Altri 128 profughi sono giunti dalla Libia I marinai non vogliono ritornare a Tripoli

Altri 128 profughi sono giunti dalla Libia I marinai non vogliono ritornare a Tripoli Altri 128 profughi sono giunti dalla Libia I marinai non vogliono ritornare a Tripoli Una folla accoglie i rimpatriati : parenti dei profughi e persone che chiedono notizie dei rimasti - Gli equipaggi delle motonavi Siàlia e Sardegna minacciano di sospendere i viaggi, perché un compagno è stato trattenuto a Tripoli - Ancora 18.000 italiani attendono di tornare (Dal nostro corrispondente) - Napoli, 1 agosto. Prosegue l'esodo dei nostri connazionali dalla Libia: stamane la motonave « Sardegna » ha riportato in patria altri 128 profughi, di cui 12 sbarcati a Siracusa. L'unità è giunta nel nòstro porto poco dopo mezzogiorno e sulla banchina si è radunata una folla di parenti e di libici rimpatriati nei giorni scorsi e attualmente ospiti del Centro dì raccolta della Canzonella dì Fuorigrotta. Molti chiedevano ai nuovi arrivati notizie sui connazionali ancora bloccati dalle autorità in Libia. Funzionari di prefettura e del ministero dell'Interno hanno accolto questo secondo scaglione di profughi e, dopo le formalità dello sbarco, essi sono stati accompagnati con autopullman al Centro di emigrazione di via Amerigo Vespucci, dove è stata allestita un'ala dell'edificio per accoglierli. I locali sono più ampi di quelli della Canzonella ed i venti nuclei familiari potranno trovare un'accoglienza più confortevole. Dei 116 connazioni sbarcati oggi nel nostro porto, soltanto 70 hanno chiesto di usufruire dell'assistenza governativa; 46 hanno rinunciato a raggiungere il Centro dì emigrazione e sono partiti per proprio conto verso óltre città, dove risiedono loro parenti e dove sarà meno difficile trovare una sistemazione. I profughi erano disorientati e avviliti. Quasi tutti hanno evitato di parlare della loro dolorosa esperienza fatta in Libia e si sono mostrati restii alle confidenze per timore di ritorsioni nei confronti dei parenti rimasti. Le loro storie sono tutte uguali. Si tratta di famiglie che hanno perduto tutto e ritornano in patria per ricominciare dall'inizio. Francesco D'Andrea, di 56 anni, era prenotato da un mese e mezzo per il rientro: ha perso tutti i suoi bagagli, sequestrati in dogana al momento della partenza, benché avesse ottenuto il regolare visto di espatrio. Giuseppe Pellegrini, di 45 anni, originario di Catania, rientra in Italia con la moglie e quattro figli: aveva a Tripoli un'azienda agricola ed un avviato negozio di fiori. Doveva partire prima della confisca dei beni, ma venne bloccato dalla polizia che gli ha tolto ogni avere. Ora si stabilirà a Genova, dove risiedono i genitori. A bordo delle unità « Sicilia » e « Sardegna », adibite ai collegamenti settimanali con la Libia, tra gli equipaggi regna malcontento e i marittimi hanno minacciato di bloccare la partenza delle motonavi per Tripoli. La protesta è stata provocata dall'arresto avvenuto giovedì scorso a Tripoli di un loro compagno di lavoro, Antonio Conte, di 37 anni, nativo di Ischia. Il marittimo è stato prelevato dalla « Sardegna » da due guardie libiche, sotto l'accusa di avere pronunciato frasi offensive nei confronti del loro Stato. Dopo un interrogatorio, Antonio Conte era stato rilasciato; ma poco prima della partenza della nave è stato nuovamente fermato dalla polizia di frontiera, che l'ha trattenuto a Tripoli. Si ignora quali sviluppi abbia assunto la vicenda; ma i compagni, timorosi che l'episodio possa ripetersi, dicono di non voler correre rischi. I marittimi inoltre accusano il capitano della « Sardegna », comandante Antonio De Turris, di 42 anni, da Sorrento, di non avere saputo tenere testa alla polizia libica, vietandone l'accesso sull'unità che, sec. ido le norme internazionali di navigazione, rappresenta suolo italiano. « In un momento così delicato per i nostri connazionali in attesa del rimpatrio, e sono 18 mila, — ha detto il comandante De Turris — ho creduto opportuno di non inasprire la situazione. Del resto mi sono assicurato che Antonio Conte sarà rimpatriato quanto prima. Capisco i timori dell'equipaggio, ma vi sono responsabilità morali alle quali qualche volta dobbiamo sacrifica re un po' del nostro prestigio ». Sul malcontento esistente tra gli equipaggi delle due navi della società « Tirrenia » sono intervenuti anche i rappresentanti sindacali. Il segretario nazionale della Film (Federazione italiana lavoratori marittimi)-Cisl, Antonio Spierto, ha avuto un lungo colloquio durato oltre due ore con ti comandante De Turris ed i dirìgenti della « Tirrenia », ai quali ha esposto le preoccupazioni dei marittimi: « E' necessario che si faccia qualcosa — ha detto — per evitare che elementi provocatori della Libia, che hanno libero accesso sulle navi da Tripoli a Malta, possano creare incidenti e dar luo¬ go a spiacevoli ritorsioni ». Due passeggeri di nazionalità libica, che sono sbarcati stamane dalla «Sardegna» insieme con i nostri profughi, sono stati fermati quando hanno messo piede a terra. I funzionari di polizia del nostro scalo marittimo U hanno trattenuti per accertamenti sui motivi del loro viaggio in Italia. a. 1. .—* Cuneo, 1 agosto — Un anziano pensionato di Dogliani, il sessantaseienne Giovanni Ferreri si è tolto la vita Impiccandosi nella soffitta della sua abitazione situata !n borgata Argentella. Il Ferreri, che viveva solo, era da tempo malato. .