La Madonna in piazza a Reggio come nelle "grandi calamità"

La Madonna in piazza a Reggio come nelle "grandi calamità" Continua la "battaglia per la capitale della Calabria,, La Madonna in piazza a Reggio come nelle "grandi calamità" I dimostranti si sono impadroniti della statua e, contro il parere del vescovo, l'hanno portata in processione - Blocchi stradali agli ingressi della città, negozi e uffici chiusi II de Lupoi, eletto a Catanzaro vicepresidente dell'Assemblea regionale, si è dimesso (Dal nostro inviato speciale) Reggio Calabria, 31 luglio. « Se volete vincere la battaglia per " Reggio capoluogo ", diceva stamattina ai dimostranti un anziano signore col cappello di paglia, dovete rinunciare alla violenza, dovete fare ricorso alla fantasia ». I dimostranti l'hanno ascoltato. Con una trovata inattesa sono riusciti a riaccendere un entusiasmo che sembrava in via d'estinzione, a far accettare alla città una terza giornata di sciopero proclamato la notte scorsa per protestare contro il fatto che il nuovo Consiglio regionale aveva tenuto più o meno regolarmente (mancavano i consiglieri reggini della de, del psi e del psu) la sua riunione a Catanzaro anziché a Reggio Calabria. La trovata si chiama « Madonna della Consolazione », un antico quadro della Vergine, custodito nella chiesa dell'Eremo, alla periferia settentrionale della città. Più che di un quadro, data la pesante cornice d'argento ornata da volute barocche, il massiccio piedistallo di bronzo e le statue anch'esse di bronzo che gli fanno corona, si tratta d'un gigantesco trofeo, il cui peso si aggira sui 15 quintali. Di regola questa Madonna custodita dai cappuccini viene portata fuori dalla chiesa solo una volta l'anno, il 12 settembre, a braccia da cinquanta marinai scalzi, preceduta dal vescovo, seguita da uno stuolo di sacerdoti e da una folla strabocchevole: cittadini di Reggio, pastori dell'Aspromonte, pescatori della costa ionica e tirrenica. Oltre che il 12 settembre, la Madonna viene portata in città dopo pestilenze, terremoti, calamità naturali, che però debbono essere gravissime, se si considera che per i bombardamenti dell'ultima guerra nessuno pensò che esi stessero gli « estremi » per, una processione. la processione Bene, oggi i più accesi attivisti del movimento per « Reggio capitale » hanno deciso che gli « estremi » per | una processione c'erano. A mezzogiorno e mezzo alcune1 delle solite auto munite di altoparlante hanno comincia to a percorrere da un capo all'altro la città, invitando la popolazione ad uscire dalle case ed avviarsi verso la chiesa dell'Eremo. Faceva caldo, le vie erano battute dal sole, quasi tutti i negozi avevano le saracinesche abbassate per lo scio pero, nelle case la gente si stava accingendo al pasto di mezzogiorno. Solo pochi, più per curiosità che per altro, hanno aderito all'invito. Nel frattempo, tra curia, prefettu¬ sl ra e questura s'intrecciava una fitta rete di colloqui telefonici. Data la situazione, era prudente permettere la processione? Per tutta la mattinata la polizia aveva pattugliato la città per tutelare la libertà di lavoro (ma solo in tribunale ed alla stazione ferroviaria s'è lavorato; gli impiegati degli altri uffici, o per solidarietà, o per paura, o per desiderio di fare un bagno nelle acque azzurre dello Stretto, hanno aderito all'invito degli attivisti che incitavano allo sciopero); l'atmosfera era meno tesa che nei giorni scorsi, ma c'era sempre il pericolo che un battibecco, uno scontro da nulla, potessero inasprire gli animi e far riaccendere la lotta. Così, in un primo tempo, è stato deciso di vietare la manifestazione. « O con il vescovo o senza vescovo la Madonna la prendiamo lo stesso! », ci ha gridato dal suo camioncino un attivista dai basettoni neri, cui avevamo chiesto come si sarebbe comportato il Comitato d'agitazione di fronte al divieto. E s'è allontanato in vitando col megafono. X suoi concittadini ad accorrere verso la chiesa. « La piazza dell'Eremo è gremita di folla, urlava, occorrono braccia robuste per portare la Madonna in città». Quando l'immagine sacra è arrivata in piazza Italia, dove è stata deposta a terra, al centro della cerchia alberata ci saranno state millecinquecento persone. Molte, se si pensa all'ora insolita ed alla gran calura; pochissime, rispetto alla fiumana del 12 settembre Dimissioni Poco dopo, è arrivato anche il vescovo ed ha detto parole distensive. Con una fiaccolata la Madonna è stata riportata nella chiesa. Nonostante l'invito alla non violenza, gruppi di giovani hanno eretto in serata posti di blocco agli ingressi della città: a Santa Caterina, a Sud, dove c'è lo svincolo dell'autostrada Napoli-Reggio, e alla borgata Sbarre, a Nord. In corso Garibaldi, un'autocolonna della polizia è stata bloccata dai dimostranti ed ha, dovuto invertire .il senso di marcia. In piazza Italia, un appuntato dei carabinieri è stato sorpreso a scattare fotografie; il militare, benché in abiti civili, è stato riconosciuto da due manifestanti i quali gli hanno strappato di mano la macchina fotografica, hanno tolto la pellicola e gliela hanno restituita dopo averla esposta alla luce. Stasera il prof. Nino Lupoi, eletto la scorsa notte vicepresidente dell'Assemblea regionale, ha inviato una lettera al segretario provinciale della de, dott. Diego ' Versace, nella quale annunciava le sue dimissioni dalla carica. Il prof. Lupoi scrive, tra l'altro: « Apprendo dai giornali di questa mattina che nella seduta di ieri l'Assemblea regionale mi ha eletto vicepresidente. Sento il dovere di comunicare la mia decisione, in coerenza con la posizione assunta e sostenuta dal partito, di non accettare tale elezione avvenuta senza l'intervento della rappresentanza democristiana reggina e degli altri partiti del Centro Sinistra ». Gaetano Tumiati

Persone citate: Gaetano Tumiati, Lupoi, Nino Lupoi, Versace

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Napoli, Reggio, Reggio Calabria