L'impegno del governo italiano in difesa dei connazionali in Libia di Fausto De Luca

L'impegno del governo italiano in difesa dei connazionali in Libia Moro ha riferito alla commissione Esteri del Senato L'impegno del governo italiano in difesa dei connazionali in Libia « I rapporti tra ì due Paesi, dice il ministro, sono condizionati dal modo con cui Tripoli assicurerà la dignità degli italiani e il diritto al libero rimpatrio » - « Nonostante le asprezze del momento la nostra politica sarà di comprensione e di collaborazione con i Paesi in via di sviluppo » - « Il contenzioso italo-libico è grave, lo affronteremo con fermezza nella speranza che trionfi la ragione » (Nostro servizio particolare) Roma, 4 agosto. I rapporti tra l'Italia e la Libia sono condizionati, a giudizio del governo italiano, dal modo con cui il governo di Tripoli assicurerà la sicurezza e la dignità dei nostri connazionali e garantirà il loro diritto di rimpatriare liberamente. E' questo il punto essenziale che il ministro degli Esteri Moro ha indicato al ministro degli Esteri Ubico Buessir nell'incontro avvenuto a Beirut grazie alla mediazione del ministro degli Esteri turco e con la cordiale accoglienza del governo libanese. Riferendo sull'incontro alla Commissione Esteri del Senato, Moro ha detto che esso è stato « nel complesso cordiale e costruttivo, utile ed opportuno ». Il ministro Buessir ha affermato che non è intenzione del suo governo impedire il rimpatrio agli italiani, ha sostenuto che gli italiani non subiscono « deliberati soprusi » e ha assicurato che avrebbe sottoposto al presidente Gheddafi misure per alleggerire le pratiche di rimpatrio e per tranquillizzare gli animi in modo da trattenere, ove lo desiderino. coloro che non appartengono alle « categoria in qualche modo legate alla colonizzazione ». Buessir 'ha convenuto che non sarà possibile affrontare gli altri due punti fissati nell'agenda del colloquio — i rapporti economici tra i due Paesi e il futuro delle relazioni italo-libiche — se prima non sarà stato regolato il problema del rimpatrio, chiarendo le prospettive esistenti per i nostri concittadini. «Questo è un punto dirimente per noi» — ha affermato Moro —. « Da esso dipende il nostro atteggiamento nei rapporti tra i due Paesi per oggi e per domani. Noi siamo consapevoli che ci troviamo ad una svolta delicata e decisiva dei rapporti tra l'Italia e la Libia. Dall'atteggiamento del governo di Tripoli dipende anche la possibilità di considerare, come noi vogliamo, in uno spirito di amicizia e di collaborazione, i molteplici rapporti che ci legano e ancora più ci potranno legare alla Libia ». Per l'immediato, in attesa delle misure distensive promesse da Buessir, l'Italia ha preso alcune iniziative: si è provveduto a rafforzare la nostra ambasciata con l'invio, già avvenuto, di dieci tra funzionari ed impiegati del ministero degli Affari esteri; un altro alto funzionario si recherà a Tripoli domani e vi si recheranno pure un funzionario del ministero del Lavoro ed un altro del ministero dell'Agricoltura: questi ultimi con il compito di preparare meglio il reinserimento dei connazionali rimpatriati nelle attività economiche del Paese. Particolari fondi sono stati inoltre accreditati con procedura d'urgenza all'ambasciata in Tripoli e le dotazioni disponibili verranno ancora integrate nei prossimi giorni. Presso le direzioni generali dell'emigrazione e degli Affari Economici del ministero degli Affari Esteri sono stati istituiti appositi centri per l'assistenza amministrativa ai connazionali colpiti dal decreto libico di esproprio dei loro beni. E' stato previsto poi che il trasporto dei rimpatriati venga assicurato, sia per via marittima che per via aerea. Infine opportuni contatti sono stati presi con i competenti ministeri, le confederazioni ed i vari enti è associazioni che potranno utilmente operare per facilitare l'inserimento dei nostri connazionali di Libia nell'eco, nomia italiana. Respingendo ancora una volta la proposta dell'estrema destra di rompere i rapporti diplomatici con la Libia, così pregiudicando l'azione a favore dei nostri connazionali, Moro ha confermato che per l'Italia le decisioni libiche violano una risoluzione dell'Orni é l'accordo "italolibico del 1956. Ha ricordato 11 passo compiuto presso il segretario dell'Onu al quale è stato precisato che gli scopi principali dell'azione italiana sono: 1) tutela, con tutti i mezzi possibili, degli interessi italiani; 2) sicurezza dei connazionali in Libia; 3) libero rimpatrio degli ita¬ liani nella dignità e nell'ordine; 4) assistenza ai connazionali rimpatriati e loro indennizzo. « Il problema dell'indennizzo sarà affrontato con consapevolezza e con l'intento di rendere possibile il reinserimento dei profughi nella società nazionale ». Moro ha détto: « Nonostante le asprezze del momento sarà continuata la politica italiana di comprensione e di collaborazione con i giovani. Paesi in via di sviluppo ». « Non vi è dubbio che il contenzioso italo-libico è ora gra ve- e complessò: Lo affronteremo da parte nòstra con fermezza, pazienza e calma nella speranza che la ragione prevalga e che sia spianata la via per una fruttuosa collaborazione. Ci vorrà, senza dubbio, del tempo ». Nel dibattito il socialista Tolloy ha dichiarato di apprezzare l'azione svolta da Moro, il comunista Calaman¬ drei ha definito l'incontro con Buessir un passo sulla strada « giusta » per evitare di impastoiarsi in una lite internazionale e in una prova di forza, i democristiani Bettiol e Brusasca si sono detti favorevoli ad una discussione in sede Onu, il socialdemocratico Dindo ha chiesto una politica mediterranea « più dinamica ed autonoma » e ha giudicato « dignitosa e ferma » la condotta del ministro degli Esteri. I liberali Veronesi e D'Andrea hanno affermato che il governo libico ha potuto prendere le sue decisioni a causa della politica « rinunciataria » seguita nel Mediterraneo. Il missino Nencioni ha detto che l'Italia deve « drasticamente » chiedere alla Libia il rispetto dei trattati. Tutti hanno chiesto misure per il reinserimento dei profughi. Fausto De Luca Roma. II ministro Moro

Persone citate: Bettiol, Brusasca, D'andrea, Dindo, Gheddafi, Moro, Nencioni, Ubico Buessir