"Ridateci nostro figlio,, implora la madre dell'allevatore rapito

"Ridateci nostro figlio,, implora la madre dell'allevatore rapito Un accorato appello lanciato da Nuoro "Ridateci nostro figlio,, implora la madre dell'allevatore rapito Del giovane mancano notizie ormai da 14 giorni - Smentiti i contatti tra banditi e genitori - « Non siamo ricchi, ma faremo qualunque sacrificio » (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 3 agosto. « Vi prego, ridatemi mio figlio. Sono ormai quattordici giorni che lo tenete prigioniero e che non sappiamo nulla di lui. Fateci sapere subito come sta; quest'attesa ci distrugge. Fateci sapere cosa volete per la sua liberazione, ma fatelo subito. Non abbiamo molto, non siamo ricchi, ma per Antioco siamo disposti a fare qualunque sacrifìcio ». E' questo un appello della madre di Antioco Manca, Maria Antonia Brenna, che questa mattina si è rivolta ai giornalisti. « Le persone che hanno portato via Antioco'— ha detto singhiozzando la donna — leggono i giornali e ascoltano la radio. Sappiano che sono una mamma che ama suo figlio con la stessa intensità con la quale essi stessi sono amati dalle loro madri. Antioco è il nostro bene più grande e lo rivogliamo tra noi. Pensate al dolore che proverebbero le vostre ma¬ dri se uno di voi fosse stato portato via così come lo è stalo il mio Antioco. Noi sardi non siamo cattivi e questo mi fa sperare che lo trattiate bene. Attendo con mio marito e mia figlia le vostre richieste: fatele, ma fatele subito ». L'appello accorato di Maria Antonia Brenna smentisce le voci, in certi ambienti date per sicure, secondo le quali i familiari di Antioco Manca, il giovane allevatore di Sorgono (Nuoro) rapito quattordici giorni fa, erano riusciti ad avere contatti con i rapitori, i quali avrebbero richiesto per la libertà del giovane la cifra di 50 milioni di lire. Stamane è stata fatta una battuta nelle campagne di Ovodda (Nuoro), alla quale hanno partecipato trecento «baschi blu», ottanta carabinieri, cinque elicotteri e unità cinofile. Del giovane e dei suoi rapitori non è stata trovata traccia. L'appello della madre di An- tonio Manca è stato diffuso alle 14,30 da Radio Cagliari. Il fatto che la donna sia uscita dal suo riserbo e abbia voluto rivolgersi direttamente ai banditi apre un interrogativo angosciante. Pe:ohé i rapitori di Antioco Manca tacciono? Perché non hanno intercettato uno dei tanti «inviati» della IV.miglia Manca, che hanno percorso tutte le strade del Nuorese, parlando con gli uomini chs conoscono gli ambienti deli-i malavita p. che hanno la possibilità di fare stabilire il contatto? E' una « regola codificata dal banditismo sardo » — ha detto sabato scorso il fratello di un possidente nuorese che rimase a lungo prigioniero dei fuorilegge - che la lettera con la richiesta del riscatto venga inviata a un amico di famiglia dopo tre o quattro giorni, al massimo entro una settimana dal rapimento. Ma la « regola », oltre ad avere le sue eccezioni, non ha più il valore che aveva fino a qualche tempo fa, quando, dopo le prime battute che seguivano al sequestro, gli investigatori -! mettevano praticamente da parte per facilitare i contatti tra la famiglia e i banditi. Questo assicurava il ritorno a casa dell'ostaggio, ma permetteva ai fuorilegge di agire con una certa baldanza, quasi con la convinzione dell'impunità. Quando due anni fa venne rapito, alle porte di Cagliari, il commerciante Antonio Mannatzu (del quale non si è più avuta notizia) gli investigatori ostacolarono i contatti e altrettanto fecero l'anno scorso per il sequestro dell'ingegner Boschetti, che, come è noto, fu liberato dopo quaranta giorni di prigionia. Il nuovo orientamento delle forze di polizia è servito indubbiamente, secondo molti, a stroncare la serie dei sequestri di persona, che negli anni scorsi seminò il terrore nell'isola. Anche per il sequestro di Antioco Manca viene seguito l'obiettivo di ostacolare le trattative fra familiari e fuorilegge, ai quali ultimi non viene ..data tregua. Gli emissari della famiglia Manca sonj controllati e seguiti in ogni loro movimento. Sintomatico è l'episodio avvenuto due giorni fa, quando la sorella di Antioco Manca uscì di casa di notte e su un'auto, guidata da un amico di famiglia, si diresse verso Meana. Giunta alla periferia del paese, però, l'auto invertì il senso di marcia e ritornò in corso 4 Novembre dove abita la famiglia Manca perché gli occupanti si accorsero di essere seguiti dai carabinieri. L'appello di Maria Antonia Brenna ha suscitato qualche perplessità fra quanti davano per scontato l'avvenuto contatto tra la famiglia Manca e i banditi. « Potrebbe essere un espediente — dicono queste persone — per mettere su una falsa pista gli inquirenti ». Com'è noto, fin dai primi giorni, Antonio Manca disse ai carabinieri che non avrebbe collaborato con loro perché non voleva mettere a repentaglio la vita di suo figlio. m. g. f

Persone citate: Antonio Manca, Antonio Mannatzu, Boschetti, Maria Antonia Brenna

Luoghi citati: Cagliari, Meana, Nuoro, Ovodda