Quiete in città

Quiete in città Le partenze inferiori agli altri anni Quiete in città Settecentomila sono rimasti a casa - Posteggi affollati - Ma nelle strade sono diminuiti i rumori e non c'è affanno - La metà dei negozi chiusi - Le vacanze «a piccolo cabotaggio» A giudicare dall'assalto ai treni e dalle carrozze stipate, dall'intasamento delle strade e dalle code che hanno rallentato l'esodo un po' dappertutto, c'era da aspettarsi che ieri la città sarebbe stata deserta o quasi. Invece no. La chiusura delle grandi e piccole fabbriche, la sospensione di un buon numero di attività commerciali, la fine degli esami non hanno svuotato la città. Il ritmo della vita torinese è in tono minore, più silenzioso ma tutt'altro che spento. Ieri mattina, nel centro non era tanto facile posteggiare, le vie erano animate, anche se non frenetiche. Quanti torinesi sono partiti? Si dice cinquecentomila. Settecentomila sono rimasti. Un bel numero comunque, al quale si aggiungono i turisti di passaggio. Vedere Torino d'estate — le agenzie 10 consigliano — può essere persino piacevole. Ogni anno, in agosto, i visitatori con auto targate Belgio e Francia, Svizzera e Germania sono sempre più frequenti. Del resto, che Torino non sarebbe rimasta vuota, s'era capito fin dalla sera di domenica, con un ritorno in massa non dissimile dagli altri weekend. Per lo più le auto portavano un solo passeggero — il padre che tornava in città dopo una domenica trascorsa con i suoi — ma c'erano anche macchine gremite di adulti e bambini, famiglie che già avevano terminato le ferie. La prima ragione per cui l'esodò, imponente e massiccio (c'era la coincidenza tra 11 cambio-mese e la chiusura delle maggiori industrie),non ha svuotato — come gli altri anni — la città fino alla « paralisi », ha una spiegazione. I giornali pubblicano foto di spiagge dove il mare s'indovina attraverso l'intrico di teste e gambe, sdraio e ombrelloni. Pubblicano anche foto di auto in colonna, arroventate sotto il sole ad attendere, con gente boccheggiante, che la''Ittita marcia possa riprendere dopo lo sgombro delle due o tre macchine coinvolte negli immancabili tamponamenti. E foto di disgrazie, agghiaccianti, con morti e feriti. Chi non ama la calca, chi non vuole rischiare, chi preferisce all'affollamento la tranquillità, il silenzio, la distensione, o è partito prima (mese ideale è giugno, ma luglio non è da meno) e quindi è già tornato; o andrà in vacanza a settembre. Oppure se è costretto, da necessità di lavoro, a fare le ferie adesso, ha aspettato per il decollo che trascorressero i giorni di punta. Anche ieri le partenze sono state numerose. Secondo motivo: una realistica valutazione della disponibilità economica. Terzo: il favore, sempre più diffuso, che godono le vacanze « a piccolo cabotaggio ». Si parte il mattino, si rientra la sera. I picnic sull'erba costano press'a poco come mangiare a casa, non si paga l'affitto di un alloggio al mare o in montagna, non si lascia l'alloggio troppo tempo abbandonato, soprattutto di notte. Di giorno c'è la portinaia, ci sono i vicini che vanno e vengono: l'offensiva dei ladri è più difficile. Ma è di notte che i ladri « lavorano ». E oltre tutto, per la madre di famiglia vacanze di questo . tipo sono meno faticose. Quarto motivo: il gran numero di colonie per i bambini e la preferenza che i giovani d'oggi accordano a vacanze-studio, vacanze-viaggio, da soli o con la compagnia di coetanei, comunque non con la famiglia. * Così Torino, diventata città quasi totalmente abitata da adulti e con molte persone anziane (quelle che più di rado si muovono, perché non possono o non sanno dove andare) è più quieta, più pulita, persino meno rumorosa. Meno motociclette, menù televisori ad alto volume, meno suoni laceranti di ciac- son. Anche se le vie non so- j no deserte, si cammina più speditamente, senza nervosismo e con meno ansia. Gli stessi vigili urbani lo ammettono. E' il periodo in cui le multe sono in minor numero: sospeso il disco orario fino al 23, restano validi solo i divieti istituiti con ordinanza del sindaco: via Giolitti, Alfieri, Maria Vittoria, Santa Teresa, Roma, XX Settembre, Arsenale, S. Tomaso, Pietro Micca, Po, San Donato. Si capisce, non sono tutte rose. Fa caldo, c'è afa, le sponde dei fiumi e torrenti emanano odori grevi e nauseanti, l'aria non è pulita. E poi ci sono i negozi chiusi (40 su cento quelli dell'alimentazione, 60-70 per cento gli altri), decine di bar e ristorane con le saracinesche abbassate. Piccoli inconvenienti che si sopportano volentieri in una città dove ciascuno ha un po' più di posto per vivere e respirare,

Persone citate: Alfieri, Pietro Micca

Luoghi citati: Belgio, Francia, Germania, Roma, Svizzera, Torino