Incendiano i boschi a Portofolino per spianare la via al cemento? di Filiberto Dani

Incendiano i boschi a Portofolino per spianare la via al cemento? Una sessantina di piccoli roghi in otto giorni Incendiano i boschi a Portofolino per spianare la via al cemento? Non si esclude un'azione dolosa - Un ufficiale dei vigili del fuoco dice che i suoi uomini hanno visto fiaccole in movimento - « Persone interessate vogliono disboscare il Monte per dare mano libera alla speculazione edilizia » (Dal nostro corrispondente) Genova, 3 agosto. Una sessantina di piccoli Incendi nello spialo di otto giorni sid promontorio di Portofino: sono stati tutti circoscritti e domati. L'ultimo, in ordine di tempo, è divampato oggi a mezzogiorno sul versante di Santa Margherita Ligure, ma i vìgili del fuoco, coadiuvati dai carabinieri, lo hanno spento in meno di quattro ore. Fortunatamente, le fiamme non .hanno intaccato un solo metro della stupenda vegetazione mediterranea che qui sboccia spontanea e rigogliosa. Sono andati in fumo soltanto sterpaglia è foglie secche, sicché il danno è contenuto in pochi milioni di lire. Quali le cause di questa catena di incendi? C'è chi parla di autocombustione, chi di negligenza dei gitanti che gettano via mozziconi di sigarette accese, chi. invece, attribuisce ai roghi una preordinata azione dolosa. Questa ipotesi è condivisa dai più, i quali affermano che « persone interessate vogliono disboscare il monte per dare mano libera alla speculazione edilizia ». Un ufficiale dei vigili del fuoco di Genova, il capitano Sebastiano Guglielmo, dice: « L'altra notte, mentre due mie squadre stavano lottando contro le fiamme, qualcuno, nascosto nella, boscaglia, ha gridato: "Pompieri, bastardi, perché spegnete?" ». L'ufficiale riferisce poi un altro particolare d'estrema gravità sul quale stanno ora indagando i carabinieri: «Sempre in quella notte, i miei uomini hanno visto dei piccoli fuochi in movimento a una distanza di due chilometri: sembravano fiaccole e probabilmente lo erano ». Il sindaco dì Portofino, Prospero Vela, pur non escludendo che si possa trattare di incendi dolosi, è dell'opinione che i roghi siano dovuti alla scarsa coscienza civica dei gitanti che in questi giorni affollano il promontorio: « D'altro canto — dice — come si spiegherebbe che altri incendi scoppiano un po' 'ovunque, alle spalle di tutte Ié riviere, anche all'estero? Si dovrebbe pensare ad un'organizzazione criminale con chissà quali mire. Penso piuttosto che le ragioni siano principalmente tre: i gitanti irresponsabili, l'aridità d.lla zona sulla quale da settimane non cade una goccia d'acqua, la mancanza di un'adeguata pulizia del sottobosco ». I vigili del fuoco, però, non sono di questo parere. « Per l'autocombustione — spiegano — ci vogliono condizioni particolari. Un coccio di vetro con dell'acqua dentro che faccia da lente; un covone di paglia o fieno; erba completamente secca. Qui invece ci troviamo di fronte a zone boschive ombreggiate dove al secco si alterna anche il verde, perciò le possibilità dell'autocombustione sono mini¬ me. Anche per il solito mozzicone dimenticato, acceso c'è da rimanere dubbiosi. A volte il fuoco si accende in zone così impervie ed elevate, difficilissime da raggiungere ». Fortunatamente, ripetiamo, gli iricendi non hanno danneggiato lo stupendo patrimonio di bellezze naturali del promontorio di Portofino. Il merito va tutto agli uomini — vigili del fuoco e^carabinieri — che hanno lavorato con un accanimento ed un'abnegazione straordinari, da quando le'fiamme, otto giorni fa, hanno cominciato la loro corsa per il monte, partendo dalla zona alta di San Sebastiano. I focolai si sono potuti diffondere soprattutto perché il promontorio è in stato di pressocchè totale abbandono. Per difendere dalle fiamme il monte, l'Ente autonomo di Portofino, che lo ,ha in cura, ha previsto nel suo piano regolatore una maggiore penetrazione nella zona dei mèzzi antincendio tramite due tronchi stradali alle due estremità del territorio, realizzati allargando le mulattiere. Questa possibilità, però, è contrastata dalla sezione genovese di « Italia Nostra » la quale ritiene che, se si faranno le strade, la speculazione edilìzia troverà Tina porta aperta. « Meglio l'impiego di elicotteri », suggerisce. Altrettanto decisa è l'opposizione del professor Rodolfo Fichi Sermolli, direttore dell'Istituto dì botanica dell'università di Ge-v nova: « Nel monte di Portofino — ha affermato — non vi sono soltanto macchie tipiche con flora rarissima: vi è addirittura un incontro di due tipi di vegetazione, una mediterranea e una medio-europea. La penetrazione dell'uomo causerebbe unr dissa¬ crazione ambientale molto grave e per questo motivo sono nettamente contrario ad aprire nel monte qualsiasi tipo di strada. Meglio che vada a fuoco un notevole pezzo di Portofino piuttosto che costruire una strada per estinguerlo ». Della stessa opinione il professor Mario Pavan, docente di entomologia all'Università di Pavia: « Se apriremo delle strade nel promontorio arriveremo a distruggere in pochi anni il delicato equilibrio paesistico e funzionale di Portofino ». E' recente la questione per i 225 metri di strada tracciata abusivamente sul monte, con un colpo di mano nella notte, come in piena guerriglia. « Ora — affermano gli amanti del promontorio — questi incendi rappresentano un campaneilo d'allarme: vogliono dire che la speculazione edilizia è pronta a tornare all'assalto. Porse, ruspe e bulldozer sono già in agguato B- Filiberto Dani 4

Persone citate: Mario Pavan, Rodolfo Fichi Sermolli, Sebastiano Guglielmo