con il sindacato dei giornalisti, aveva denunciato la cospirazione. Il sindacato operaio aveva chiesto anche le dimissioni del Capo di Stato maggiore dell'esercito, gen. Miranda, e del comandante dell'accademia militare di La Paz gen. Banzer, accusati di « avere progettato un colpo di Stato fascista di cui la prima vittima doveva essere la classe lavoratrice boliviano ». (A. p.)
Persone citate: Alberto Bailey, Bailey, Banzer
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