Il dopoguerra italiano uno spreco di occasioni

Il dopoguerra italiano uno spreco di occasioni Dalla Liberazione al Centro Sinistra Il dopoguerra italiano uno spreco di occasioni Giuseppe Mammarclls: « L'Italia dopo il fascismo, 1943-1968». Ed. Il Mulino, lire 5000. Ricostruire e interpretare le vicende di un determinato paese comporta uno sforzo e un impegno particolari quando ci si rivolge a lettori o ascoltatori di altri paesi. Il problema. Infatti, è di conciliare l'aderenza a ima specifica realtà nazionale con una presentazione che la renda comprensibile e interessante per mentalità formatesi nel quadro di tradizioni e condizioni assai diverse. Tuttavia 11 fatto stesso di rivolgersi a un pubblico meno vicino agli avvenimenti può servire a evitare quell'errore così frequente che gli inglesi definiscono ci guardar tanto gli alberi da non vedere la foresta ». - E' in larga misura il caso e il merito del volume di Giuseppe Mammarella {L'Italia dopo ti fascismo, 1943-1968), nato appunto da una serie di lezioni tenute agli studenti americani dell'Università di Stanford e pubblicato negli Stati Uniti prima che nella recentissima edizione italiana. L'opera soffre di alcuni scompensi, fra cui il principale deriva dal fatto che al de¬ cennio 1958-1968 sono dedicate soltanto 75 pagine su oltre 400. Ma in complesso Mammarella ci dà un'analisi equilibrata e puntuale, con particolare riferimento alle « occasioni sciupate » per attuare un profondo rinnovamento della società italiana che rappresentano il motivo ricorrente di questa fase della storia del paese. Gli anni del centrìsmo Già nell'immediato dopoguerra le prospettive di un . ..oilp rinnovamento sfumano mar mano che la lotta politica tende a ridursi a uno scontro fra le rivendicazioni almeno apparentemente rivoluzionarie di larghi settori del proletariato e le esigenze di un « rapido ritorno alla normalità » avanzate dal ceto abbiente e da gran parte delle classi medie. E con la prevedibile vittoria di questa seconda alternativa, la ricostruzione dell'economia e delle strutture amministrative dello Stato avverrà in chiave di restaurazione anziché di riforma e di rinnovamento. Anche le istituzioni democratiche resteranno poco più d'una cornice entro la quale vi sarà ampio spazio per un ritorno a alla vecchia mentalità e alle vecchie impostazioni, non più fasciste, ma paternalistiche e autoritarie... Completa- ta la fase di ricostruzione, alcune riforme verranno realizzate, ma se ne perderanno in gran parte i frutti proprio per la mancanza di quel rinnovamento di idee e di costume che agli uomini migliori della Resistenza era apparso condizione indispensabile di ogni altro ». Quest'osservazione di Mammarella può essere condivisa. Ma se l'avvio della riforma agraria, della riforma fiscale e della Cassa per il Mezzogiorno diede allora risultati politici inadeguati e talvolta addirittura controproducenti, ciò avvenne in larga misura anche perché esso tardò ancora due anni, dopo che il trionfo elettorale dell'aprile 1948 e la confermata disponibilità di larghi aiuti americani avevano offerto a De Gasperi un'occasione preziosa. Risale a quel ritardo la crisi del centrismo che, fra tentativi di rilancio e nuovi fallimenti, doveva protrarsi per parecchi anni, interferendo variamente con gli sforzi per dare nuova direzione e nuovi sbocchi alla vita politica italiana. In realtà, nota Mammarella, le condizioni per l'incontro fra cattolici e socialisti, « unica alternativa all'immobilismo dei governi », erano largamente mature dopo le elezioni del 1958. Ma la formazione della nuova maggioranza veniva rinviata fino al 1962, soprattutto in conseguenza dell'opposizione ostinata e convergente dei comunisti e della sinistra del psi da un lato, delle forze conservatrici interne e esterne alla de dall'altro. L'avvento al potere del centro-sinistra avveniva pertanto quando il boom economico già si mordeva la coda. Le strozzature e gli squilibri, insiti nelle strutture antiquate della scuola e del sistema fiscale, dell'agricoltura, della previdenza sociale e della pubblica amministrazione in genere, avevano non solo contribuito a dare un carattere tumultuoso al « miracolo italiano », ma stavano avviando lo a uno sbocco che ne rivelava crudamente i limiti e i risvolti negativi e lasciava il paese esposto al pericolo alternativo o addirittura abbinato di un'inflazione galoppante e di una pesante recessione. E negli anni successivi, la mancata attuazione di profonde e tempestive riforme doveva non solo inasprire le tensioni sociali, ma rendere più arduo il compito di evitare oscillazioni disastrose della congiuntura. S'attende l'apocalisse In questo quadro, rileva ancora Mammarella, spiccano nuovamente le responsabilità delle forze conservatrici e mo derate che hanno puntato sul le difficoltà congiunturali, aggravandole o comunque presentandole in luce allarmistica, per abbattere il Centro Sinistra o bloccarne in ogm caso fi programma di rinnovamento. Ma ai socialisti e alle sinistre democristiane va fatto carico di non avei saputo o voluto concentrare tutti i loro sforzi nel portare avanti le riforme più urgen temente necessarie per rispondere a diffuse e crescenti attese popolari e per render possibile ima politica economica moderna e funzionale Leo J. Wollemborg

Persone citate: De Gasperi, Giuseppe Mammarella, Leo J. Wollemborg, Mammarella

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti