Il mistero Cina-Urss di Paolo Garimberti

Il mistero Cina-Urss ANALISI Il mistero Cina-Urss (Cercano dì migliorare i rapporti, ma rafforzano le frontiere) Mosca, 1 agosto. « Tutta l'acqua della Volga non basterà a lavare la grande vergogna che voi avete gettato sul pcus e sull'Unione Sovietica ». Questo severo giudizio del Jen-min Jihpao sui leaders del Cremlino è del 6 settembre 19(53. La polemica tra Mosca e Pechino durava già da nove anni e George Kennan osservava: « Le cause del conflitto sono profonde e non verranno superate tanto presto ». Il giudizio di Kennan era, per dirla con linguaggio matematico, « approssimato per difetto ». Nel diagramma dei rapporti tra l'Urss e la Cina, la curva della polemica ha continuato a salire verticalmente fino al 1969, quando il conflitto ideologico e diplomatico è bruscamente sfociato nelle battaglie dell'isola Damanskij. Dall'inizio di quest'anno, nessuna delle due parti ha più denunciato incidenti di frontiera (nel periodo più «caldo» del conflitto, tra giugno e agosto del 1969, vi furono 488 scontri più o meno gravi, secóndo le informazioni delle Izvestija del 10 settembre). La polemica ideolo gica ha avuto un ultimo, violentissimo sussulto il 18 maggio, quando la Pravda pubblicò un articolo per « smascherare » i « nuovi imperatori della "Grande Cina" ». Il 12 giugno, nell'ultimo discorso prima delle elezioni del Soviet Supremo, Leonid Breznev disse che « l'Urss ha preso misure per eliminare la tensione alle frontiere ». Tre giorni dopo, la Pravda pubblicò in prima pagina un telegramma di Ciu En-lai, nel quale il premier cinese esprimeva a Kossighin la « simpatia » del governo e del popolo cinese per i disastri naturali che avevano colpito due regioni sovietiche. Il 2 luglio, negli ambienti diplomatici moscoviti circolò la notizia che Pechino aveva concesso il gradimento alla nomina di Vladimir Ilio Stepakov ad ambasciatore sovietico in Cina. Da aprile Mosca aveva avanzato la candidatura di Stepakov (che ora, malato, dovrà essere sostituito) al posto lasciato libero da Sergej Lapin nel 1966, quando, nel pieno della « rivoluzione culturale », i sovietici fecero rientrare il proprio ambasciatore a Pechino e, subito dopo, i cinesi ritirarono il loro rappresentante a Mosca. Il 10 luglio, Aleksandr Shelepin, celebrando il quarantesimo anniversario della rivoluzione in Mongolia, non fece alcun cenno all'« eresia maoista ». La sera dello stesso giorno, la Tgss — in un rapido dispaccio, rimasto fino ad oggi senza seguito — annunciò la ripresa dei lavori della Commissione mista oino-sovietica per la navigazione sui fiumi di frontiera. Creata nel 1951, questa commissione si era riunita annualmente, senza interruzioni, fino al 1967. Dopo la pausa del '68, i lavori erano ripresi l'anno scorso in luglio, ma ben presto la Tass aveva accusato i cinesi di « sabotaggio », Infine, il 16 luglio, si è appreso, ancora una volta da fonti ufficiose, che i sovietici hanno a loro volta concesso il gradimento all'ambasciatore designato della Cina a Mosca, Liu Hsien-chuan. In questo « crescendo » di note distensive, si è inserita improvvisamente, pochi giorni fa, una nota stonata: un pamphlet di Michail Kapitsa, intitolato La scalata del tradimento, nel quale il comportamento di Mao verso l'Unione Sovietica viene giudicato un tradimento « peggiore di quello compiuto da Hitler nel 1941, con l'aggressione al nostro paese ». Ma l'opuscolo di Kapitsa — la cui pubblicazione risale a qualche mese fa — può essere soltanto un « incidente editoriale », di modesto peso. Tuttavia, se sul piano diplomatico sembra avviata una « lunga marcia » verso la normalizzazione, sul piano militare sovietici e cinesi si comportano come se nulla fosse mutato dopo gli scontri sull'Ussuri. Secondo il New York Times, lungo i cinquemila chilometri della « frontiera ruggente » tra i due paesi si assiste ad un poderoso rafforzamento dei dispositivi militari: « 1 sovietici — scrive il giornale — hanno attestato lungo i confini con la Cina centinaia di missili tattici a testata nucleare, compresi diversi Scaleboard con una gittata di 500 miglia e una potenza esplosiva di oltre un megatone. L'Urss, inoltre, ha aumentato le proprie forze convenzionali a 35 divisioni (nel '65 erano soltanto 14), mentre altre 25 sono tenute di riserva, pronte ad entra re in azione in qualsiasi mo mento ». Paolo Garimberti